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“C’è un’Italia produttiva che continuerà a mietere successi all’estero nonostante l’addensarsi di nubi all’orizzonte. È quell’Italia che ha puntato sulla tecnologia e sull’innovazione”. Non ha dubbi Riccardo Corino, direttore commerciale del gruppo Bcc Iccrea, secondo il quale settori come la meccanica specializzata e il tecnoalimentare si mostreranno più “forti delle difficoltà dell’economia tedesca, dei crescenti problemi di quella francese, delle difficoltà che si incontrano nel mercato cinese, dell’incertezza sui dazi Usa e, più in generale, delle problematiche geopolitiche che stanno creando non pochi timori”.
Secondo l’esperto della società che raggruppa ben 114 banche di credito cooperativo (Bcc), già gli anni immediatamente successivi alla pandemia hanno dimostrato la forza sui mercati internazionali di tutte quelle piccole e medie imprese tricolori che si sono specializzate in produzioni di nicchia e che, grazie ad esse, hanno velocemente recuperato i valori pre-Covid, per poi superarli.
“Si pensa che la ricerca e lo sviluppo siano importanti solo nell’high tech ma non c’è niente di più sbagliato – prosegue Corino – anche nei settori considerati più tradizionali essi sono la chiave del successo, assieme alla capacità di allargare il proprio raggio d’azione al di fuori della propria zona di comfort. I distretti produttivi sono un ambito di grandissima importanza e garantiscono la crescita soprattutto alle aziende appena nate. Una volta diventate ‘adulte’, però, devono guardare anche oltre i confini del distretto; quelle che lo hanno fatto sono riuscite a proiettarsi in un’altra dimensione”.
In questo processo di internazionalizzazione il sistema bancario costituisce un tassello fondamentale, perché le Pmi si finanziano quasi esclusivamente tramite questo canale. Per il gruppo Bcc Iccrea e le sue banche sparse lungo tutto lo stivale questo è doppiamente vero perché, proprio in virtù del loro radicamento sul territorio che ne rappresenta forse il tratto più distintivo, le piccole e medie imprese sono il cliente d’elezione.
La particolare struttura del gruppo Bcc Iccrea agevola poi il raggiungimento delle imprese. Da una parte, infatti, ci sono le numerosissime realtà che presidiano il territorio – le Bcc sono più di cento – dall’altra l’appartenenza ad un gruppo così ampio consente anche alle realtà più piccole di erogare finanziamenti che, basandosi solo sul proprio bilancio, non sarebbero in grado di sostenere: l’erogazione del credito è infatti mutualizzata a livello di capogruppo.
I servizi che il gruppo Bcc Iccrea mette a disposizione dei clienti delle Bcc sono numerosi e contemplano, fra le altre cose, la collaborazione con istituzioni che operano a sostegno delle imprese come Sace, Simest, Bers e Bei. Nel campo dei finanziamenti agevolati, per esempio, fornisce servizi di consulenza per ottenere quelli erogati da Simest per la realizzazione di investimenti relativi alla transizione digitale ed ecologica, alla partecipazione a fiere internazionali e all’inserimento di strutture commerciali nei mercati esteri. Questa attività ha registrato, nell’ultimo anno, una crescita delle pratiche gestite nell’ordine del 15% a oltre 100 milioni di euro di finanziamenti agevolati erogati da Simest, una cifra che fa del gruppo Bcc Iccrea uno dei principali referenti della controllata di Cassa Depositi e Prestiti.
Nel caso poi di operazioni per la costituzione o l’acquisizione di imprese all’estero, sempre da parte di società italiane, alla consulenza può affiancarsi un finanziamento diretto da parte del gruppo a tassi di mercato. In queste operazioni Simest, oltre ad erogare contributi in conto interessi abbattendo il costo del finanziamento, può intervenire anche con la sottoscrizione di una quota del capitale sociale delle controllate estere in qualità di “silent partner” dell’imprenditore. Su queste attività il gruppo Bcc Iccrea vanta una quota di mercato che arriva al 15%.
“Mettiamo inoltre a disposizione dei nostri clienti i finanziamenti intercompany, per mezzo dei quali si arriva a finanziare direttamente in euro società estere controllate da holding italiane – spiega Corino – trattandosi spesso di società costituite in Paesi emergenti, dove il costo del denaro è ben più alto che in Italia, questo strumento consente alla controllata estera di non contrarre il finanziamento in valuta locale, che solitamente è a tassi estremamente più elevati”. Solo nel biennio 2023-2024, sono state perfezionate diverse decine di finanziamenti intercompany con volumi complessivi che hanno superato i 50 milioni di euro.
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