Salute, istruzione e lavoro: Abruzzo nel complesso in linea con la nazione

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Salute, istruzione e lavoro. Questi i tre ambiti su cui il Cresa (Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia) ha concentrato la sua attenzione prendendo come punto di riferimento l’aggiornamento Istat al 2024 dell’analisi del benessere equo e sostenibile.

A venire fuori, a livello generale, è un Abruzzo tutto sommato in salute rispetto alla media del Mezzogiorno e quasi in linea con la media nazionale per tutti e tre gli indicatori, che solo in alcuni casi fanno registrare uno svantaggio rispetto a quest’ultima.

Decisamente inferiori all’Italia e al Meridione le incidenze tra i residenti dei decessi per cause evitabili (19 ‱ tra 0 e 74 anni), della mortalità infantile (2,3‰ nati vivi) e per incidenti stradali (0,4‱ tra i 15 e i 34 anni) e per tumore (7,2‱ t tra i 20 e i 64 anni).

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Al contrario, il peso tra la popolazione anziana della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (35,4%) è particolarmente elevata. Valori intermedi tra i due livelli territoriali assume la speranza di vita alla nascita (83 anni).

Tra le province emergono per la maggiore speranza di vita Pescara (83,5 anni) e Teramo (83,5 anni) quest’ultima è anche l’unica ad aver recuperato il valore pre-pandemico. Questo indicatore, infatti, fa registrare un peggioramento più intenso del Meridione e dell’Italia.

Per quanto riguarda le cause di mortalità, i migliori valori sono per la mortalità evitabile Teramo e Chieti (entrambe 17,7%), per l’infantile Pescara (1,4 %), per quella da incidenti stradali Chieti e L’Aquila (0,3‱) che riporta anche le minori incidenze dei decessi da tumore (6,3‱) e da malattie del sistema nervoso (28,5‱).

Buone notizie per l’Abruzzo sul fronte istruzione e formazione. La nostra regione, infatti, si caratterizza per una posizione migliore rispetto all’Italia e al Mezzogiorno per l’incidenza dei diplomati (71,2% dei residenti 25-64 anni), dei laureati (30,4% delle persone 25-39 anni), dei NEET (12,5%), per il tasso di passaggio all’università (60,9%) e per livelli inadeguati di competenza numerica (42,1%) e alfabetica (35,7%). I dati regionali sulla formazione continua (9,9%) e sulla fruizione dei servizi comunali per l’infanzia (12,7%) superano il livello meridionale ma non quello nazionale e la partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni (96,3%) è in Abruzzo superiore alla media italiana ma non a quella del Mezzogiorno.

Chieti e L’Aquila, con 7 e 6 valori su 9, presentano le maggior ricorrenze di valori peggiori dalle media nazionale: fanno eccezione, nella prima provincia, la fruizione dei servizi comunali per l’infanzia e le competenze alfabetiche e, nella seconda le competenze numeriche, la partecipazione al sistema scolastico dei bambini 4-5 anni e il passaggio all’università. Teramo riporta criticità per i titoli di studio (licenza superiore, laurea e superiori) e le competenze alfabetiche e numeriche, Pescara riporta tutti valori migliori della media regionale.

Nel confronto con il 2019 l’Abruzzo mostra arretramenti lievemente inferiori a l’Italia per le competenze degli studenti di terza media e per la partecipazione al sistema scolastico dei bambini tra i 4 e i 5 anni (sulla quale pesa la forte diminuzione di Chieti e i cali meno consistenti di Pescara e Teramo) e miglioramenti in linea o migliori della media nazionale per gli altri indicatori.

Rispetto ai livelli pre-pandemici tutte le province peggiorano in misura simile la diffusione di inadeguate competenze numeriche e alfabetiche e vedono aumentare la quota di giovani che si iscrivono all’università e di bambini che usufruiscono di servizi comunali per l’infanzia. Ottimo il dato sugli iscritti all’università di Pescara e L’Aquila, con quest’ultima che dimostra così di mantenere viva la sua vocazione di città universitaria.

Per quanto riguarda il lavoro, l’Abruzzo è in una posizione di forte vantaggio rispetto al Meridione e di lieve svantaggio nel confronto con la media nazionale: i tassi di occupazione totale e di mancata partecipazione al lavoro totali (66,0% e 14,0%) e giovanili (32,7% e 27,5%) e il numero di giornate retribuite nell’anno (74,5%) si attestano su valori migliori del Mezzogiorno e lievemente inferiori o in linea all’Italia.

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Brutte notizie sul fronte infortuni sul lavoro: particolarmente elevato è infatti il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente (14,7%, nell’ordine 4,7 p.p. e 2,7 p.p. in più del Paese e del Meridione). In questo ambito, spicca positivamente L’Aquila che, con un 9,7‱, registra la bassa incidenza tra le quattro province.

I migliori valori dell’occupazione e della partecipazione al lavoro si osservano, invece, nelle province di Chieti e di Teramo con quest’ultima che riporta anche i più incoraggianti risultati della componente giovanile dei due indicatori considerati ma, al tempo stesso, anche la minor quota di giornate retribuite.

In confronto con il 2019, tutti e sei gli indicatori riportano miglioramenti anche maggiori di quelli nazionali.



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