Abbattere pregiudizi e fare informazione su cambiamenti climatici e rischi idrogeologici in Emilia Romagna. È nato AGIRE

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Dopo le alluvioni di maggio 2023 e di settembre 2024, molte voci, forse troppe, hanno cercato di dare risposte alle tante domande poste dai cittadini. Voci di esperti o pseudo-esperti, spesso in contrasto tra di loro, hanno generato confusione, scetticismo, addirittura rabbia nelle persone comuni che hanno creduto ad un parere, scartando l’altro, senza mai trovare chiarezza né certezze.

Fare informazione e cultura sulla riduzione del rischio idrogeologico è l’obbiettivo del neonato Comitato Tecnico Scientifico di AGIRE – Alleanza per la Gestione Integrata del Rischio idro-geologico in Emilia Romagna -, a cui hanno già aderito 19 esperti di meteorologia, climatologia, idraulica, ingegneria, biodiversità, ecologia e urbanizzazione e sono già più di una decina le richieste pervenute al Comitato da parte di altri professionisti interessati ad parteciparvi.

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“L’idea è nata dopo l’alluvione di settembre 2024 quando molti esperti, ciascuno nella propria materia, si esprimevano individualmente sui “perché”, generando nella popolazione solo confusione, che si è trasformata spesso in slogan banali, utilizzati anche in maniera non appropriata. Si è quindi diffusa una moltitudine di teorie che non hanno fatto altro che semplificare argomenti molto complessi” spiega Fabrizio Ballardini, ingegnere, fondatore e portavoce del CTS.

Ballardini sottolinea: “È sbagliato pensare di poter affrontare il tema “fiume” senza tener ben presente che si tratta di un concentrato di materie e professionalità molto complesso. La mancanza di unione nelle versioni sulle cause e su cosa fosse realmente successo nel settembre 2024 è stato alla base del caos comunicativo che si è generato in questi ultimi mesi”.

Dal 2023 ad oggi, il tema “cambiamenti climatici” ha generato una forte frattura tra istituzioni, cittadini e scienza. “Proprio la scienza che si occupa di studiare i fattori ambientali ha commesso molti errori di comunicazione ed ora è necessario ricucire lo strappo – sottolinea il fondatore del CTS -. È stata questa la scintilla che ha dato origine al progetto del CTS AGIRE: abbiamo pensato di creare un gruppo multidisciplinare di esperti in grado di dare risposte complete e chiare a temi complessi. In poche settimane si è formato un gruppo di lavoro che si propone di seguire un approccio integrato e collaborativo”.

“Capire come reagisce un bacino fluviale ad un evento alluvionale è molto complesso. È fondamentale riuscire a fornire ai cittadini una base di conoscenze ampia” prosegue l’esperto, facendo alcuni esempi: far capire la differenza tra una pressione dinamica o statica; spiegare come erano stati progettati i fiumi in base alle portate del passato e in relazione al futuro; come funzionano le casse di laminazione, come funzionano le briglie, ecc. Ovviamente sarà necessario parlare di teoria applicata a siti specifici, perché non si possono dare risposte serie, basandosi su una fotografia pubblicata sui social, e ciò richiede tempo”.

Il Comitato ha da subito iniziato a raccogliere le domande poste dagli utenti della pagina Facebook CTS AGIRE (sono circa una trentina quelle giunte in un paio di giorni ). “Ogni domanda viene catalogata e condivisa con gli esperti del Comitato, suddivisi in sotto-categorie così da dare risposte chiare e puntuali, basandosi su dati scientifici. Gli esperti producono la risposta che viene condivisa e validata dal CTS e quindi pubblicata sul profilo Facebook e successivamente sarà on line anche sul sito di AGIRE, a partire dai primi mesi del 2025″.

L’obbiettivo di AGIRE è fare informazione e comunicare con chiarezza sul tema della riduzione del rischio idrogeologico, sia attraverso il web e in futuro anche durante incontri con la popolazione” prosegue Ballardini, sottolineando che ad oggi l’adesione degli esperti al CTS AGIRE è a titolo gratuito.

“Ciò che rende questa nuova organizzazione unica è la volontà di unire anziché dividere l’opinione pubblica – conclude -. In un panorama spesso caratterizzato da frammentazione e conflitti, AGIRE punta a essere un catalizzatore di collaborazione e consenso, per affrontare temi come la riqualificazione ecologica dei corsi d’acqua, l’adattamento delle opere di difesa, la gestione sostenibile del territorio e il miglioramento della comunicazione e della consapevolezza pubblica”.

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