aggredito con una spranga e mandato in ospedale autista di ambulanze

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Ieri sera, 27 dicembre, stava svolgendo un servizio di soccorso in Via Nazionale quando, una volta tornato in strada, si è trovato davanti una persona che stava cercando di scassinare l’autoambulanza. Protagonista un autista di 47 anni del 118 che, incredulo di quanto stesse accadendo, ha cercato di “difendere” il mezzo del 118. 

Quando ha chiesto al malvivente cosa stesse facendo, per tutta risposta l’uomo avrebbe preso il paletto di acciaio di circa 80 centimetri di un cartello stradale e, brandendolo a mo’ di spranga, lo avrebbe aggredito, colpendolo fino a fargli perdere conoscenza e mandandolo in ospedale con un trauma cranico.

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Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri che sono riusciti a fermare l’individuo – in evidente stato di ebbrezza alcolica – prima che si allontanasse e dopo che aveva aggredito anche un passante accorso in aiuto. 

L’autista di ambulanze – decisamente sotto shock per l’accaduto sebbene abbia una lunga esperienza alle spalle – è stato trasportato in ospedale a Santa Maria Nuova dove è stato poi dimesso con tre giorni di prognosi. Ha poi presentato denuncia.

L’aggressore invece, di origine centro-sudafricana, è stato identificato e affidato alle cure di altro personale sanitario sopraggiunto. 

Non è la prima aggressione avvenuta ai danni dei lavoratori delle ambulanze fiorentine. Anzi. L’ultima denunciata in ordine di tempo risale a circa due mesi fa, tra il 29 e 30 ottobre, dove sono stati coinvolti due operatori sanitari. 

Sul caso è subito intervenuto Giovanni Ghini, presidente della pubblica assistenza Fratellanza Militare. “È chiaro – ha sottolineato Ghini – che ormai il problema sta assumendo una importante rilevanza sia all’interno degli ospedali che nel territorio. Oltre alla ferma condanna rispetto a quanto accaduto al nostro volontario, che fortunatamente ha riportato lesioni lievi, vorrei ricordare che sulle ambulanze che si occupano di emergenza sanitaria nel territorio, in questo caso specifico a supporto di professionisti, ci sono cittadini volontari. Cittadini non pagati, che dedicano il loro tempo ad altri cittadini e che con il loro quotidiano operato, rappresentano probabilmente la più alta espressione di ‘essere comunità’. Gli operatori sanitari, professionisti o volontari che siano, sono parte di un patrimonio di “pubblica utilità” che deve essere fortemente tutelato in tutte le modalità possibili. Il volontariato in ambito sanitario ha come missione quella di gestire adeguatamente una persona che ha necessità, mediante un adeguato addestramento, ben 120 ore, l’utilizzo di idonei presidi sanitari, per poi accompagnarla in ospedale nel miglior modo possibile senza porsi alcuna domanda in merito alla provenienza, al credo religioso, al genere, al reddito o quant’altro. Il nostro compito è riconoscere sempre e comunque la dignità delle persone”.

Alle parole di Ghini, hanno fatto seguito quelle di Niccolò Mancini, presidente nazionale dell’Associazione nazionale pubbliche assistenze (Anpas). “L’episodio di questa notte a Firenze – precisa Mancini – si aggiunge all’ormai lunga sequenza di aggressioni fisiche, verbali e psicologiche a cui gli operatori sanitari sono sottoposti con impressionante ricorrenza. Condanna ferma per questi atti e massima vicinanza al volontario soccorritore ed alla squadra che era con lui in servizio da parte di tutta la rete delle pubbliche assistenze Anpas. Come ripeto da tempo, occorre un’azione decisa che non solo persegua i responsabili, ma che promuova nel quotidiano un’azione di cultura che miri al rispetto ed alla comprensione dei meccanismi che governano il complesso mondo della sanità territoriale e ospedaliera. Il mondo del volontariato delle pubbliche assistenze Anpas si è da sempre messo a disposizione per promuovere azioni di informazione ed educazione ai cittadini.Il volontariato, oltre che risorsa, è anche esperienza di partecipazione e quindi di diffusione di una cultura che coinvolge e sensibilizza avvicinando ognuno di noi al giusto approccio sociale a temi delicati e di civile convivenza. Un abbraccio sincero al nostro volontario ed a tutti gli operatori che si trovano ad affrontare questi tristi episodi”.



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