tutte le novità su pensioni, Irpef e bonus

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La Manovra 2025 è legge: le novità sulle misure nel testo, dalla riforma dell’Irpef alle pensioni, passando per il taglio del cuneo fiscale, l’Ires premiale e tutti i nuovi bonus in arrivo dal 2025. È ufficialmente concluso l’iter della legge di bilancio. Il Senato ha dato il via libera con 108 voti favorevoli e 63 voti contrari, oltre a un astenuto. Il centrodestra ha portato definitivamente ‘a casa’ la sua terza manovra dall’inizio della legislatura.

Oggi durante le dichiarazioni di voto tra gli interventi più accesi quello di Matteo Renzi, che ha contestato l’iter accelerato della manovra e anche la norma ‘contro’ di lui, che impedisce redditi esteri per i parlamentari. Durante uno scontro con il presidente del Senato, Renzi ha gridato: “Camerata La Russa, lei deve imparare a rispettare l’opposizione”. Giorgia Meloni ha esultato per l’approvazione della manovra, mentre Elly Schlein ha contestato il fatto che la legge di bilancio scarichi “tutti i sacrifici sulle spalle di chi fa più fatica”.

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Fondo mutui prima casa e gli aiuti sugli affitti

Il Fondo di garanzia mutui per la prima casa servirà a sostenere “esclusivamente” under 36, giovani coppie, degli under 36, residenti in abitazioni popolari e genitori single con figli minorenni. In più, sarà rifinanziato il Fondo morosità incolpevole che lo stesso governo Meloni aveva cancellato. Servirà ad aiutare chi non può pagare l’affitto per una difficoltà economica improvvisa, ad esempio perché ha perso il lavoro.

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Cos’è la legge anti-Renzi e cosa c’entra con la prossima Manovra

Una delle norme inserite nella finanziaria è la cosiddetta legge anti-Renzi, un provvedimento che impedisce ai parlamentari, ai membri del governo e ai presidenti di Regione di ricevere compensi da parte di soggetti (Stati o aziende) che hanno sede fuori dall’Unione europea. È sembrato chiaro da subito che a esserne colpito sarà, tra gli altri, Matteo Renzi, che notoriamente riceve pagamenti importanti per le sue attività da conferenziere e non solo in Paesi esteri. La norma prevede che sia possibile ricevere pagamenti fino a 100mila euro, ma solo se la Camera di appartenenza dà l’ok.

Salta l’aumento di stipendi per i ministri e il taglio del canone Rai

Come sempre, nella legge di bilancio ci sono anche state proposte avanzate che poi sono state bocciate. Due hanno fatto particolarmente rumore. La proposta di confermare il taglio del canone Rai (da 90 a 70 euro all’anno) portata avanti dalla Lega è stata bocciata con i voti contrari di Forza Italia nonostante il governo Meloni avesse dato parere positivo. L’idea di alzare lo stipendio dei ministri non eletti, per portarlo alla pari di quei ministri che invece sono anche parlamentari, ha sollevato polemiche e poi è stata abbandonata: è rimasto comunque un fondo da 500mila euro all’anno per rimborsare le trasferte di lavoro dei ministri non eletti.

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Aumentano le tasse per le auto aziendali a benzina e diesel

Dal 2025 scattano tasse più alte per le auto aziendali a uso promiscuo (quindi utilizzabili anche al di fuori del lavoro) alimentate a benzina o diesel. O meglio, il nuovo sistema per calcolare l’imposta non si baserà più sulle emissioni inquinanti del veicolo ma sul tipo di alimentazione, cosa che in molti casi porterà a pagare di più. In sostanza, rispetto al ‘costo chilometrico’ stimato per ciascuna auto, si pagherà:

  • il 10% per le auto elettriche
  • il 20% per le auto ibride o plug in
  • il 50% per le auto con altri tipi di alimentazione, inclusi benzina e gasolio

Questo significa che chi ha un’auto aziendale fornita dalla propria impresa potrebbe trovarsi a pagare più tasse rispetto allo scorso anno, a parità di modello, soprattutto se il veicolo non è particolarmente inquinante e quindi con il meccanismo precedente aveva una percentuale più bassa del costo chilometrico.

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Schlein: “Governo incoerente, lontani i tempi in cui Meloni prometteva pensioni a mille euro”

Anche Elly Schlein ha commentato il via libera alla legge di bilancio. Il governo Meloni, ha detto, “certifica tutta la sua incoerenza: non solo è una manovra approvata a colpi di fiducia che non lascia il minimo spazio alla discussione del Parlamento e umilia la sua stessa maggioranza”, ma è anche una legge di bilancio che “aumenta le pensioni minime di meno di 2 euro al mese ma concede rimborsi ai ministri di oltre 3mila euro mensili. Che taglia la sanità pubblica ma stanzia altri miliardi per il Ponte sullo stretto di Messina”. Una manovra, ha concluso, “senza respiro, approvata silenziando il Parlamento e scaricando tutti i sacrifici sulle spalle di chi fa più fatica”. E ancora: “Sono lontani i tempi in cui Giorgia Meloni si ergeva a paladina della democrazia parlamentare. Come sono lontani i tempi in cui prometteva il taglio delle accise, le tasse sugli extraprofitti, le pensioni a mille euro”.

Come cambiano i requisiti per la Naspi con la prossima legge di Bilancio

Nel 2025 i requisiti per ottenere la Naspi, cioè l’assegno di disoccupazione, resteranno in gran parte gli stessi. L’unica novità inserita in manovra riguarda una situazione piuttosto specifica: quella di chi dà le dimissioni, poi trova un altro lavoro ma viene licenziato poco dopo. Per evitare che siano le aziende a spingere i dipendenti verso un meccanismo simile, per versare meno contributi, ci sarà un nuovo paletto. Chi dà le dimissioni volontarie, e poi nel giro di un anno trova lavoro e viene licenziato, potrà ottenere la Naspi solo se nel nuovo impiego ha lavorato per almeno 13 settimane, cioè poco più di tre mesi. In caso contrario, niente assegno.

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Bonus ristrutturazioni e gli altri incentivi edilizi nella Manovra

Saranno ridotti i bonus edilizi con la legge di bilancio. Il bonus ristrutturazioni e l’Ecobonus varranno entrambi il 50%, ma solamente per le prime case. Saranno invece del 36% per gli altri immobili. Per il bonus ristrutturazioni nel primo caso il tetto di spesa sarà a 96mila euro, mentre negli altri scenderà a 48mila euro. La percentuale scenderà ancora negli anni prossimi, per entrambi i bonus: nel 2026 e 2027 sarà del 36% per la prima casa e del 30% per le altre. Resterà in vigore il bonus mobili, che rimborserà il 50% di una spesa fino a 5mila euro per l’acquisto di mobili in concomitanza con lavori in casa. E scatterà il nuovo bonus elettrodomestici, che con la rottamazione di un vecchio apparecchio permetterà uno sconto fino a 200 euro.

Ires premiale per le aziende che assumono e investono nella legge di bilancio

Le aziende che assumono a tempo indeterminato e effettuano investimenti potranno pagare il 20% di Ires, invece del 24%, a condizione che rispettino una serie di requisiti. È una delle misure inserite all’ultimo nella legge di bilancio. Potranno approfittarne quelle imprese che rinunciano alla cassa integrazione per il 2024 e il 2025, in cui il numero di occupati in media non scende, in cui il numero di lavoratori a tempo indeterminato aumenta di almeno l’1%, e che mantengono almeno l’80% degli utili in azienda, investendo almeno il 30% in beni strumentali per la transizione. In più, gli utili accantonati devono essere non inferiori al 24% degli utili del 2023.

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Come cambiano gli stipendi con la nuova legge di bilancio

Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato per il 2025, ma il meccanismo funzionerà in modo diverso. Per molti lavoratori dipendenti le differenze saranno poco significative rispetto alla busta paga di quest’anno, mentre per altri potrebbero esserci delle sorprese, soprattutto se hanno altre entrate oltre allo stipendio o se sono vicini alla soglia dei 40mila euro di reddito: ecco che effetti avrà il nuovo taglio del cuneo.

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Le parole di Giorgia Meloni dopo il via libera definitivo alla Manovra

La presidente del Consiglio ha commentato con una nota l’approvazione della legge di bilancio: “È una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere”, ha affermato. Meloni ha detto che con le “limitate risorse a disposizione” il governo ha “rafforzato le principali misure introdotte in questi anni, rendendone alcune strutturali e con una platea più estesa, a partire dal taglio del cuneo fiscale”. Nel complesso, ha dichiarato la premier, “teniamo i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma elettorale che abbiamo presentato agli italiani”. Si tratta, ha concluso, di “un altro passo in avanti per costruire un’Italia più giusta, forte e competitiva”.

I nuovi scaglioni Irpef, le aliquote del 2025 e chi dovrà pagare più tasse con la legge di bilancio

L’anno prossimo saranno confermate le tre aliquote Irpef in vigore quest’anno. Questo, insieme al taglio del cuneo fiscale e anche alla riduzione delle detrazioni per i redditi più alti, fa sì che alcuni contribuenti pagheranno meno tasse e alcuni, invece, ne pagheranno di più. Ecco chi ci guadagna e chi ci perde con le novità inserite nella manovra per il 2025.

Ecco le novità che riguardano le pensioni nella legge di bilancio 2025

C’è spazio anche per alcuni interventi sulle pensioni nella manovra, che si è concentrata su altri temi. Ecco le più importanti novità, dai requisiti per lasciare il lavoro in anticipo agli aumenti per le pensioni minime, fino alla rivalutazione obbligatoria per tutti gli assegni.

Tutti i bonus del 2025 ora che la Manovra è diventata legge

La legge di bilancio contiene diversi bonus e, ora che il testo ha avuto il via libera definitivo, si può dire con certezza quali scatteranno nel 2025. Si va dagli incentivi edilizi, come il bonus mobili, bonus ristrutturazioni, Ecobonus ma anche bonus elettrodomestici, a misure pensare per la natalità, come il bonus da mille euro per i nuovi figli. Torna anche il bonus psicologo e una forma di bonus per gli affitti che deve ancora essere formulata, ma è già stata finanziata.

La Manovra 2025 è legge: via libera del Senato con 108 favorevoli e 63 contrari

È ufficialmente concluso l’iter della legge di bilancio. Il Senato ha dato il via libera con 108 voti favorevoli e 63 voti contrari, oltre a un astenuto. Il centrodestra porta definitivamente ‘a casa’ la sua terza manovra dall’inizio della legislatura. Il Senato ha chiuso la seduta.

Il Senato approva la fiducia sulla Manovra: ora il voto finale

Con 112 voti a favore e 67 contrari, il Senato ha approvato la fiducia al governo Meloni sulla legge di bilancio. Arriva ora il voto finale.

Il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale

Nel 2025 il taglio del cuneo fiscale diventerà strutturale, quindi non avrà più bisogno di essere confermato di anno in anno. Il meccanismo cambierà, ma di fatto le buste paga resteranno sostanzialmente identiche per la maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici, con gli aumenti di qualche decina di euro varati negli ultimi anni.

Chi guadagna fino a 20mila euro all’anno – si parla di reddito complessivo – avrà un’indennità in busta paga pari a una percentuale del proprio stipendio. Chi guadagna da 20mila a 32mila euro otterrà una detrazione Irpef da mille euro, che anche in questo caso finirà in busta paga. Da 32mila a 40mila euro di reddito questa detrazione si abbasserà gradualmente, fino ad azzerarsi, perciò i guadagni saranno sempre più ridotti. Quest’anno, invece, il taglio del cuneo andava fino a 35mila euro di reddito e poi si interrompeva, senza passaggi graduali.

Inizia il voto per la fiducia al Senato

Il voto per la fiducia sarà nominale: ciascun senatore sarà chiamato personalmente per indicare il proprio voto, e in caso non risponda ci sarà una seconda chiama successiva. Il primo senatore chiamato, per sorteggio, è stato Matteo Salvini, al momento assente. Si procede in ordine alfabetico.

Concluse le dichiarazioni di voto, a breve la votazione finale sulla legge di bilancio 2025

È terminata la dichiarazione di Nicola Calandrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha rivendicato che “oggi i lavoratori scelgono noi, e grazie alla stabilità economica garantita dal governo cresciamo in Europa e nel mondo. Gli italiani sanno di avere una maggioranza che non si presta a giochi di palazzo e di potere. L’Italia è un Paese credibile nonostante voi”. Ora che tutti i gruppi parlamentari si sono espressi, il Senato voterà la fiducia al governo sulla manovra.

Boccia (Pd): “Romeo sarebbe più a suo agio tra i banchi dell’opposizione”

“Le ultime dichiarazioni del presidente Romeo ci spingono a far posto qui tra i banchi dell’opposizione. Si sentirebbe più a suo agio”. Lo ha detto Francesco Boccia, capogruppo del Pd, in dichiarazione di voto. “Anche se, forse”, ha aggiunto, “il presidente Romeo sentirebbe sulle spalle il peso di fallimenti che sono sotto gli occhi di tutti”, dato che negli ultimi anni “la Lega è il partito che ha passato più tempo in assoluto al governo”.

L’intervento polemico di Romeo (Lega) sul governo Meloni e sulla norma anti-Renzi

“La serietà, la prudenza e la responsabilità premiano”, ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo elogiando la legge di bilancio dal punto di vista economico, rivendicando in particolare i risultati voluti dal Carroccio. Ma non sono mancati degli appunti polemici al governo: “I Comuni stanno andando in sofferenza con i bilanci, lo Stato deve intervenire e trovare una soluzione di aiuto. Sulle province, bisogna accelerare sulla riforma per l’elezione diretta. Il concordato preventivo va migliorato e reso più fruibile. Sulla norma anti-Renzi, il senatore Renzi non ha tutti i torti, per usare un eufemismo”.

E ancora sull’Autonomia: “Qualcosa sui Livelli essenziali delle prestazioni bisognerà pur mettere”. Sui sostegni alle imprese: “Chiediamo al governo una maggiore attenzione a dove si concentra la produttività in Italia”. Infine, sull’Ucraina: “Fossi nel governo non perderei l’occasione che l’Italia sia un Paese pilota per negoziati e ricostruzioni, cominciando a prendere le distanze dalle leadership europee più bellicose”. Per poi concludere: “Che Dio ci benedica”.

Patuanelli (M5s): “Tutto quello che avete fatto ha portato l’Italia in recessione”

Stefano Patuanelli, capogruppo M5s, ha detto in dichiarazione di voto: “Cosa sarebbe successo se questa legge di bilancio l’avesse presentata l’opposizione? Avreste detto che questo è il governo nemico dell’impresa. Avreste detto che non sappiamo far crescere il Paese. Che cresciamo più della media europea è una bugia. Avreste detto che siamo contro la crescita. Di chi sbaglia i conti sul concordato, avreste detto che siamo degli incapaci. Avreste detto che mettiamo a rischio la coesione del Paese”. E ancora: “Siamo di fronte a una legge di Bilancio che certifica un dato: questo Paese è in recessione. Tutto quello cha avete fatto voi, al di fuori del Pnrr, ha portato l’Italia in recessione”.

Le misure del pacchetto famiglia contenute nella Manovra finanziaria 2025

Alcuni dei bonus già citati rientrano tra le misure dedicate alle famiglie nella nuova legge di bilancio. Proprio alle famiglie si è rivolto il ministro dell’Economia Giorgetti, dicendo che il suo “rammarico” è non aver fatto di più per loro. Nella manovra è contenuto un bonus dall’importo di mille euro per chi fa un figlio nel 2025, senza requisiti di reddito. C’è un potenziamento dell’Assegno unico e universale, che sarà incrementato del 50% nel primo anno di vita del bambino. C’è, come detto, un bonus asili nido che per chi le fasce più basse di Isee può arrivare fino a 3.600 euro all’anno.

Gasparri (FI): “Manovra blindata? È successo con tutti i governi”

“Si discute dell’approvazione monocamerale”, ma “siamo al 28 dicembre e io ho approvato manovre il 30 dicembre con i governi Conte e Draghi”, ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. “Dobbiamo mettere mano ai regolamenti e dare una data certa di approvazione: forse questo potrebbe servire a contenere le fiducie, altrimenti c’è ipocrisia perché tutti i governi ci hanno fatto i conti”. Per quanto riguarda i contenuti della legge di bilancio, FI ha annunciato il voto favorevole sulla fiducia perché il governo è “un esempio di stabilità, di serietà, invidiato in Italia e nel mondo”.

Tutti i nuovi bonus nella prossima Manovra del governo Meloni

La legge di bilancio ha confermato diversi bonus che resteranno in vigore anche l’anno prossimo, ma con delle differenze. Ad esempio, resta detassato il fringe benefit aziendale, che potrà arrivare fino a 5mila euro per i dipendenti con reddito sotto i 35mila euro che si trasferiscono a oltre 100 chilometri di distanza per il lavoro. O il bonus madri lavoratrici, che sarà esteso alle lavoratrici autonome con almeno due figli, reddito fino a 40mila euro e niente regime forfettario. Lo stesso vale per il bonus asili nido, fino a 3.600 euro, e i bonus edilizi fino al 50% (per le prime case). Ma ci sono anche novità: un bonus da mille euro per i nuovi nati, ad esempio, o un bonus elettrodomestici che può arrivare fino a 200 euro.

Renzi contro il presidente del Senato: “Camerata La Russa, deve rispettare l’opposizione”

In Aula c’è stato anche un primo momento di tensione. Renzi ha criticato una “rumorosa componente della maggioranza” che parlava durante il suo intervento, dicendo che “il presidente del Senato evidentemente” non se n’era accorto. La Russa, con toni accesi, ha invitato Renzi a non dare lezioni e ha detto che il rumore era accettabile. A quel punto l’ex premier ha sbottato: “Lei deve abituarsi, camerata La Russa, a rispettare l’opposizione in quest’Aula”. Tra le proposte della maggioranza, ha aggiunto: “Pensavo di farle un complimento, si figuri”.

Renzi attacca la legge contro di lui: “Mai successo, precedente pericoloso”

“Da un mese la presidente del Consiglio ha dato mandato ai suoi uffici di studiare una norma contro di me. Ma la norma non è contro di me, perché le conferenze posso anche andare a farle gratis. Il punto è che con la riformulazione di un emendamento notturno la maggioranza ha scelto di intervenire sullo status di alcuni senatori e non di altri. È un precedente pericoloso non per me, per voi”. Matteo Renzi, parlando in dichiarazione di voto, ha riguardato la norma che impedirà anche a lui di avere entrate da Stati esteri: “Per la prima volta il capo del governo è intervenuto sullo stato di un senatore dell’opposizione, cosa che non era mai avvenuta. Non fate una norma che dice che chi fa il parlamentare deve fare solo quello: io ve la voterei, ma voi non volete perché tra voi molti fanno altro oltre ai parlamentari”.

Come cambiano le detrazioni fiscali con la finanziaria 2025

Nel 2025 scatta un tetto alle detrazioni per chi ha un reddito superiore ai 75mila euro. Chi guadagna tra 75mila e 100mila euro potrà scalare al massimo 14mila euro dalla dichiarazione dei redditi, mentre per chi supera i 100mila euro la soglia massima scende a 8mila euro. Non solo: la somma dipende anche dalla composizione della famiglia. Ad esempio, chi guadagna 75mila euro e ha due figli a carico potrà detrarre 14mila euro; chi ha le stesse entrate ma non ha figli a carico avrà diritto al massimo alla metà, 7mila euro. Da questi calcoli sono lasciate fuori le spese sanitarie e gli investimenti per start up e Pmi innovative, che si potranno sempre detrarre. Incluse invece le spese per l’istruzione, quelle per la casa e tutti gli altri tipi di detrazioni.

Calenda alla maggioranza: “La manovra contraddice tutte le promesse che avete fatto agli elettori”

“La verità di questa finanziaria è che ha punti che funzionano e punti che non funzionano. Tiene in ordine i conti dello Stato, sì, e ha un importante taglio del cuneo fiscale. Ma contraddice ogni singola cosa che avete detto agli elettori italiani. Volevate uscire dall’Euro, abbattere la Fornero, invece avete fatto una manovra prudente e conservatrice”, ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, in dichiarazione di voto. “Non c’è una singola funzione dello Stato che avete iniziato a migliorare. La scuola, la sanità, la sicurezza…questo Paese non ha più servizi essenziali, da anni lo Stato è impotente, e ora l’indifferenza si sta trasformando in rancore”.

È iniziata la seduta del Senato: partono le dichiarazioni di voto sulla legge di bilancio

A Palazzo Madama è iniziata l’ultima seduta di lavori sulla legge di bilancio. Sbrigate le procedure iniziali, a breve partiranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia per la manovra. Parleranno tutti i gruppi parlamentari. Ci si aspetta che la votazione finale arrivi in mattinata.

Irpef 2025, le nuove aliquote nella prossima Manovra

La legge di bilancio per il 2025 conferma in modo strutturale le tre aliquote Irpef in vigore già quest’anno. Si pagherà:

  • il 23% per i redditi fino a 28mila euro
  • il 35% per i redditi tra 28mila e 50mila euro
  • il 43% per i redditi oltre i 50mila euro

Sono saltati i tentativi di abbassare l’aliquota centrale, portandola al 33% ed eventualmente allargandola fino ai redditi da 60mila euro. Dunque, per l’anno prossimo, si partirà con le stesse fasce in vigore nel 2024. Il governo ha comunque detto che potrebbe arrivare un intervento successivo per ridurre, temporaneamente, l’aliquota di mezzo. Ma non è ancora chiaro quando potrebbe accadere





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