L’udienza di Papa Francesco per gli auguri di Natale ai dipendenti vaticani e ai loro familiari – Costruire il bene comune in famiglia e con il dialogo

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La bellezza di costruire «con gli altri e per gli altri qualcosa di buono per tutti» è stata ricordata da Papa Francesco stamani, sabato 21 dicembre, ricevendo in udienza, in Aula Paolo vi , i dipendenti della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del Vicariato di Roma, con i loro familiari, in occasione dei tradizionali auguri di Natale. Il Pontefice ha rivolto un particolare pensiero ai lavoratori in difficoltà, esortandoli al dialogo con i responsabili. Di seguito, il suo saluto.

Care sorelle, cari fratelli,
buongiorno, benvenuti!

Sono felice che possiamo scambiarci gli auguri di Natale. Esprimo prima di tutto la mia gratitudine a ciascuno di voi per il lavoro che fate, sia a beneficio della Città del Vaticano che della Chiesa universale. Come ogni anno, siete venuti con le vostre famiglie e per questo vorrei riflettere un momento, brevemente, con voi proprio su questi due valori: lavoro e famiglia.

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Primo: il lavoro. Quello che fate è certamente tanto. Passando per le strade e nei cortili della Città del Vaticano, nei corridoi e negli uffici dei vari Dicasteri e nei diversi luoghi di servizio, la sensazione è di trovarsi come in un grande alveare. E anche adesso c’è chi sta lavorando per rendere possibile questo incontro e non è potuto venire: diciamo loro grazie!

Oggi siete qui in un ambiente di festa, con la vivacità della festa nel cuore, la vivacità dei sorrisi. Per il resto dell’anno invece la vita è più ordinaria, non è di festa, è di lavoro continuo, ma sempre col sorriso del cuore. Del resto si tratta di due volti differenti della stessa bellezza: quella di chi costruisce con gli altri e per gli altri qualcosa di buono per tutti. Gesù stesso ce l’ha mostrata: Lui, il Figlio di Dio, che per amore nostro si è fatto umilmente apprendista falegname alla scuola di Giuseppe (cfr. Lc 2, 51-52; S. Paolo vi , Omelia a Nazaret, 5 gennaio 1964). A Nazaret pochi lo sapevano, quasi nessuno, ma nella bottega del carpentiere, assieme e attraverso tante altre cose, si costruiva, da artigiani, la salvezza del mondo! Avete pensato a questo: che la salvezza è stata costruita “da artigiani”? E lo stesso, in senso analogo, vale per voi, che col vostro lavoro quotidiano, nelle Nazaret nascoste delle vostre particolari mansioni, contribuite a portare a Cristo l’intera umanità e a diffondere in tutto il mondo il suo Regno (cfr. Conc. Ecum. Vat. ii , Cost. dogm. Lumen gentium, 34-36).

E poi veniamo al secondo punto: la famiglia. Dà gioia vedervi insieme, anche con i bambini: che belli! San Giovanni Paolo ii diceva che, per la Chiesa, la famiglia è come «la sua culla» (Esort. ap. Familiaris consortio, 22 novembre 1981, 15). Amate la famiglia, per favore! Ed è vero: la famiglia, infatti, fondata e radicata nel Matrimonio, è il luogo in cui si genera la vita — e quanto è importante, oggi, accogliere la vita! —. Poi è la prima comunità in cui, fin dall’infanzia, si incontrano la fede, la Parola di Dio e i Sacramenti, in cui si impara a prendersi cura gli uni degli altri e a crescere nell’amore, a tutte le età. La fede va trasmessa nella famiglia e San Paolo lo diceva a Timoteo: “Tua mamma, tua nonna…” (cfr. 2Tm 1, 5). Nella famiglia è stata trasmessa la fede. Vi incoraggio perciò — genitori, figli, nonni e nipoti, i nonni hanno una grande importanza — vi incoraggio a restare sempre uniti, stretti tra voi e attorno al Signore: nel rispetto, nell’ascolto, nella premura reciproca.

C’è una cosa che vorrei sottolineare della famiglia. Una domanda che faccio ai genitori che hanno figli piccoli: voi siete capaci di giocare con i vostri figli? Voi giocate con i figli? È importante sdraiarsi per terra col bambino, con la bambina, giocare con i figli! Poi, un’altra cosa: voi visitate i nonni? I nonni sono in famiglia o vivono in casa di riposo senza che qualcuno vada a trovarli? I nonni, forse, devono essere in casa di riposo, ma andate a trovarli! Che vi sentano continuamente presenti. Sempre uniti, mi raccomando, anche nella preghiera fatta insieme, perché senza preghiera non si va avanti, neanche in famiglia. Insegnate a pregare ai bambini! E in proposito, in questi giorni, vi suggerisco di trovare qualche momento in cui raccogliervi, assieme, attorno al Presepe, per rendere grazie a Dio dei suoi doni, per chiedergli aiuto per il futuro e per rinnovarvi a vicenda il vostro affetto davanti al Bambino Gesù.

Carissimi, grazie per questo incontro e per tutto ciò che fate. Vi auguro ogni bene per il Santo Natale e per l’anno che sta per iniziare: l’Anno Santo della speranza. Anche nella famiglia cresce la speranza! Vi benedico e vi raccomando: non dimenticatevi di pregare per me. E se qualcuno ha qualche difficoltà speciale, per favore parlate, ditela ai responsabili, perché noi vogliamo risolvere tutte le difficoltà. E questo si fa col dialogo e non gridando né tacendo. Si dialoga, sempre! “Signor Amministratore, Cardinale, Papa, Padre, ho questa difficoltà. Mi aiuta a risolverla?”. E cercheremo insieme di risolvere le difficoltà.

Grazie, grazie tante e buon Natale!



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