Come si entra nel cuore pulsante di Scampia? Con gli ‘A67 e il nuovo libro-disco “Nemesi”, tra bisogno di evasione e senza feat strappa like. La nostra intervista a Daniele Sanzone… – MOW

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“Nemesi” è il nuovo progetto artistico degli ‘A67, curato dal frontman Daniele Sanzone. Un disco (prodotto dalla Betty Wrong di Elisabetta Sgarbi) e un libro (edito da Baldini+Castoldi) che vogliono essere un prodotto culturale ambizioso. Ecco cosa ci ha raccontato Daniele Sanzone sul progetto…

Gli ‘A67 escono con nuovo progetto artistico, “Nemesi”, a cura di Daniele Sanzone, il frontman della band napoletana, che si compone di un libro e un disco. Libro pubblicato dall’editore Baldini+Castoldi e disco prodotto dalla Betty Wrong di Elisabetta Sgarbi. Non è la prima volta che il gruppo firma un prodotto multimediale così ambizioso. Sono diversi gli autori che hanno contribuito con dei racconti ispirati dai brani del disco e raccolti sotto il nome di “Nemesi, d’amore e di anarchia”. Quella Nemesi che distribuisce la giustizia sociale rimettendo in equilibrio l’universo. MOW ha incontrato Daniele Sanzone.

 

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«Le canzoni di “Nemesi”, come ogni cosa che scrivo – libri, articoli, testi di canzoni – o che faccio, nascono da un’urgenza. Abbiamo il difetto di scrivere e pubblicare solo quando sentiamo di dover dire qualcosa. “Nemesi” è un’antologia pubblicata da Baldini+Castoldi e un disco in streaming, per il momento, prodotto dalla Betty Wrong di Elisabetta Sgarbi. In primavera, invece, uscirà il vinile dell’album con il QR code che rimanda ai racconti letti dagli stessi autori. Con “Nemesi” è un po’ come se si chiudesse un cerchio dall’ultimo disco e libro “Jastemma”». Daniele Sanzone è il frontman degli ‘A67, la rock band di Napoli composta da Enzo Cangiano (chitarra), Gianluca Ciccarelli (basso), Mirko Del Gaudio (batteria), che prende il nome dalla legge n. 167 del 18 aprile 1962 per l’edilizia residenziale pubblica italiana, in base alla quale è stato costruito anche il quartiere di Scampia. «Avevamo bisogno di evadere, di uscire in qualche modo da Napoli ed è nata l’occasione: abbiamo conosciuto Filippo Fabbri che ha creato insieme a Romano Fistola il ponte che ci ha portato a Parigi. Lo ha creato in tempi record, grazie all’università Paris-Saclay e la Federico II di Napoli, all’interno di un progetto di rigenerazione urbana sulle periferie attraverso la musica e le nuove tecnologie». Gli ‘A67 con “Jastemma” vinsero, nel 2022, la targa Tenco per il miglior album in dialetto. E da diversi anni fanno dischi a cui accompagnano libri legati alle loro canzoni. «È come se il disco o la forma canzone non ci bastasse più, quindi andiamo alla ricerca di strade inesplorate cercando di offrire sempre qualcosa di unico ai nostri fan, infatti, proprio da qui parte l’idea di creare nuove narrazioni dalle nostre canzoni. Oggi bisogna dare qualcosa in più, e deve essere multimediale un’opera per arrivare su più fronti. Deve cercare di emozionare e suscitare emozioni, suggestioni, quindi ci piace l’idea di immergere il lettore, l’ascoltatore in un flusso di coscienza che sia musicale e letterario».

“Nemesi d’amore e di anarchia” è il titolo del libro-disco a cura di Sanzone. Il libro raccoglie i racconti di diciotto autori, tra gli altri, Valeria Parrella, Antonella Ossorio, Romolo Luigi Carrino, Amleto de Silva, ispirati dai brani degli ‘A67. La postfazione è di Laura Valente, musicologa, cantautrice e voce dei Matia Bazar dal 1990 al 1998. Come infatti, è proprio lei a dare una connotazione a “Nemesi”. Le altre artiste coinvolte in questo progetto sono Séverine Seba e Elisabetta Serio. «Séverine Seba è una cantante incredibile. L’abbiamo conosciuta a Parigi e ce ne siamo subito innamorati. Abbiamo ascoltato la sua voce, abbiamo passato il tempo insieme. Insomma, come ogni nostra collaborazione nasce sempre dal profondo, noi non facciamo featuring o collaborazioni strappalike – un po’ come si fa nell’hip-hop e ovunque, ormai -, laddove abbiamo scelto nomi di richiamo è perché è nata una collaborazione sincera, vera, è perché abbiamo capito che era la persona giusta. E così è stato con Séverine, che ha suggellato questo progetto nato tra Napoli e Parigi. Per quanto riguarda Elisabetta Serio, lei è una delle più grandi pianiste che abbiamo in Italia, non a caso è stata l’ultima pianista che ha avuto Pino Daniele. Ha un’anima incredibile, una sensibilità fuori dal comune. Elisabetta è anche nel nostro precedente album e ci è sembrato naturale chiamarla anche adesso. Siamo profondamente innamorati di lei», dice Sanzone. Scampia-Parigi, un asse azzardato e potente tra una periferia complessa e una capitale europea. La composizione è nata a Napoli, ma il disco è stato registrato, ultimato e finito a Parigi. Daniele Sanzone conclude: «Il nostro sguardo, il nostro nome ci precede. ‘A67 coincide con un’architettura, con una legge, con una storia, e sicuramente Scampia è un mondo nel mondo, è Napoli, ma non lo è, è qualche cosa di più profondo fatto di dolore, di sguardi affilati, di criminalità. E quindi avevamo bisogno di confrontarci con un suono diverso. Abbiamo avuto l’onore di collaborare con uno dei più grandi fonici, in Francia, che ha lavorato anche con Lenny Kravitz e tanti altri nomi, e poi ci piaceva portare la periferia a Parigi. E comunque era all’interno di un progetto di rigenerazione urbana periferica, perché quello tra la Paris-Saclay e la Federico II era, appunto, anche un progetto di realtà aumentata».





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