Dalla pensione alle detrazioni, tutte le novità della Manovra 2025

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Approvata con 108 voti a favore la Manovra in Senato, e con l’ok definitivo del Parlamento diventa legge. Ma quali sono le principali novità del provvedimento?

La gran parte dei fondi (quasi 18 miliardi dei 30 totali) si concentra sulla conferma dell’Irpef a tre aliquote e del taglio del cuneo fiscale sugli stipendi. Poche, invece, le novità per le famiglie e sulle pensioni.

Il taglio del cuneo

Rispetto al vecchio taglio del cuneo per ottenere gli sgravi della nuova misura non si guarderà più allo stipendio, ma al “reddito complessivo”. Si trasforma in bonus fino a 20mila euro e detrazioni fino a 40mila, con una graduale riduzione del beneficio a partire già dai 32mila euro. Interesserà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto all’anno scorso perché la soglia di reddito prima si applicava solo fino a 35mila euro.

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Irpef

Sull’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni (al 23% per i redditi fino a 28mila euro; al 35% da 28mila a 50mila euro; al 43% oltre i 50.000 euro) che sarà affiancata da addizionali regionali e locali che rimangono sulle linee attuali fino al 2027. La promessa del governo Meloni di far scender di due punti percentuali il secondo scaglione, invece, per quest’anno si è risolta in un nulla di fatto. 

Incentivi per le assunzioni

Viene confermata anche per il 2025 la maxideduzione al 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni, che sale al 130% per i lavoratori fragili.

Il tetto dei fringe benefit sale a mille per tutti, 2mila per chi ha figli. Gli importi saranno maggiorati per i neoassunti, che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. Poi sarà prorogata per tre anni la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività per i redditi fino a 80mila euro.

Ires ridotta per le imprese che investono

Ci sarà una riduzione dell’Ires di 4 punti per le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili dell’esercizio 2024, e ne reinvestono in azienda almeno il 30% (e comunque una quota non inferiore al 24% degli utili dell’esercizio 2023). Gli investimenti non devono essere inferiori a 20mila euro e le aziende dovranno assumere a tempo indeterminato l’1% di lavoratori in più. Arriva poi la proroga del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Previsto anche un fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva. Per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese ci sarà un fondo ad hoc con 70 milioni. Sale anche quello per le famiglie vittime incidenti lavoro. E arriva la stretta contro l’abuso della Naspi.

Stretta sulle detrazioni

Per recuperare risorse, c’è anche una sforbiciata alle detrazioni fiscali. I redditi più alti – oltre 75mila e oltre 100mila euro – vedranno l’introduzione di un tetto massimo entro cui si potrà fruirne. Per chi guadagna tra i 75mila e i 100mila euro scatta un meccanismo che consentirà ai nuclei con più di due figli di spingersi fino a un massimo di detrazioni annuali di 14mila euro. Per i single il massimo sarà di 7mila euro. Per i redditi oltre i 100mila euro, il tetto con più di due figli a carico sarà di 8mila, che scende a 4mila euro senza figli a carico. Non sono immuni dalle sforbiciate sulle detrazioni neanche i redditi più bassi. Sparisce, ad esempio, quella per i figli a carico oltre i 30 anni, che vale 400 milioni l’anno. Addio anche alla detrazione per i familiari dei cittadini non italiani o europei (100 milioni di euro). Vengono poi ridotte le detrazioni fiscali per la ristrutturazione delle seconde case (dal 50 al 36%).

Bonus edilizi

L’Ecobonus arriverà al 50% per la prima casa e al 36% per tutti gli altri tipi di immobile. Negli anni successivi, ovvero dal 2026 al 2027, scenderà al 36% anche per la prima casa e al 30% per tutte le altre. E il bonus non si potrà più utilizzare per installare caldaie a gas. Anche per le ristrutturazioni, il bonus arriverà al 50% per la prima casa, con un tetto massimo di 96mila euro, mentre per gli altri edifici si fermerà al 36%, con un tetto dimezzato a 48 mila euro. Il Superbonus scenderà al 65%, ma si potrà usare solo per le ristrutturazioni che hanno già presentato la Cilas entro il 15 ottobre 2024 (e approvato i lavori in assemblea, nel caso dei condomini). Ma niente più bonus giardini.

Elettrodomostici

Poi arriva anche un nuovo bonus elettrodomestici: Basterà rottamare un vecchio elettrodomestico per ottenere uno sconto fino a 100 euro (che salgono a 200 euro per i redditi più bassi) per l’acquisto di uno nuovo ad alta efficienza energetica. Confermato anche il bonus mobili per il 50% di un tetto di spesa di 5mila euro.

Scuola

Arriva un fondo per promuovere l’educazione sessuale e affettiva dei ragazzi di 500mila euro. Previsto anche un regalo alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità, mentre un fondo sarà destinato al contrasto della povertà alimentare a scuola, per erogare contributi ai nuclei che non riescono a pagare le rette per la mensa nelle primarie. Per quanto riguarda gli studenti universitari, aumenta la dote del fondo per gli alloggi dei fuori sede, mentre 2 milioni di euro vanno per pagare le borse di studio degli studenti atleti.

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Famiglie e figli

Arriva, per il solo 2025, la “carta nuovi nati” destinata ai bambini nati nel 2025: si tratta di una tantum di mille euro per i neogenitori, ma solo con reddito Isee fino a 40mila euro. Tra le novità, un bonus per le attività extrascolastiche dei ragazzi delle elementari e delle medie, ma solo per i nuclei con reddito Isee fino a 15mila euro. Questo fondo “dote famiglia” di 30 milioni per il 2025 andrà come contributo ad associazioni, società sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore.

Confermato anche per il 2025 il “bonus nido” (3 mila euro annui con Isee fino a 25 mila euro, che scendono a 2.500 con Isee fino a 40 mila euro e a 1.500 con Isee superiore a 40mila euro). Quest’anno, nel calcolo dell’Isee viene escluso l’importo dell’assegno unico che in passato ha penalizzato molte famiglie.

Un altro fondo da 10,5 milioni di euro, spalmato però in 3 anni, dovrà sostenere le attività educative dentro e fuori dalle scuole. C’è poi un regalo agli oratori, con 1,5 milioni di euro spalmati anche questi in 3 anni.
Sono poi confermate alcune misure già introdotte nel 2024: tra queste il bonus mamme, cioè l’esonero contributivo per le lavoratrici del pubblico e del privato con contratto a tempo indeterminato e con almeno due figli fino ai 10 anni di età. La decontribuzione sarà estesa a quelle autonome con almeno due figli e un reddito fino a 40mila euro che non rientrano nel regime forfettario.

Per i nuovi genitori scatterà il congedo parentale, retribuito all’80%, per la durata di tre mesi e usufruibile fino a 6 anni di età. Restano 10 i giorni di paternità obbligatoria.

Per le famiglie che non possono pagare le rette delle mense della scuola primaria, viene istituito il fondo per il contrasto della povertà alimentare: 500mila euro per il 2025 e il 2026 e 1 milione dal 2027.

Pensioni

Poche le novità sulle pensioni. I principali metodi per lasciare il lavoro in anticipo restano Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, oltre alla pensione anticipata prevista dalla legge Fornero, con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Chi ha i requisiti per Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi, con un ricalcolo contributivo dell’assegno), ma decide di restare al lavoro, potrà avere il bonus Maroni (l’equivalente dei contributi non saranno versati ma riconosciuti direttamente in busta paga, con un aumento del 9,19%). Tra le novità, invece, la possibilità di cumulo della previdenza obbligatoria con quella complementare, ma solo per chi è interamente nel sistema contributivo (ovvero, chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996). Il fine è quello di raggiungere la soglia minima prevista (tre volte l’assegno pensionistico minimo) e poter così anticipare la pensione a 64 anni.

Sale da 30 a 35mila euro il limite di reddito da pensione o da lavoro dipendente per l’accesso alla flat tax al 15% sulle attività di lavoro autonomo. Tra aumenti temporanei in scadenza e nuovi bonus, tenendo conto anche dell’incremento obbligatorio legato all’inflazione, gli assegni per chi percepisce la pensione minima aumenteranno, invece, solo di 1,90 euro al mese, ovvero 616,67 euro invece degli attuali 614,77 euro.

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Sanità

Dal 2025 gli straordinari degli infermieri saranno tassati con la flat tax al 5%, mentre sono previste risorse per avviare campagne di informazione e sensibilizzazione in favore delle donne sullo svolgimento di test di riserva ovarica. Risorse anche per la prevenzione e il monitoraggio del tumore al polmone.

Bonus psicologico

Il bonus psicologo aumenta: è rifinanziato nel 2025 e nel 2026 con 8,5 milioni di euro. Dal 2027 il contributo sale a 9 milioni. Ma vengono stanziati anche 10 milioni nel 2025 per un Fondo di sostegno psicologico per gli studenti da attivare in strutture di riferimento per le scuole. Arriva poi un contributo di 50 milioni alle scuole paritarie che accolgono studenti con disabilità. Per le giovani coppie, persone fino a 36 anni e famiglie numerose fino al 2027 viene confermato il bonus per l’acquisto prima casa.

Grandi opere e trasporti

Stanziato un miliardo in più per la Tav Torino-Lione e un altro a Ferrovie per le opere Pnrr. Altri 200 milioni vanno alla Sibari-Catanzaro e 708 milioni vengono destinati al settore idrico e 36 alla diga di Campolattaro. I nuovi fondi destinati al Ponte sullo Stretto sono pari a 1,4 miliardi. Dal primo aprile l’addizionale comunale sui diritti di imbarco è incrementata di 0,5 euro per passeggero su voli con destinazione extra-Ue. Arrivano anche 120 milioni per incrementare la dote del Fondo per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale.

Stipendi ministri

Tanto si era parlato e tanto è stato necessario per trovare la quadra sul testo sull’aumento delle buste paga dei ministri e sottosegretari non parlamentari, accoppiato nello stesso emendamento alla norma “anti-Renzi” che frena gli incarichi extra-Ue di componenti del Governo, deputati, senatori e presidenti di Regione. Sul primo fronte tramonta lo stop all’equiparazione dei compensi dei ministri non parlamentari a quelli dei colleghi eletti: si prevede solo il “diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. La barriera agli incarichi esterni invece si fa più solida, bloccando anche le consulenze intermediate da persone fisiche o società residenti nella Ue. In pratica, scompare la possibilità di aggiramento tramite attribuzione dell’incarico a una società italiana che poi si sarebbe avvalsa dell’opera del diretto interessato. Gli incarichi, previa autorizzazione dell’organismo di appartenenza, saranno possibili per compensi solo fino a 100mila euro, ma non per i componenti del governo. Il testo finale esclude dallo stop i parlamentari eletti all’estero.

 

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