ORSA AMARENA, LUNEDÌ 23 DICEMBRE APPENNINO ECOSISTEMA PARTE OFFESA NEL PROCEDIMENTO PENALE



 

Nel procedimento penale contro Andrea LEOMBRUNI per l’uccisione dell’orsa Amarena (avvenuta il 31 agosto dello scorso anno a San Benedetto dei Marsi), che vedrà la prima udienza lunedì prossimo, 23 dicembre, davanti al Giudice per le Udienze Preliminari di Avezzano, Appennino Ecosistema è parte offesa e proporrà la sua costituzione come parte civile. L’Associazione Appennino Ecosistema, infatti, fa parte della Global Alliance for the Rights of Nature, un’alleanza internazionale di centinaia di esperti, associazioni e istituzioni impegnati a far riconoscere i diritti della Natura come soggetto giuridico da rispettare in quanto tale (https://www.garn.org/our-members/). In questo senso, l’Associazione si proporrà come “tutore” degli interessi dell’ecosistema appenninico, in attesa che anche l’ordinamento giuridico italiano gli conferisca i diritti soggettivi che merita, dopo il primo passo compiuto nel 2022 con l’introduzione tra i principi fondamentali della nostra Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, definiti più volte dalla Corte Costituzionale come “interessi pubblici di valore costituzionale primario ed assoluto”.

orsa amarena uccisa a fucilate

Appennino Ecosistema parteciperà anche alla manifestazione promossa per il giorno dell’udienza davanti al Tribunale di Avezzano dall’Associazione Animalisti Italiani,con l’adesione di WWF, ENPA, OIPA, LNDC e LAV.

Appennino Ecosistema chiede di procedere penalmente contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena non semplicemente per il reato di uccisione di animali(art. 544-bis c.p., applicabile a chiunque uccida qualsiasi animale senza necessità o percrudeltà, con una pena irrisoria della reclusione da 4 mesi a 2 anni), ma anche per i ben più appropriati e gravi reati di uccisione di specie selvatiche animali protette (art. 727-bis c.p., che vieta l’uccisione di esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta, con la pena dell’arresto da 1 a 6 mesi o l’ammenda fino a € 4.000, senza necessità di dover dimostrare il dolo del reo) e soprattutto di inquinamento ambientale(art. 452-bis o almeno 452-quater, che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da € 10.000 a 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili di un ecosistema, della biodiversità, della flora o della fauna), introdotti nel nostro codice penale solo nel 2011 (il primo) e nel 2015 (il secondo) in recepimento della Direttiva UE sulla tutela penale dell’ambiente (Dir. 2008/99/CE).

Orsa Amarena con i cuccioli

Infatti, sostiene il Presidente di Appennino Ecosistema (il giuri-ecologo Bruno Petriccione), l’uccisione di una femmina di orso bruno marsicano, entità biologica gravemente minacciata di estinzione e per questo tutelata in modo prioritario a livellonazionale, europeo e mondiale, costituisce certamente una gravissima minaccia ed un grave danno concreto alle possibilità di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano(decurtando la sua già esigua popolazione del 5%) e quindi un grave danno al suo habitat, all’ecosistema del quale è parte fondamentale ed in generale alla biodiversità di tutti gliAppennini Centrali. I nuovi gravi reati di delitto ambientale citati sono stati introdotti solo nel 2015 nel nostro ordinamento giuridico a seguito della paventata apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia, da parte della Commissione Europea, per l’insufficienza delle norme penali italiane poste a tutela dell’enorme patrimonio di biodiversità dell’UE, successivamente alla precedente uccisione volontaria di un orso bruno marsicano, rimasta impunita, avvenuta a Pettorano sul Gizio nel 2014. Porre allo stesso livello l’offensività dell’uccisione di un orso bruno marsicano e quella di una gallina sarebbe un assurdo giuridico, oltre che una gravissima offesa a tutti i cittadini onesti e rispettosi della fauna e della flora selvatiche, che continuano a sforzarsi di far parte di comunità umane in equilibrio con tutte le altre componenti dell’ecosistema”.


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