Meteo. Le irruzioni fredde artiche nelle festività natalizie. La neve è attesa a bassa quota

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Meteo. In seguito agli eventi atmosferici verificatisi, il successivo vortice di bassa pressione di origine nord-atlantica si sta approfondendo sull’Europa centro-occidentale con il perno che diviene un’enorme virgola antioraria per le depressioni meteorologiche come ricordiamo nel nostro emisfero boreale approfittando del guadagno di terreno facendo sì che l’anticiclone fornirà i sui bordi orientali per l’approfondimento dell’area depressionaria e la convergenza al suolo e sui bacini occidentali del Mediterraneo dirigendosi verso sud e successivamente direttamente verso levante e raggiungendo i Balcani centro-meridionali. L’aria molto fredda si sta in vorticando intorno al sistema depressionario in origine sul Mediterraneo occidentale e in particolare in prossimità dell’area ligure e tirrenica, sottoposta alle azioni delle Alpi e delle prealpi oltre che del Golfo Ligure quando la massa d’aria fredda che verrà calamitata nella notte tra il 22 e il 23 Dicembre inizierà a richiamare aria fredda di matrice dapprima polare-marittima, destabilizzata e successivamente di estrazione artico-continentale meno instabile e più secca anche se destabilizzata parzialmente resa umida dalle SSTA ovvero dalla superficie, dopo aver superato delle fasi in linea con la media stagionale con l’evento astronomico di ingresso del Solstizio D’Inverno che, quest’anno, ha avuto inizio il giorno 21 Dicembre alle ore 10, ora italiana.  Le cause sono dovute a maggiori debolezze della struttura troposferica del Vortice Polare (con la probabilità di alcuni riscaldamenti stratosferici polari che, in unione alla pressione atmosferica e alle temperature e all’umidità misurata dalle boe oceaniche dell’Oceano Atlantico, stanno rinvigorendo il sistema nuvoloso tramutandolo in una perturbazione avviluppata ad un vortice depressionario molto più profondo e rapido che inizierà a dare luogo a piogge e rovesci anche temporaleschi in trasferimento verso il Centro-Sud dal Nord Italia con le prime nevicate fino a quote basse a causa della discesa dello zero termico anche lungo il nostro Appennino e nelle nostre zone interne. Entro la giornata del 23 Dicembre e il giorno della Vigilia di Natale la posizione oramai centrata dai simulatori e dalle interpretazioni delle esperienze nei modelli di esempio e nei modelli fisico-matematici farà sì che altri sistemi nuvolosi a causa dell’Adriatic Effect Snow (effetto ed effetti ASE) causino eventi nevosi fino a quote molto basse, comprese tra i 200-300 m s.l.m., dunque a quote collinare lungo il settore pedemontano e nel settore interno appenninico fino a quote molto basse imbiancando specie il settore orientale e, mediante le forti correnti d’aria e i rinforzi con le raffiche di vento, anche lungo i versanti occidentali seppur con una maggiore variabilità e successivamente l’instabilità atmosferica. Si tratterà di eventi nevosi per il nostro Natale che non si vedono da anni. Dopo il transito di questa nuova area depressionaria meteorologica i sistemi perturbati si muoveranno dal mare perché ne nasceranno come in un luogo d’origine seguendo la deviazione della traiettoria e, successivamente, si muovono verso l’interno del Centro-Sud e del Centro Italia imbiancando tutta la catena appenninica centrale e meridionale di coltre bianca fino a quote molto basse con la possibilità di nevicate coriografiche fino in prossimità delle aree collinari e di graupel (neve tonda) sui litorali, mentre il settore occidentale sarà completamente soggetto a meno variabilità e a raffreddamenti dove la densità dell’aria dovuta al cielo terso farà sì che , i venti di Bora, di Grecale e di Tramontana scura e asciutta successivamente, ovvero il giorno della vigilia di Natale, a Natale e a Santo Stefano, le cui correnti d’aria molto fredda con le isoterme che non avranno una isoterma  – 4 e una – 8 gradi centigradi lontana sull’Europa orientale tramite il cambio di rotta tra est-shift e ovest shift faranno acuire il freddo artico anche in caso di forte vento al quale il nostro corpo che farà crollare sia i valori minimi che massimi nuovamente e successivamente al richiamo del Libeccio umido e uggioso del 23 Dicembre e della sua notte nonché dell’improvvisa rotazione ciclonica che tramuterà la pioggia in neve dagli 800 ai 700/600 m s.l.m. fino a raggiungere i 200 m s.l.m. nel giorno della vigilia e di Natale, nei quali la percentuale ipotetica di probabilità di nevicate da stau appenninico oltre all’accumulo e al contenimento alpino e il successivo riversamento dal lato sottovento si sarà manifestata attraverso la Bora in Alto Adriatico, il Borino e l’umido e freddo Grecale nel medio e basso Adriatico ruotando da nord-est/sud-est nella Marsica sud-orientale, localmente a Natale con i fiocchi di neve a causa della parentesi invernale di antizonalità dall’ovest all’est shift nuovamente sul settore centro-occidentale con l’avvenire di altri eventi tendenti alle schiarite successivamente alla giornata di Santo Stefano e forse all’ipotetica probabilità di sole infiltrazioni più umide e temperate atlantiche in seguito all’esaurimento della saccatura barica, quando diventerà direttamente variabile/neve con l’alternanza tra nubi e sprazzi di tempo bello e sereno a causa delle ampie schiarite  sui settori tirrenici del Centro e del Nord diventando tramontana secca e asciutta ad una successiva avvezione d’aria fredda in transito rapido sul nostro territorio italico. La prima linea di instabilità convettiva arriverà tra la notte di oggi e domani causando convergenza al suolo e,  sotto forma di fronte freddo provocando l’espansione delle masse d’aria mite convogliate dal minimo depressionari che scivolerà lungo il bordo orientale del blocco anticiclonico proteso a nord e leggermente  più ad ovest dove piegherà dando origine ad un successivo est-shift a causa del connubio con un altro anticiclone di natura termica ancora da confermare dall’effetto albedo della copertura nevosa quest’anno più estesa a causa degli indici e dei loro valori in tendenza al negativo, tra cui La Nina che ha effetti più deboli nel nostro emisfero boreale e più evidenti nell’emisfero australe, nonché le oscillazioni negative della NAO (Northern Atlantic Oscillation) che ha assunto da tempo una sua fase negativa in miglioramento con le prime espansioni dell’Anticiclone delle Azzorre lungo il meridiano di Greenwich in modo tale da offrire i bordi orientali una valvola di sfogo per le perturbazioni in grado di richiamare parte dell’aria artica in forma attenuta rispetto all’inverno russo e differentemente rispetto allo scorso anno, all’interno delle annate di uno degli Inverni relativamente miti e più caldi (molto miti) dopo il 2018 e, soprattutto, il 2007, uno dei più simili. Le ondate di freddo di questa entità e di origine artica durano dai cinque/sette giorni con un buon indice di affidabilità e di attendibilità confermato tuttavia e, come sappiamo, non è semplice che, come nel raro evento forse di ipotetica PEG (piccola era glaciale) che invece si verifichino ondate di gelo artiche con le espansioni verso l’Europa meridionale dell’Anticiclone delle Azzorre che dall’OPI inclusa la copertura nevosa e dalla AO in fase attualmente negativa, vengano compromesse da altri flussi occidentali e dai Westerlies che ondulano in modo più piccola dalle onde di Bierkness e in modo maggiormente amplificata con le onde di Rossby. La formazione e la posizione, nonché le variazioni in ciascun arco e periodo spazio-temporale della pressione atmosferica saranno e sono tuttora ancora piuttosto caotiche e complesse da valutare e diventa imprevedibile con l’aumento di così tante cause-effetti e innumerevoli fattori prevederne le traiettorie, le provenienze e le direzioni di provenienza in maniera anche probabilistica a delle distanze di tempo di come tenderà ad essere l’evoluzione di questo nuovo Inverno 2024/2025 anche se considerassimo una sola porzione e le sue differenze con lo scorso Inverno che potrebbero nettamente cambiare su gran parte dell’Europa e vedere un cambio di scenario ipotetico e probabilistico di grand eventi di freddo intenso e gelo, l’ultimo nel Febbraio 2012 durante tutto il mese simile all’Inverno inizialmente mite e improvvisamente freddo degli anni ’80 e nel 1956 invece che dagli ultimi quadri sinottici che modellistici in privazioni e direttamente privi di certezza, dunque sarà il nowcasting, un’indagine meteo-scientifica e meteo-climatica con il calcolo delle anomalie termiche e bariche. In effetti, ci sono diversi dettagli e aggiornamenti da valutare e una così distanza di tempo anche di pochi giorni potrebbe consentire ritrattamenti e/o ridimensionamenti delle evoluzioni del tempo anche sul nostro bacino del Mediterraneo e dell’Europa, tuttora ipotesi, seppur qualche nevicata, l’arco alpino più freddo e innevato, in trasferimento dal Nord con un netto miglioramento salvo qualche residuo di instabilità al Centro-Nord fino al Centro-Sud con le prime spruzzate di neve di inizio Inverno anche astronomico e il periodo finalmente in linea media e la norma del periodo e successivamente in queste parentesi più fredde leggermente sotto media nei valori minimi che minimi con l’avanzata e la ritirata sappur tale senza le correnti meridionali e la rotazione in esse, alla calma di vento e anche alla bava, un cielo terso e un’inversione e un’escursione termica più attiva nelle differenza tra i valori minimi e massimi che essa rappresenta rispetto alla seconda, salvo altri cambiamenti in vista. Nei prossimi aggiornamenti meteo, torneremo a parlarne insieme al nuovo consiglio in comunicazione accessibile avendo modo di porci in rapporto con il giudizio esperto

Vi ringrazio.

Qualora fosse possibile, vi invito a seguire il prossimo aggiornamento meteo in forma scritta.

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Tanti auguri di Buone Feste da tutta la rubrica di approfondimento di Meteorologia.

Riccardo Cicchetti

Fonte immagine principale dell’articolo meteo: https://www.unisr.it/news/2017/12/inverno-tra-arte-e-magia-scienza-fiocchi-di-neve



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