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Moda sostenibile: una rivoluzione necessaria per il nostro futuro

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L’industria della moda, da sempre sinonimo di creatività e innovazione, è oggi al centro di una trasformazione che potremmo considerare epocale. La sostenibilità non è più un’opzione, un trend per pochi o una strategia di marketing: è una risposta urgente alle pressanti questioni ambientali e sociali che ci riguardano tutti, richieste e istanze che arrivano prima di tutto dagli stessi consumatori. Ma quanto è concreta questa rivoluzione? E fino a che punto le scelte dei consumatori possono influenzare un sistema produttivo complesso e globale?

Perché la moda deve cambiare

La moda, un universo di colori e grazia, tendenze e aspirazioni, nasconde spesso un lato oscuro fatto di inquinamento, sfruttamento delle risorse e condizioni di lavoro inaccettabili. Ogni anno, circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili finiscono in discariche o inceneritori​. Solo per produrre una maglietta in cotone si consumano circa 2.700 litri d’acqua, equivalenti al fabbisogno idrico di una persona per oltre due anni​. Questi numeri, impressionanti nella loro crudezza, mostrano l’urgenza di un cambiamento che non può più essere rimandato.

L’innovazione come chiave di svolta

Fortunatamente, segnali di cambiamento iniziano a farsi strada. Materiali come il cotone organico, la pelle vegana ottenuta dai funghi o dai cactus e tessuti biodegradabili stanno trovando sempre più spazio sul mercato​. Alcuni brand pionieri, come Patagonia e H&M, stanno adottando modelli di economia circolare, promuovendo il riutilizzo dei capi e il riciclo dei materiali.

La stampa 3D potrebbe rappresentare una svolta per la moda, offrendo soluzioni innovative per ridurre gli sprechi nella produzione. Tra gli esempi più interessanti, Julia Daviy ha creato la prima gonna personalizzata stampata in 3D con filamenti riciclabili, generando meno dell’1% di rifiuti, simbolo di un approccio responsabile al design. Al Met Gala 2019, Zac Posen mostrò le potenzialità artistiche di questa tecnologia con l’abito “Rose”, caratterizzato da petali stampati in 3D . Lo studio ZER Collection, infine, utilizzò materiali biodegradabili e tecnologie digitali nel 2020 per realizzare capi originali senza sprechi.

Questi esempi dimostrano come la stampa 3D possa coniugare creatività e sostenibilità, delineando un sistema produttivo potenzialmente più sostenibile per il settore, grazie all’evoluzione tecnologica. Ad oggi, la stampa 3D nel mondo della moda, pur portando con sé un potenziale rivoluzionario, non è ancora riuscita a imporsi come tecnologia di uso comune nella produzione su larga scala. Le sue potenzialità sono limitate da barriere economiche e strutturali che ne ostacolano la diffusione, confinandola, per ora, a un utilizzo circoscritto alla produzione di piccoli lotti con forte personalizzazione, ai semilavorati, alla realizzazione di prototipi e capi esclusivi, e, in generale, a contesti in cui la personalizzazione estrema rappresenta un valore aggiunto.

I consumatori al centro del cambiamento

La sostenibilità della moda non può prescindere dalle scelte di chi la consuma. Ogni acquisto consapevole rappresenta un tassello verso un futuro più etico. Optare per marchi trasparenti, sostenere il mercato del vintage e della seconda mano, e prendersi cura dei propri capi allungandone la vita sono azioni alla portata di tutti​. La piattaforma Good On You, ad esempio, offre un valido supporto per orientarsi nella giungla di informazioni, valutando l’impatto ambientale e sociale dei brand​.

Ostacoli e sfide ancora da superare: serve cultura

Nonostante i progressi, il cammino verso una moda sostenibile è disseminato di ostacoli. I costi elevati dei materiali eco-friendly rendono spesso i capi sostenibili poco accessibili, mentre il greenwashing – praticato da alcuni marchi – mina la fiducia dei consumatori​​. È necessaria una maggiore educazione su questi temi, affinché la consapevolezza diventi azione concreta su larga scala.

Uno sguardo al futuro con un moderato ottimismo

Il futuro della moda è inevitabilmente intrecciato con la capacità di innovare e collaborare. Dalla trasparenza resa possibile dalla blockchain, che traccia ogni passaggio della filiera produttiva, alle partnership tra governi, aziende e ONG per definire standard globali di sostenibilità, il settore è chiamato a dimostrare che il cambiamento è possibile​. Ma sarà in grado di fare fronte a questo difficile compito?

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Questa trasformazione, però, non avverrà senza il coinvolgimento di tutti: aziende, istituzioni e singoli individui. L’ultimo anello ha un peso rilevante: i consumatori. Le aziende, dopo tutto, propongono, a volte “impongono”, ma sanno anche interpretare le necessità e i bisogni dei singoli individui, cavalcando l’onda del cambiamento. Durante l’acquisto, si dovrebbero preferire prodotti fatti con materie riciclate e orientarsi verso prodotti di maggiore durata e qualità, certo a scapito di un maggiore costo economico nell’immediato, ma non nel lungo termine, poiché il prodotto di migliore qualità ha una vita più lunga ed è meno soggetto ai cambiamenti della moda.

La moda è sempre stata un motore dell’economia globale e un riferimento per gusto e stile di vita. Oggi le chiediamo di diventare anche un punto di svolta culturale, capace di ispirare un cambiamento reale per proteggere l’ambiente.

fonti:

Zac Posen

Zer colection



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