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ll progetto sta già prendendo forma a Roncade (TV), con la sua prima Future Farming Initiative, unInfrastruttura Tecnologica per lInnovazione, finanziata con 10 milioni di euro dallUniversità Ca’ Foscari Venezia tramite fondi PNRR e altri 10 milioni da ZERO, azienda di Pordenone che sviluppa tecnologie proprietarie e brevettate per il vertical farming, ed è stato presentato venerdì 6 dicembre presso H-FARM a Roncade (TV) nel corso dellevento Future Farming: una nuova visione per il rilancio industriale del Paese”, promosso da ZERO, GE-Group e Università Ca’ Foscari Venezia e a cui hanno partecipato imprenditori, manager, ricercatori, investitori e rappresentanti istituzionali.

Future Farming: sostenbilità e innovazione

Con un finanziamento complessivo di 20 milioni di euro – afferma la Rettrice dell’Università Ca’ Foscari,Tiziana Lippiello – Future Farming interseca ambiti di ricerca intersettoriali, dall’industria del foodtech a quella dei biomateriali, dal benessere alla biofarmaceutica, dall’industria della circolarità alle applicazioni nell’aerospazio, con la sostenibilità ambientale ed economica come denominatore comune. Un esempio di innovazione e collaborazione fra pubblico e privato che potrà avere significative ricadute per lo sviluppo e il rilancio economico del nostro territorio”.

Carlo Bagnoli, presidente di Future Farming Initiative e Professore di Innovazione Strategica all’Università Ca’ Foscari Venezia: “Future Farming anticipa larrivo di una nuova rivoluzione industriale ispirata ai processi della natura, destinata a superare limpatto della rivoluzione digitale. Questo cambiamento rivoluzionerà profondamente settori strategici come quello agricolo, la farmaceutica, la cosmetica, i materiali avanzati e la chimica, fino alla manifattura, che richiederà lo sviluppo di impianti e tecnologie dedicate“.

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Economia resiliente e nuovi posti di lavoro

Secondo le stime, il nuovo approccio legato al Nature Co-Design può creare, in Italia, migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, contribuendo alla transizione verso uneconomia più resiliente e meno dipendente dai tradizionali schemi produttivi: secondo il World Economic Forum, esso genererà a livello globale, entro il 2030, un impatto a livello di PIL mondiale pari 10 trilioni di dollari, creando 395 milioni di nuovi posti di lavoro. Inoltre, il nuovo modello di trasferimento tecnologico è concepito per colmare il divario tradizionale tra laboratori di ricerca e applicazioni industriali, accelerando il passaggio dallidea allimplementazione concreta e scalabile.

Daniele Modesto, Ceo di ZERO e di Future Farming Initiative: “Immaginiamo una nuova manifattura ispirata ai processi della natura, dove biologia e tecnologia si fondono per generare valore sostenibile. Questo approccio non solo ridefinisce il modo in cui produciamo, ma apre la strada a nuove professioni e competenze, capaci di dare forma a un futuro dove lItalia possa essere protagonista. Future Farming è la possibilità concreta di posizionare il nostro sistema Paese come leader globale in uneconomia rigenerativa, capace di creare valore rispettando il pianeta”.

Future Farming: CNR e OGS tra i partner del progetto

Tra i partner coinvolti figurano istituzioni accademiche e centri di ricerca, tutti italiani, dalle Università del Triveneto al CNR, dallIstituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) alla Federico II di Napoli, che lavorano su soluzioni applicate nei settori dellagroalimentare, della farmaceutica e dei biomateriali.

In Italia, una prima ricaduta industriale del progetto è H2 Era Green Valley, lo sviluppo del Future Farming District a Figline Valdarno, in Toscana. Dalla ristrutturazione di uno stabilimento dismesso, sta per nascere un nuovo polo industriale di circa 120.000 mq, che unisce produzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno verde, vertical farming e fish farming in un ecosistema circolare, offrendo un modello replicabile e scalabile in cui innovazione scientifica e mercato lavorano in sinergia. Questo, nel modello di business Future Farming, è reso possibile attraverso piattaforme di venture building, di venture capital e di investimento in infrastrutture che finanziano i progetti più promettenti, conferendo allItalia il ruolo non solo di campo di sperimentazione, ma di motore di una nuova rivoluzione industriale, capace di esportare soluzioni e know-how.

Future Farming: un modello integrato

Federico Parma, Ceo di GE-Group: «L’economia circolare rappresenta un cambio di paradigma fondamentale nel nostro modo di pensare la produzione e il consumo. Non possiamo più permetterci un modello lineare basato sullo spreco. Dobbiamo invece adottare un approccio olistico e virtuoso che massimizzi il valore delle risorse e minimizzi l’impatto ambientale. In questo contesto un modello integrato che mette al centro leconomia circolare, combinata con tecnologie come l’idrogeno verde, le vertical farm e l’acquacoltura RAS, alimentate con energie rinnovabili, rappresenta la strada da seguire per un futuro più sostenibile e prospero».

Future Farming rappresenta unopportunità strategica per rilanciare la competitività italiana in Europa e nel mondo, allinsegna di una visione integrata di innovazione e sostenibilità.

Future Farming: l’evento

Ha aperto i lavori Tiziana Lippiello, Magnifica Rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Sono seguiti gli interventi di Carlo Carraro, Rettore Emerito e Professore Ordinario di Economia Ambientale dell’Università Ca Foscari Venezia, Carlo Bagnoli, Presidente di Future Farming Initiative e Professore Ordinario di Innovazione Strategica dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Daniele Modesto, Ceo di ZERO e di Future Farming Initiative, Federico Parma, Ceo di GE-Group,  Claudia Pingue, responsabile del Fondo Technology Transfer di Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital, Luigi Gallo, Responsabile Area Incentivi e Innovazione – Invitalia, Elena Donazzan, Vice Presidente della Commissione ITRE del Parlamento Europeo e Livio Proietti, Presidente di ISMEA.

Levento è stato moderato da Maria Claudia Pignata, AD di VeniSIA Srl-Spinoff Università Ca’ Foscari Venezia e Consigliera di Amministrazione di EHT. Nel pomeriggio sono stati affrontati i temi delle infrastrutture di nuova generazione con gli interventi di Attilio Braghieri, Vice President Large Scale & Project Solutions South and West Europe di SMA Solar Technology, Leonardo Pampana, Renewable Energy Development di Beyfin SpA, Aleksandar Arsovic, General Manager di ZERO, Giuliana Parisi, docente di Acquacultura, Università di Firenze, Massimo Portincaso, CEO di Arsenale Bio Yards e Davide De Lucrezia, CEO di Officinae Bio.

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Il video dell’evento è disponibile sul canale YouTube cliccando qui.

(Fonte: Università Ca’ Foscari Venezia)

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