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MOSCA. Natale a Mosca, aspettando il 2025 e le vacanze del ‘Novy God’, nel segno delle tradizioni, italiane per chi dal Bel Paese arriva. E per un pranzo in linea con i concittadini italici non serve ingegnarsi tanto, basta andare al supermercato o nei ‘magazin’ di periferia.
Dei pacchetti di sanzioni imposti contro la Russia ormai si è perso il conto. Ad essere penalizzate sono le persone – indistintamente siano europee o russe – che devono sobbarcarsi viaggi interminabili, molto costosi, attraverso altre nazioni con rischio di perdere coincidenze, bagagli e soprattutto le ‘staffe’. Non sembrano aver particolarmente risentito alcune classi merceologiche. Tutt’altro. Basta qualche triangolazione, tra Kazakistan, Azerbaijan o quello che fino a qualche anno fa era il ‘segreto’ Turkmenistan (da marzo c’è il volo di linea con Milano Malpensa), ed ecco che il prodotto arriva sugli ordinati scaffali delle tante catene di supermercati, ma anche botteghe, presenti in Russia.
Nell’immensa Federazione che va da Kaliningrad alla sperduta Chukotka, ovviamente passando per Mosca, anche i prodotti del Trentino Alto Adige non mancano: sono in bella mostra per farsi acquistare dai russi che hanno sempre avuto un occhio di riguardo per le bellezze (paesaggistiche e culinarie) italiane. In una Mosca ormai prossima a celebrare il 2025 – dal 31 dicembre iniziano le vacanze del ‘Novy God’ – tra luci, addobbi, sapori e soprattutto antiche tradizioni, non mancano i panettoni e i dolciumi italiani confezionati in Italia. Le scritte sulla confezione sono nella lingua di Dante e solo una piccola etichetta in cirillico riporta la provenienza – è indicato anche lo stabilimento – e gli ingredienti.
Alla filiale del grande magazzino Tvoy Dom al km.66 del grande raccordo anulare moscovita (Mkad) a poche centinaia di metri da quella che era la raffinata sala concerti ‘Crocus City Hall’ andata distrutta nell’attentato del 22 marzo scorso, c’è un banchetto dedicato esclusivamente ai panettoni e pandori Paluani. C’è l’imbarazzo della scelta, al cioccolato e alla crema chantilly, compreso il ‘tronco di Natale’. Prezzo? Oscilla tra i 12 e i 22 euro. L’inconfondibile confezione di colore rosso effettivamente attira.
In alcuni angoli dei supermercati sembra di essere nel Bel Paese. C’è la pasta italiana di vari tipi e marche (dalla Barilla alla De Cecco, senza glutine, cinque cereali, e di tante aziende regionali) e i vari prodotti sottolio, passate di pomodoro comprese. Il reparto marmellate è ben fornito di brand stranieri. Spiccano i vasetti dell’azienda veneta Rigoni di Asiago, dal gusto nocciola alle fragoline di bosco. Non mancano nemmeno i dolci della Loacker usciti, come indica l’etichetta, dallo stabilimento di Auna di Sotto sul Renon in Alto Adige. C’è anche la Nutella, compresa la versione Natale.
La zona degli alcolici è sempre ben fornita. Nei supermercati il reparto dei vini è perfettamente organizzato, dalla Nazione (identificate con la scritta in cirillico e la bandiera) fino alla singola regione. Al Tvoy Dom è come tuffarsi virtualmente in Italia. Il settore dei ‘bianchi’ e ‘rossi’ di aziende del Trentino Alto Adige è ben fornito, anche di annate recenti. Si va dal Lagrein al Pinot Nero, dal Pinot Grigio al Cabernet Sauvignon, dal Moscato al Gewürztraminer. Insomma, l’imbarazzo della scelta. Si va da un prezzo di circa 10 euro fino ad un massimo di 55 euro, ovviamente dipende dalla singola bottiglia e talvolta ci sono sconti.
La gastronomia italiana si sa, è adorata a livello mondiale, e ai russi piace particolarmente. Nei supermercati di alta gamma si trovano anche i sughi di pomodoro italiani e svariati prodotti europei. Le bottiglie di acqua italiana di alcune fonti italiane non sono difficili da reperire. Il ‘made in Italy’ non si trova solo a Mosca ma anche in luoghi più difficili da raggiungere, come la cittadina di Kirishi nell’Oblast di Leningrado, in passato già visitata dalle pallanuotiste italiane per aver giocato alcuni incontri sia di club che con il Setterosa.
Marchi italiani si trovano nei ‘magazin’ (botteghe) delle più sperdute cittadine della Siberia. Insomma, il tricolore italico non sventola solo all’esterno di Villa Berg, la favolosa residenza dell’Ambasciata italiana a Mosca. Se i fusilli, le mezze penne e le orecchiette vanno a ‘ruba’, nei supermercati c’è il brand per antonomasia simbolo dell’Occidente: la Coca Cola, con e senza zucchero. C’è la variante russa ed è molto venduta, si chiama Dobry Cola, è contenuta in una lattina rossa con le scritte bianche in cirillico che assomiglia proprio al design della Coca Cola. C’è una seconda variante, sempre russa, la Chernogolovka Cola dal nome della cittadina nella periferia est di Mosca dove è stata fondata.
Il Natale
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