Gaza e Ucraina: cessino le armi, si levino i canti di un Natale di pace

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Il vangelo di oggi (Lc 1,39-45)
 
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

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Il commento del Santo Padre

Oggi il Vangelo ci presenta Maria che dopo l’annuncio dell’angelo visita Elisabetta, sua anziana parente. Anche lei in attesa di un bimbo. Il loro è perciò un incontro di due donne felici per il dono straordinario della maternità. Maria ha da poco concepito Gesù il salvatore del mondo. Ed Elisabetta, nonostante l’età avanzata, porta in grembo Giovanni che preparerà la via davanti al Messia: si tratta di Giovanni Battista. Entrambe hanno tanto di cui gioire e forse potremmo sentirle lontane, protagoniste di miracoli così grandi che non si verificano normalmente nella nostra esperienza. Il messaggio che l’Evangelista vuol darci a pochi giorni del Natale e questo è diverso. Infatti contemplare i segni prodigiosi dell’azione salvifica di Dio non deve mai farci sentire lontani da lui, ma piuttosto aiutarci a riconoscere la sua presenza, il suo amore vicino a noi.

Ad esempio, nel dono di ogni vita, di ogni bambino, della sua mamma. Il dono della vita. Ho letto sul programma A tua immagine una bella cosa che era scritta: “Nessun bambino è un errore”. In piazza ci saranno anche oggi delle mamme con i loro bambini. E forse ce n’è anche qualcuna che è in dolce attesa. Per favore, non restiamo indifferenti alla loro presenza. Impariamo a stupirci della loro bellezza. Benediciamo le mamme e diamo lode a Dio per il miracolo della vita. A me piaceva, perché adesso non posso farlo, quando andavo in autobus, vedere che quando sale una donna in dolce attesa, subito e chiunque, gli dà il suo posto per sedersi. È un gesto di speranza e di rispetto.

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Fratelli e sorelle, in questi giorni ci piace creare un clima festoso, con luce, addobbi e musiche natalizie. Ricordiamoci però di esprimere sentimenti di gioia ogni volta che incontriamo una madre che porta in braccio o in grembo il suo bambino. E quando ci succede, preghiamo nel nostro cuore e diciamo “Benedetto il frutto del tuo grembo”. Cantiamo con Maria l’anima mia magnifica al Signore perché sia benedetta ogni maternità e in ogni mamma del mondo sia ringraziato e esaltato in nome di Dio che affida agli uomini di poter donare la vita agli uomini e alle donne. Tra poco benediremo i bambinelli, ne ho qui il mio. Questo me l’ha regalato l’Arcivescovo di Santa Fe. È stato fatto degli aborigeni equadoriani



Ave, Maria, grátia plena,
Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostrae.

 

Cari fratelli e sorelle, seguo sempre con attenzione e preoccupazione le notizie che giungano dal Mozambico e desidero rinnovare a quell’amato popolo il messaggio di speranza, di pace, di riconciliazione.

Prego affinché il dialogo e la ricerca del bene comune sostenute dalla fede e dalla buona volontà, prevalgano sulla sfiducia e sulla discordia. La martoriata Ucraina continua ad essere flagellata da attacchi che colpiscono sopratutto i bambini, con i bombardamenti che finiscono su scuole e ospedali. Quanta crudeltà. Come a Gaza. Prego per un Natale che porti la pace.

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Saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini. Saluto la delegazione di cittadini italiane che vivono in territori che da tempo attendono la bonifica a tutela della salute. Esprimo la mia vicinanza a queste popolazioni, specialmente a quanti hanno sofferto la recente tragedia sul lavoro di Calenzano.

Questa mattina ho avuto la gioia di stare con i bambini e con le loro mamme che frequentano il dispensario Santa Marta in Vaticano portato avanti qui, in Vaticano, per le suore vincenziane. E fra loro c’è una suora che è come la nonna, la brava suora Antonietta, che ricordano con tanto amore.

E ora benedico i bambinelli. Le statuine di Gesù Bambino che voi, cari bambini e ragazzi, avete portato qui, che poi, tornando a casa, metterete nel presepe. Vi ringrazio di questo gesto semplice, ma importante.

Benedico di cuore tutti voi, i vostri genitori, i nonni e le vostre famiglie. E per favore non dimenticatevi dei vostri nonni. Che nessuno rimanga solo in questi giorni di festa. E a tutti auguro una buona domenica. Per favore non dimenticatevi di pregare per me.

Che il Signore vi benedica. Buon pranzo e arrivederci.

 

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Immagini © Vatican Media





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