Noi vigileremo ogni giorno per difendere il made in Puglia

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“Ancora una truffa, ancora una volta un tentativo gravissimo di frode ai danni della nostra olivicoltura di qualità, scoperto tempestivamente dalle forze dell’ordine che è presídio fondamentale nella lotta alle contraffazioni. È di ieri la notizia del sequestro di 17.800 quintali di olio d’oliva spacciato per “extravergine BIO” e destinato proprio a un’azienda della BAT” Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, commentando l’operazione della Guardia di Finanza di Catanzaro finalizzata alla tutela del made in Italy e della sicurezza prodotti, insieme al Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani e all’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro alimentari (ICQRF) del Mipaaf.

“L’azione virtuosa della GDF e del Comando provinciale della BAT ci dimostra quanto sia essenziale l’intervento tempestivo per sventare questa tipologia di reati. Ed è assolutamente efficace anche la sinergia tra istituzioni, imprese, cittadini – prosegue Pentassuglia -. Questo è reato che ci indigna perché non solo colpisce un prodotto straordinario della nostra economia regionale, risultato di sforzi enormi da parte delle nostre aziende che, con il supporto della Regione, investono quotidianamente energie e risorse economiche per mantenere altissima la qualità del nostro oro verde di Puglia. Ma è altresì un illecito che causa danni economici enormi al consumatore, all’economia regionale e nazionale, ma anche alla salute pubblica. Come Regione non abbasseremo mai la guardia: si sa, stiamo mettendo a punto strategie e azioni per supportare le imprese che producono eccellenze, le sosteniamo attraverso specifiche premialità nell’intercettare risorse pubbliche. Stiamo mettendo a punto programmi di informazione sulla sicurezza alimentare, coinvolgendo le scuole. Stiamo supportando i produttori e gli imprenditori nella partecipazione a piccoli e grandi eventi promozionali di settore. Stiamo offrendo alle imprese canali che senza alcun costo offrono vetrine virtuali e consentono di incrociare domanda e offerta. Mi riferisco al portale “Puglia Evo World” dedicato all’olio extra vergine di oliva nato per favorire la riconoscibilità delle aziende pugliesi produttrici di olio EVO sul mercato nazionale e internazionale. E con le risorse del nostro programma di sviluppo rurale stiamo via via offrendo alle imprese la possibilità di investire in innovazione, nella tecnologia e nella digitalizzazione per difendere la tipicità e la qualità del settore olivicolo-oleario nella tecnologia. La nostra attenzione è altissima – ribadisce l’assessore -: ringrazio le forze dell’ordine, le imprese che scelgono ogni giorno la qualità, i consumatori consapevoli. Noi vigileremo ogni giorno per difendere il made in Puglia, e perché anche fuori confine nazionale sia esportata solo l’eccellenza della nostra terra”.

La cronaca riporta che il 27 dicembre, nel corso di una attività di Polizia Economico Finanziaria finalizzata alla tutela del made in Italy e della sicurezza prodotti, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, unitamente al Comando Provinciale di Barletta Andria Trani e all’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro alimentari (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste, hanno eseguito un sequestro di olio di oliva per quasi 180 quintali, detenuti, per la commercializzazione, nella qualità di “olio extravergine di oliva BIO”, ma, a seguito di analisi chimica e organolettica risultato di categoria inferiore. In particolare, i Finanzieri ed i funzionari dell’ICQRF, avevano intrapreso attività ispettive presso le sedi di due aziende, nelle province di Catanzaro e Barletta Andria Trani, eseguendo un riscontro quantitativo del prodotto detenuto e un campionamento dello stesso, al fine di determinarne la qualità in ragione di quanto riportato sull’apposito registro telematico implementato dalle stesse aziende. L’olio rinvenuto presso il produttore catanzarese, facente parte di una ingente quantità destinata all’azienda pugliese e già in parte a questa consegnata, era stato catalogato quale olio extra vergine BIO, mediante la compilazione del registro telematico SIAN, obbligatorio per le aziende del settore. L’intervento della Guardia di Finanza e dell’articolazione del Ministero dell’Agricoltura, specializzato nella repressione delle Frodi agroalimentari e le successive attività tecniche di accertamento, hanno consentito di appurare come il prodotto non rispondesse affatto alle caratteristiche chimiche ed organolettiche previste per tale qualità, ma di fatto risultasse olio vergine e lampante, quest’ultimo non edibile e caratterizzato da un eccessivo grado di acidità, potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori.

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