Parco del Gargano in stallo, ecco le ultime novità – Sanmarcoinlamis.eu

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Procedura celere

 


di Francesco TROTTA

Al grido “restituire il Gargano ai Garganici” cresce sempre di più nello Sperone d’Italia la speranza – in riferimento all’ente Parco nazionale del Gargano – dell’avvento di un presidente autoctono “garganico” (ovvero espressione del territorio). Nell’attesa che ciò avvenga emerge intanto in maniera evidente – ad ascoltare le rimostranze, rivendicazioni, lamentele della stragrande maggioranza di sindaci, agricoltori, allevatori e associazioni ambientaliste – la richiesta di discontinuità. Il numero degli appelli e delle prese di posizioni in tal senso è nettamente superiore rispetto a quelli di segno contrario, ovvero della “continuità”. Insomma sul Gargano auspicano un nuovo presidente (se garganico molto meglio). Da nominare in tempi brevi però. Ma da Roma non si muove foglia. Finora. Tutto fermo. Tutto (ancora) in alto mare. Calma piatta, neanche uno “stormir di fronde”. Non solo. Se l’attesa di un nuovo presidente è roba recente (il docente foggiano è scaduto lo scorso 6 agosto e dopo la scadenza della prorogatio di 45 giorni -20 settembre- è stato nominato commissario per tre mesi fino a fine anno), datata è, viceversa, quella inerente il varo del Consiglio Direttivo. Che manca da ben 4 anni, scaduto com’è dal 6 giugno 2020. Un vuoto che -a sua volta- impedisce – a cascata- la nomina di un direttore effettivo (perché secondo la normativa è al direttivo che tocca esprimere la terna) obbligando così l’ente, ormai da tempo, a ricorrere -per andare avanti- ai facenti funzioni. Anche su questo versante idem. Niente. Dalla Capitale nessun cenno. Nessuna notizia. Silenzio. Tutto tace.

MA A ROMA NON STANNO FERMI, SOLO CHE NON TROVANO LA QUADRA SULLA NOMINA DEL NUOVO PRESIDENTE

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Procedura celere

 

In verità, almeno a dar retta ai boatos (voci) provenienti da oltretevere, nella capitale – sul fronte nomina Presidente – non starebbero con le mani in mano, anzi…. Solo che pur affannandosi in confronti su confronti e arrivando finanche ad azzuffarsi, a mancare è la quadra. Tra tavoli tecnici e riunioni fiume abbondano i litigi, ma non le intese, che latitano. E continuano a latitare. Risultato? Il perpetuare oggettivo di uno sterile status quo che non giova a nessuno, né al territorio, né all’ente. A poche settimane dalla fine del 2024 a Monte Sant’Angelo in via Sant’Antonio Abate il quadro è grosso modo questo, da cinque anni a questa parte: un déjà vu.

CELESTE DE CATA (APRICENA) AL POSTO DI ALESSANDRA MATARANTE (LESINA) LO HA DECISO LA COMUNITA’ DEL PARCO

Lo scorso 28 novembre 2024 all’unanimità (12 presenti e 12 votanti) la comunità del Parco (dopo svariate sedute andate a vuoto per mancanza del numero legale) – che raggruppa i 18 Comuni dell’area protetta più Regione Puglia e Provincia di Foggia – ha eletto Celeste De Cata del consiglio comunale di Apricena in sostituzione di Alessandra Matarante (quote rosa), decaduta in seguito allo scioglimento anticipato dell’assise del Comune di Lesina. Evaso tale passaggio è andata poi in onda la solita litania di proteste all’indirizzo di Roma e del Mase per la infinita e inaccettabile fase di stallo riguardante la nomina del consiglio direttivo, cui si è aggiunta di recente quella del nuovo presidente, con i sindaci a strepitare, ad agitarsi, a protestare per l’immobilismo del Ministero. Ma poi una volta chiusa la seduta, ognuno è ritornato alle proprie incombenze (e preoccupazioni) municipali. Ed è finita lì. La rabbia è evaporata e il tran tran quotidiano ha preso il sopravvento. Eventuali forme civili di protesta da attuare nei confronti del MASE a Roma per questi ritardi inaccettabili? “Forse… Domani valuteremo … dai… ci penseremo”. Va avanti così da un lustro. Ma tant’è….

L’ATTUALE COMMISSARIO FOGGIANO VERSO LA PROROGA

In attesa dell’attivazione dell’iter per l’intesa tra Ministero e Regione Puglia in merito alla nomina del nuovo presidente, il sesto della quasi trentennale storia del Parco nazionale del Gargano dopo Petrilli (Lucera), Fusilli (montanaro trapiantato a Manfredonia), Gatta (Manfredonia), Pecorella (Manfredonia) e Pazienza (Foggia), il mandato trimestrale prossimo alla scadenza (31 dicembre) dell’attuale commissario sarà prorogato (tre mesi, da non escludere sei). Assicurazioni in tal senso sono giunte anche da Roma, dove nella giornata di martedì scorso c’è stato un evento collegato alle aree marine protette, presente lo stesso ministro Gilberto Pichetto Fratin. Una proroga concessa giocoforza vista l’assenza di accordi e intese su un nome gradito all’intera area garganica. Nel frattempo è partita la fase di ascolto del territorio (stop a nomi calati dall’alto, un modus operandi già bocciato in un recente passato) da parte del Ministero. Lo scopo? Giungere alla nomina di un nome (“out” la maggior parte di quelli finora circolati) il più condiviso possibile, al fine di dotare l’ente Parco -per il prossimo quinquennio- di una figura autorevole e di spessore, gradita a tutti e in grado di supportare adeguatamente le istanze dell’intero territorio (asse trainante della Daunia).





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