“Non solo la siccità che nel 2024 ha finito a piegare la già sofferente agricoltura abruzzese, in particolare la produzione di olivo, vite e ortofrutta, ma i ristori governativi e regionali attesi dal 2023 e mai arrivati per i danni del maltempo e la peronospora, insieme all’inefficace politica regionale messa in campo dal Governo della destra, hanno avuto ripercussioni enormi sull’economia del comparto. Migliaia di aziende agricole sono in seria difficoltà e con una redditività compromessa anche a causa dei rincari dei costi di produzione. Con l’ottenimento dello stato di calamità si potevano attivare tempestivamente ulteriori misure a favore delle imprese agricole gravemente danneggiate, ma a distanza di mesi, anche tale possibilità è rimasta ferma e improduttiva, aggravando ulteriormente la già precaria situazione di molte aziende agricole a rischio di chiusura e quella di tutto il sistema agroalimentare regionale. Per questo con un emendamento chiederemo l’istituzione di un fondo cospicuo per attivare le azioni principali che questo governo regionale non smuove“.
Così il segretario regionale Pd Daniele Marinelli, il capogruppo consiliare Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci. I dem annunciano così la proposta, in sede di bilancio, di un emendamento da 10 milioni di euro per istituire un fondo a ristoro dei danni subiti a causa della siccità degli ultimi due anni. La misura, a fondo perduto, è rivolta a tutte le aziende abruzzesi che hanno registrato danni o una diminuzione della produzione, con l’obiettivo di garantire risorse immediate per il rilancio, fronteggiare questa emergenza climatica e sostenere il settore primario e produttivo.
Nel 2024, infatti, una siccità senza precedenti ha colpito l’Abruzzo mettendo a dura prova il settore agricolo, causando perdite ingenti nei vari comparti che vanno dalla viticoltura, che ha registrato un crollo del 35%, all’oltre il 60% di perdite nell’olivicoltura, 30% per la cerealicoltura, dal 15 al 25% nell’ortofrutticoltura e giù del 25% quella della fienagione. Ma ci sono anche gli effetti a catena: aumento dei costi di produzione per la gestione dell’azienda agricola e dei prezzi al consumo; degrado del territorio e perdita di biodiversità; rischio di abbandono delle terre.
“Non possiamo permetterci di stare con le mani in mano e assistere a un tracollo che si può evitare“, scrivono ancora gli esponenti del Pd, elencando poi le proposte che porteranno in sede di bilancio. “Sono tante le sfide che l’agricoltura abruzzese deve affrontare per salvarsi e tornare a crescere, in primis uno sviluppo sostenibile e competitivo del settore, migliorando la qualità della vita nelle aree rurali e proteggendo l’ambiente. Tutto questo non si può ottenere senza un intervento urgente e coordinato, condiviso con la filiera. Per centrare l’obiettivo bisogna prevedere in bilancio finanziamenti a fondo perduto per ristorare il forte calo di produzione denunciato dalle associazioni degli agricoltori e per attivare le misure di sostegno necessarie per aiutare le imprese agricole a superare questa difficile fase, compreso l’immediata erogazione delle risorse stanziate dall’articolo 24 della L.R. 4/2024. Vanno poi risolti pure i problemi tecnici nell’erogazione del gasolio agricolo agevolato con la scelta di un sistema performante con meno burocrazia e più immediato. Serve un sostegno serio alla ricerca e all’innovazione; vanno ristrutturate le reti idriche dei Consorzi di Bonifica e promuovere nuovi invasi e interventi di manutenzioni e nuove realizzazioni di laghi e pozzi artificiali; vanno riformate le norme sulla fauna selvatica, pensando pure a un commissario straordinario con cui costruire un piano di contenimento degli ungulati dotato di risorse“.
“Azioni strutturali indispensabili, molte delle quali la Regione potrebbe già attuare, se sbloccasse i fondi della programmazione 2021/27, attualmente fermi e non utilizzabili. Ma accanto ad esse ci sono altre azioni da portare avanti, importanti, ma meno stringenti, come la promozione dei prodotti agricoli locali per valorizzare le produzioni di qualità e assicurare introiti agli agricoltori; così come combattere la carenza manodopera agricola, attraverso procedure per il reperimento della manodopera, incentivi alla stabilità occupazionale e tanta formazione professionale. In ultimo, nei quasi sei anni di Marsilio non abbiamo visto andare in onda azioni convincenti in merito allo sviluppo socio economico e ambientale delle aree rurali: è necessario favorire l’innovazione tecnologica, migliorare le infrastrutture e i servizi, formare e tutelare le risorse naturali, per far divenire le aree rurali luoghi capaci di contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio“, concludono.
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