tra diffide, biglietti aumentati e cattiverie evitabili

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COSENZA A Cosenza è tradizione gastronomica antica il giorno di Santo Stefano mangiare la raffinata zuppa alla santè con brodo di tacchino o pollo, verdure e polpette. Ebbene questo Santo Stefano o si anticipa il pranzo di molto o si sposta alla sera perché alle 15 al San Vito Marulla la cabala dei sorteggi ha deciso che si gioca il derby con il Catanzaro, la partita più vissuta tra Busento e Ponte Grande. Zuppa assicurata solo per chi la vedrà da casa in diretta streaming. Pranzo a casa anche per i tifosi delle Aquile giallorosse che quest’anno non potranno percorrere i 100 chilometri che li separano dai cugini per divieto di trasferta legato ai fattacci del derby della scorsa primavera che registrarono scontri e incidenti molto malgovernati e che hanno indotto alla soluzione securitaria più comoda.
L’inusuale partita in clima natalizio m’induce a soffermarmi sui comportamenti del presidente del Cosenza Calcio, Eugenio Guarascio, il quale mostra doti di cattiveria non comune negli ultimi tempi.
La vicenda dei biglietti raddoppiati per i settori popolari e tornata e quote più civili nel giro di poche ore dopo la rivolta che si era manifestata sui social. Eravamo andati al di fuori di ogni razionalità.
Un presidente è un patron, un padre nobile di una comunità sportiva, il capo famiglia che deve mostrarsi nelle scelte oculato e disponibile.
Non siamo nelle concessionarie dei treni e degli aerei che a Natale alzano il prezzo per chi deve tornare a casa. Nessun rispetto verso quei tifosi che vanno in trasferta in ogni dove assiepando il settore ospiti e nessun rispetto verso una passione sportiva radicata. Raddoppiare il costo dei biglietti è stata una sortita che si doveva evitare. Una macchia complicata da cancellare.
Le dedico il celebre canto di Natale, presidente Eugenio Guarascio, quello scritto da Charles Dickens nel 1843 e che ha ispirato decine di film e opere teatrali. Lei purtroppo ricorda Ebener Scrooge, il protagonista avaro che non ama lo spirito di Natale e viene assediato da diversi fantasmi nella data più bella dell’anno. Lei sembra avulso dalla comunità e dallo spirito natalizio.
Ha scelto di disegnarsi il personaggio del cattivo per il calcio mercato, nella gestione dei conti che sono costati 4 punti di penalizzazione alla squadra, nei rapporti con i tifosi arrivando a chiedere provvedimenti spropositati per chi contesta i suoi risultati.
Il Cosenza fa parlare spesso per essere in vendita, ora a fondi americani o a sceicchi arabi grazie a mediatori cosentini. E’ cronaca di queste ore. Come lo sono le dimissioni inaspettate del Dg Beppe Ursino.
E’ un tema delle cronache sportive. E siamo costretti a rivelare che nei confronti della nostra testata lei di recente ha tenuto molto ad indossare i panni di Ebener Scrooge, che in una sua celebre rappresentazione è interpretato da zio Paperone poco zio e molto Paperone.
Nello scorso novembre il nostro collega Francesco Veltri, cronista serio e apprezzato che ha anche il merito di aver sollevato con un suo libro l’oblio da Vittorio Staccione, figura nobile rossoblu caduta nell’inferno di Mathausen, ha raccontato grazie a fonti autorevoli di prima mano di una trattativa tra Guarascio e il patron Vrenna di Crotone. Circostanza poi smentita in televisione dal presunto acquirente secondo gioco delle parti. Per 20 giorni silenzio dalla sua società. Poi il buon Veltri viene invitato in televisione e racconta di recenti disservizi allo stadio Marulla con bar chiusi, entrate per disabili bloccate, bagni sporchi. Ancora una volta cronaca nuda di fatti. Tra caso e coincidenza il nostro direttore Paola Militano e il buon Veltri si vedono recapitare una lettera firmata da due avvocati in nome e per conto della dottoressa Rita Rachele Scalise (che cura gli interessi di Guarascio) in cui oltre alla normale disamina dei fatti secondo la propria ragione si legge alla fine in nero e bold. “Vi intimiamo e diffidiamo dal pubblicare notizie false e giammai verificate che possano destabilizzare l’ambiente e la squadra del Cosenza nonché ledere l’immagine e la reputazione della società e dei suoi dirigenti”.
Mi chiedo e le chiedo presidente Guarascio perché dopo tanto tempo dalla notizia pubblicata questa diffida? Eppure la stessa notizia è apparsa anche sulle colonne di Tifo Cosenza dell’autorevole Valter Leone e sul sito specializzato Blastingnews che ha tra i suoi motti “News verificate”. Perché non chiedere una smentita nella immediatezza della pubblicazione che nessuno avrebbe negato? Si è voluto fuori tempo massimo scegliere l’intimidazione propedeutica minacciando successiva querela. Tutto questo da chi è anche un editore come Guarascio. La lettera non ha intimidito nessuno. Innanzitutto il nostro direttore Paola Militano che sa fronteggiare ben altre prose avvocatesche minacciose. Tantomeno il collega Veltri giornalista mite e coscenzioso nel suo ruolo.
Per questo le ho dedicato il Canto di Natale di Dickens presidente Guarascio. Perché quel celebre racconto si chiude con il ravvedimento di Scroogie che diventa una persona amata da tutti. Vorrei fosse così anche per lei presidente Guarascio. Innanzitutto per la sua coscienza e poi per il suo ruolo. Buon Natale a lei e a chi ci legge.
Buon derby a tutti. Ai miei beniamini calcistici, ultimi in classifica, sia consentito dire non fateci andare la zuppa alla santè di traverso. (redazione@corrierecal.it)

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