I lanci di razzi di Hezbollah verso Israele vanno indagati come crimini di guerra

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L’ultima ricerca di Amnesty International sul conflitto in corso in Medio Oriente dal 7 ottobre 2023 riguarda l’operato di Hezbollah, soprattutto nelle settimane di escalation con Israele iniziate due mesi fa fino all’attuale cessate il fuoco.

Hezbollah ha iniziato a lanciare razzi l’8 ottobre 2023, in dichiarata “solidarietà” con Hamas e altri gruppi armati palestinesi dopo il loro attacco contro Israele e gli atroci crimini del 7 ottobre 2023. Gli attacchi di Hezbollah in Israele hanno causato complessivamente più di 100 morti e lo sfollamento di circa 63.000 persone dal nord del paese.

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La ricerca di Amnesty International si è concentrata su tre attacchi con razzi di Hezbollah contro aree civili in Israele, avvenuti nell’ottobre 2024, che hanno causato la morte di otto civili e il ferimento di almeno 16 civili: attacchi che devono essere indagati come crimini di guerra.

Due esperti di armi di Amnesty International hanno analizzato 12 video prodotti da Hezbollah che mostrano esempi di lanci di questi razzi, oltre a centinaia di dichiarazioni pubblicate dal gruppo sul suo canale Telegram in cui vengono illustrati gli obiettivi degli attacchi. Nelle settimane precedenti il cessate il fuoco tra Israele e Libano, Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato razzi contro centri israeliani quali, tra gli altri, Haifa, Tiberiade, Acri, Safed, Karmiel, Kfar Giladi e l’area di Krayot. In alcuni casi, il gruppo ha affermato di aver preso di mira obiettivi militari; in altri, ha dichiarato di aver attaccato indiscriminatamente città o villaggi abitati da civili.

Nei video Amnesty International ha identificato l’uso di sistemi di lancio multiplo di razzi privi di guida da 122mm, 220mm, 240mm e 302mm. Questi razzi sono inerentemente imprecisi, poiché non possono essere puntati con precisione né si può determinare esattamente dove colpiranno. Il loro utilizzo in aree dove si trovano civili viola quindi il principio fondamentale di distinzione previsto dal diritto internazionale umanitario.

Secondo istituti di ricerca militare, oltre il 95 per cento dei circa 100.000-200.000 razzi a lungo raggio nell’arsenale di Hezbollah è privo di guida.

Il 29 ottobre 2024, intorno alle 10.40 del mattino, Hezbollah ha lanciato una serie di razzi verso il nord di Israele, uccidendo Mohammed Naim, un cittadino palestinese di Israele di 23 anni, quando un razzo ha colpito la sua abitazione a Tarshiha. Il ministero degli Esteri israeliano ha riferito che durante lo stesso attacco sono rimaste ferite altre 13 persone.

Yasser Naim, padre di Mohammed, ha raccontato ad Amnesty International che il figlio stava portando i due fratelli più piccoli nel rifugio all’interno della casa quando è arrivato il razzo. Mohammed Naim era a pochi secondi dal mettersi in salvo quando è rimasto ucciso. Yasser Naim ha dichiarato che decine di razzi sono stati lanciati contro la città e che il sistema di difesa missilistico israeliano “Iron Dome” non è riuscito a intercettarne alcuni. Ha aggiunto: “Non tutte le case potevano essere protette”.

Inizialmente, Hezbollah ha annunciato sul proprio canale Telegram che l’obiettivo era il villaggio di Kfar Vradim. Tuttavia, dopo la diffusione della notizia della morte di un cittadino palestinese di Israele, Hezbollah ha rivisto l’annuncio e pubblicato un video in cui affermava di aver preso di mira i soldati israeliani a Ma’alot-Tarshiha.

Il 31 ottobre 2024, secondo quanto dichiarato sul suo canale Telegram, Hezbollah ha lanciato 18 serie di razzi inerentemente imprecisi contro città su entrambi i lati del confine, tra cui – in Israele – Karmiel, Acri e Krayot, alla periferia di Haifa. L’esercito israeliano ha riferito che in totale 90 razzi hanno colpito il territorio israeliano. In due di questi attacchi sono stati uccisi complessivamente sette civili. Hezbollah ha affermato che gli obiettivi erano le forze militari israeliane a sud di Khiam, in Libano, e l’area di Krayot, in Israele.

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Il primo attacco ha colpito un frutteto nella città israeliana di Metula anziché i soldati israeliani situati sul lato libanese del confine nei pressi di Khiam, causando la morte di cinque civili che vi lavoravano: il cittadino israeliano Omer Weinstein e quattro lavoratori migranti thailandesi, identificati come Akkapon Wannasai, Prayat Pilasram, Kaweesak Papanang e Thana Tichantuek. Una sesta persona è rimasta ferita.

Nel secondo attacco Mina Shafiq Hassoun, 60 anni, e suo figlio Karmi Raja Hassoun, 30 anni, cittadini palestinesi di Israele, sono stati uccisi mentre raccoglievano olive in un frutteto tra Shefa-‘Amr e Kiryat Ata. Altre due persone sono rimaste ferite.

Hezbollah ha pubblicato un video dichiarando che l’obiettivo era il sobborgo di Krayot, lungo la costa israeliana. L’attacco è stato condotto con razzi privi di guida Fadi-1 da 220mm. L’inefficacia di questi razzi e l’illegalità del loro utilizzo, anche quando diretti contro obiettivi militari situati in aree civili, sono dimostrate dal fatto che il luogo effettivamente colpito si trovava a circa sette chilometri dall’obiettivo dichiarato.



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