Il tratto maledetto della SS172: Incidenti e morti – Pugliapress

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“Orimini, il tratto maledetto della SS172.” È così che chiunque lo conosca lo definisce. In quarant’anni, come automobilista, giornalista e cronista, ho percorso questa strada e ho raccontato le sue tragedie.

Troppi incidenti, troppi morti. Oggi ci troviamo di fronte a un tratto rifatto, lungo circa 4,5 chilometri, che però non ha risolto i problemi di fondo.

Il limite di velocità in quel tratto dell’Orimini è fissato a 40 km/h, ma diciamocelo: chi lo rispetta davvero?

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Il limite potrebbe essere portato a 50 km/h, certo, ma solo a patto che venga rigorosamente fatto rispettare. Qui non si tratta di suggerimenti o speranze: servono controlli costanti, tutor e autovelox fissi.

Dall’Orimini a Taranto: limiti e controlli inesistenti

Superato il tratto critico dell’Orimini, il limite di velocità sulla SS172 aumenta a 90 km/h, fino a Taranto.

Ma anche qui, il problema è lo stesso: la totale assenza di controlli.

È inutile mettere un limite se poi non viene rispettato.

Gli automobilisti ignorano le regole con una facilità disarmante, trasformando la strada in una pericolosa roulette russa.

Ecco perché i dispositivi di controllo come autovelox e tutor non sono un’opzione, ma una necessità.

Non si tratta di un semplice deterrente, ma di strumenti indispensabili per garantire la sicurezza.

Su tutta la SS172, dalla Valle d’Itria a Taranto, questi strumenti devono essere presenti e funzionanti.

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Un paragone con la SS372 Telesina

Ho percorso una settimana fa la SS372 Telesina, quel tratto che scende dal casello di Benevento verso Caianello, appena una settimana fa.

Lì, il limite di velocità scende a 50 km/h nei tratti più critici, e si alza gradualmente fino a 90 km/h nei rettilinei.

Ma la grande differenza è la presenza massiccia di tutor e autovelox, che ti costringono a rispettare le regole.

Sull’Orimini, invece, ci affidiamo alla buona volontà degli automobilisti. Ma la buona volontà, ahimè, non basta.

L’Orimini: un tratto che continua a essere un rischio

L’Orimini è stato teatro di centinaia di incidenti negli ultimi quarant’anni.

Non basta rifare l’asfalto e piazzare cartelli per ridurre la velocità: la conformazione del tratto, con le sue curve strette e il manto stradale spesso reso viscido dalla presenza di alberi, rende la strada intrinsecamente pericolosa.

Portare il limite a 50 km/h, sebbene sensato in alcuni rettilinei, non servirà a nulla se non ci saranno autovelox fissi e controlli costanti.

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È fondamentale che ogni automobilista sappia che, in quel tratto, non ci sono margini di tolleranza.

La lezione del tratto Martina Franca-San Paolo

La stessa logica vale per il tratto tra Martina Franca e San Paolo. Qui vige un divieto di sorpasso, ben segnalato, ma regolarmente ignorato.

Gli incidenti continuano a verificarsi per colpa di manovre avventate e sorpassi azzardati.

Anche in questo caso, i limiti e la segnaletica devono essere accompagnati da controlli severi.

Non basta sperare che gli automobilisti rispettino le regole; è necessario garantirlo con la presenza costante di strumenti di monitoraggio come tutor e autovelox.

È una questione di responsabilità e di rispetto per chi percorre queste strade.

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Dalla sicurezza dimenticata a una priorità imprescindibile

La SS172, conosciuta anche come la “Strada dei Trulli”, è un’arteria fondamentale per la Puglia, ma la sua gestione è stata spesso superficiale.

L’ANAS, responsabile della manutenzione e della gestione della strada, ha il dovere di intervenire in modo deciso.

Non è sufficiente sistemare l’asfalto o introdurre qualche rotatoria: servono interventi strutturali e un controllo rigoroso della velocità su tutta la tratta.

Alcune amministrazioni locali, come quelle di un paesino appena sceso l’Orimini, dal canto loro, devono smettere di usare gli autovelox come strumenti per fare cassa.

Non servono apparecchiature mobili piazzate strategicamente per raccogliere multe facili, ma dispositivi omologati e posizionati nei punti critici per garantire la sicurezza.

Perché autovelox e tutor sono fondamentali

Sulla SS172, soprattutto nel tratto dell’Orimini, non c’è alternativa: i controlli devono essere capillari e costanti.

Gli autovelox e i tutor fissi non solo obbligano gli automobilisti a rispettare i limiti, ma contribuiscono a creare una cultura della sicurezza stradale.

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Ogni tratto della strada dovrebbe essere monitorato. I limiti di velocità, che siano 50 km/h sull’Orimini o 90 km/h verso Taranto, devono essere rispettati con rigore.

Non ci vuole un genio per capirlo: più controlli significano meno incidenti.

Il costo di una gestione inefficace

Ogni incidente che avviene su questa strada è un costo, umano ed economico, che poteva essere evitato.

Ogni vita spezzata rappresenta un fallimento collettivo. La sicurezza stradale non è un’opzione, ma una priorità assoluta.

L’Orimini e la SS172 nel suo complesso non devono più essere sinonimo di pericolo.

È tempo di agire, di introdurre i controlli necessari e di garantire che ogni automobilista rispetti le regole.

Perché la vita vale più di qualche minuto risparmiato.

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