Il Vescovado – Legge di Bilancio: il punto del professor Antonio Mascolo

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Il quadro tendenziale di cui al DEF (Documento di Economia e Finanza) di aprile 2024 riportava questi valori presentati dal governo del nostro Paese: deficit 2023, 7,4%; tendenziale preconsuntivo 2024, 3,7%%, previsione 2025, 3,3%, nel 2026, 2,8% e nel 2027, 2,6%. A dicembre 2023, quindi, il deficit di bilancio era del 7,4% ben superiore alla stima del 5,3% come da Nadef del settembre 2023.

Il Governo tuttavia non teneva presente il quadro programmatico che era il seguente: ad aprile 2024 il deficit (programmatico) era fissato al 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024, 3,0% nel 2025, e 2,5% nel 2026, mentre il quadro del deficit tendenziale era quello sopra riportato e a cui per comparazione si fa riferimento.

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Ai fini conoscitivi chiarisco il significato di “quadro tendenziale” e “quadro programmatico”.

Il “quadro tendenziale” stima l’orientamento o l’indirizzo dell’economia a legislazione vigente e cioè calcola “l’andamento dei vari indicatori economici” senza alcun nuovo intervento da parte del governo in sede di politica economica.

Il “quadro programmatico” stima di quanto la politica economica del governo influisce o ha influito sull’andamento dei conti pubblici e cioè la tendenza di tali conti conseguente “al programma economico del governo”.

A settembre, il Governo, tenendo fede a quanto stabiliva il nuovo Patto di Stabilità e Crescita, ha presentato il PSB (Piano Strutturale di Bilancio) che di fatto ha sostituito la NADEF (Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza). Tale piano indica “le stime macroeconomiche e di finanza pubblica su cui si basa la legge di bilancio”.(OCPI del 14 ottobre 2024).

Il P.S.B, figlio del Patto di Stabilità e Crescita, ha come obiettivo sia la riduzione del deficit del bilancio, sia il controllo e riduzione dei livelli di spesa.

Il P.S.B. presenta le seguenti novità nei confronti del DEF dell’aprile 2024:

  • c’è di fatto una “stretta” sugli obiettivi programmatici relativi agli anni 2025 e 2026;
  • è prevista la riduzione del deficit tendenziale a legislazione vigente per il triennio 2025-2027;
  • IL PSB dà spazio ad una manovra espansiva che invece non era presente nel DEF. Con il PSB c’è di fatto una contrazione/riduzione del debito o indebitamento tendenziale rispetto a quello programmatico. Questa differenza tra il deficit tendenziale di bilancio (come da DEF) e quello programmatico (come da programma del governo di cui al PSB) evidenzia la quota di “spazio di bilancio” vale a dire un “deficit aggiuntivo” che di fatto dovrebbe andare a finanziare gli interventi di spesa nel quadro della politica economica del governo (cosi si esprime come concetto l’OCPI – Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani – del 14/10/2024). Questa differenza risulta essere di ben 50,4 miliardi di euro che dovrebbero essere investiti nel triennio, 2025-2027. Per il 2025 si prevede uno “spazio di manovra” quale differenza tra DEF tendenziale e PSB programmatico di 9,3 miliardi di euro “che sarebbe stato circa il doppio se il governo non avesse deciso di ridurre l’obiettivo di deficit per il 2025 dal 3,7% del PIL nel DEF al 3,3% nel PSB.” (OCPI del 14/10/2024 – P.S.B., Un eccesso di ottimismo?).

Ciò sempre che la correzione (revisione) del quadro tendenziale fosse giustificata, perché in caso contrario gli obiettivi di bilancio inseriti nel PSB, non verrebbero raggiunti, perché non troverebbero alcuna giustificazione.

Infatti esistono valori non spiegabili e non rilevabili che divergono da quelli del DEF di aprile 2024, e che potrebbero non essere reali. Mentre nel DEF il decremento del deficit tra 2025 e 2027 è dello0,7 punti di PIL (dal 2% all’1,3%)nel PSB (presentato a settembre 2024) la riduzione del deficit passaall’1,6 punti di PIL (da 2,2% a 0,6%). Un decremento del deficit di quasi 38 miliardi che“non sembra giustificabile con gli effetti del Superbonus”(ONPI del 16 ottobre 2024).

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MANOVRA LEGGE DI BILANCIO 2025-2027

La Legge di Bilancio è stata firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 23 febbraio 2024 e prevede stanziamenti (spese pubbliche e entrate) per 30 miliardi nel 2024, 35 nel 2026 e 40 nel 2027.

Risaltano, tra le misure previste, quelle relative al cuneo fiscale, al riordino delle detrazioni fiscali , modifiche per il 2025 all’aliquota del 35% dell’imposta IRPEF a tre aliquote e alla revisione della spesa pubblica, con esclusione della sanità.

Le principali misure, che verranno solo enunciate perché ancora in fase di perfezionamento e definizione in sede legislativa, sono quindi le seguenti:

  • Il taglio del CUNEO FISCALE: è confermato e reso strutturale;
  • IRPEF:L’IRPEF a tre scaglioni (con aliquote del 23%, 35%%; 43%) applicata già per il 2024 sarà confermata e resa strutturale per il futuro. E’ in progetto la seguente ipotesi di modifica in discussione in Parlamento: a) rettificare, riducendola, la seconda aliquota dal 35% al 33%; b) incrementare il secondo scaglione portandolo da 50 mila a 60 mila euro.

Attualmente gli scaglioni sono i seguenti:

  • Aliquota del 23%: fino a reddito di 28.000 euro;
  • Aliquota 35%: reddito da 28.001 a 50.000 euro;
  • Aliquota 43%: reddito da 50.001 in poi.
  • FLAT TAX per le partite IVA. E’ in progetto la seguente ipotesi di modifica: portare il limite di 85 mila euro su cui si applica l’imposta del 15%, a 100 mila euro;
  • EXTRAPROFITTI delle banche;
  • PENSIONI MINIME E LEGGE FORNERO: La misura delle pensioni minime è in discussione in Parlamento. Si prevede che non sarà toccata la legge Fornero;
  • ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: raggiunge 9,6 milioni di bambini e comprende il piano asili nido, i congedi parentali , ecc….;
  • TAX EXPENDITURES: sono misure che hanno come obiettivo quello di ridurre il carico fiscale dei contribuenti e consistono in agevolazioni fiscali, quali ad esempio le detrazioni e le deduzioni fiscali, le imposte sostitutive, i crediti di imposta, aliquote ridotte riguardanti l’IVA, i vari bonus ecc…Si prevede la loro modifica;
  • TASSAZIONE AGEVOLATA SUGLI STRAORDINARI: per gli straordinari si prevede l’applicazione di una flat tax;
  • SANITA’: si manterrà la spesa sanitaria sopra l’1,5% in rapporto sul PIL (misura prevista in media nei prossimi sette anni). Tale misura è prevista anche nel PSB;
  • TASSA DI SCOPO SULLE SIGARETTE: in questo caso le maggiori entrate andrebbero a finanziare la maggiore spesa necessaria per un migliore funzionamento della Sanità;

Enuncio, senza entrare nel merito, le altre misure che saranno discusse e forse modificate in sede parlamentare. Esse sono:

  • sostegni alla natalità;
  • misure di contrasto all’evasione fiscale;
  • pensioni e incentivi per rimanere al lavoro;
  • misure per agricoltura, turismo e imprese;
  • misure per la riqualificazione energetica degli edifici;
  • mutui per la prima casa;
  • misure per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi;
  • nuove regole in relazione all’imposta di bollo sui contratti di assicurazione sulla vita;
  • misure per i lavoratori frontalieri;
  • misure per contrastare la povertà;
  • rinnovo dei contratti pubblici;
  • misure per il personale di giustizia.

Come verrà finanziata la spesa prevista al fine di coprire tutte le misure che saranno prese nella manovra della legge di bilancio e di quanto il finanziamento inciderà sull’incremento del deficit?

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La riduzione del deficit tendenziale così come sopra descritto deriva da una modalità restrittiva della politica di bilancio, che trova la sua giustificazione dall’alto debito pubblico del nostro Paese.

Da ciò deriva che difficilmente sarà raggiunto quanto previsto nella manovra che risulta essere espansiva, cosa che è in evidente contrasto con il tentativo della riduzione del deficit tendenziale. Manovra espansiva che prevede una maggiore spesa per circa 9 miliardi per il 2025, 15 miliardi per 2026 e 25 miliardi per il 2027.

Tuttavia vi sono alcuni dubbi e incertezze sulla possibilità che si verifichi la riduzione del deficit tendenziale a legislazione vigente. L’OCPI al riguardo pone alcuni dubbi esprimendoli in due considerazioni: la prima è che il deficit tendenziale si prevede di molto ridotto rispetto a quello del DEF di aprile 2024 e la seconda riguarda il 2025 in cui il miglioramento del deficit proviene da una sola voce di bilancio “altre entrate” senza entrare nel merito della voce stessa e senza prendere in considerazione le altre entrate tra cui: le entrate tributarie, contributive, patrimoniali, ecc…

Il finanziamento della spesa proviene da varie fonti tra cui la DTA (Deterred Tax Assets cioè Anticipo sulle Imposte Differite delle banche e delle assicurazioni).

Le DTA (Deterred tax Assets) sono crediti di imposta che andranno a compensare futuri impegni fiscali da pagare (imposte differite) dalle banche e/o dalle assicurazioni, le quali anticiperanno allo Stato italiano la parte delle future imposte che saranno compensate con l’utilizzo dei crediti di imposta maturati.

Cosi si esprime il Servizio Studi della Camera dei deputati a proposito del finanziamento della manovra di bilancio: “Le risorse del disegno di legge di bilancio da stanziare – in considerazione del livello del saldo netto da finanziare – possono essere analizzate in relazione alle singole misure previste dagli articoli del disegno di legge, incidenti sulle entrate o sulle spese (al netto delle spese per il rimborso del debito e dei fondi da ripartire). Per quanto attiene alle maggiori entrate, il Governo ha previsto quattro principali misure, stimandone i corrispondenti effetti finanziari come segue:

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  • la revisione della disciplina sulla deduzione delle quote delle svalutazioni e perdite su crediti e dell’avviamento correlate alla disciplina di trasformazione delle attività per imposte anticipate, cosiddette “DTA”;
  • la modifica della disciplina del versamento dell’imposta di bollo per i contratti di assicurazione sulla vita;
  • la rideterminazione del valore di terreni e partecipazioni;
  • la lotta all’evasione fiscale, tramite misure in materia di pagamenti elettronici e di interoperabilità delle banche dati e di tracciabilità delle spese”.(Camera dei deputati – Servizio Studi)

SITUAZIONE DEL DEBITO PUBBLICO

Da un mio scritto del 07 aprile 2024 riporto quanto segue:

Debito pubblico

Alla fine di ottobre 2023 il livello del debito pubblico italiano era di 2.868 miliardi di euro e a fine novembre di 2.855 miliardi con una discesa di13 miliardi. Nel 2022 il debito era di 2.766 miliardi di euro con un differenziale in aumento del 2023 di 102 miliardi di euro.

A dicembre 2023, secondo i dati della Banca d’Italia, il debito pubblico era salito a circa 2863 miliardi.

Ultimo aggiornamento con dati riferiti al 15 febbraio 2024, il D.P. veniva stimato a gennaio 2024 in 2856 miliardi e quindi in lieve diminuzione in relazione alla stima di dicembre 2023.

Una stima (OCPI) in proiezione a giugno di quest’anno porta il D.P. in sensibile crescita perché oscillante tra 2879/2889 miliardi di euro e sempre a fine 2024 il rapporto D.P./PIL viene stimato essere a 143,4% (a fine 2023 la stima era di 142,9).”Antonio Mascolo – PIL, Debito Pubblico, Crescita – Politicainsieme.com – 07/04/2024)).

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A settembre 2024 il debito pubblico, secondo dati ISTAT era salito a 2.962,3 miliardi di euro miliardi di euro, nello stesso mese del 2023 il debito pubblico era di 2849,7. In un anno c’è stata una crescita del debito di 112,6 miliardi.

L’ ISTAT, stima il debito pubblico a dicembre 2024: tra i 2.924 e i 2.975 miliardi.

Come si può conciliare una manovra di bilancio improntata alla crescita e contemporaneamente alla riduzione del deficit di bilancio pubblico, così come previsto dal PSB (Piano Strutturale di Bilancio), con un debito pubblico in costante e ulteriore aumento?

Tra le strade possibili c’è quella degli investimenti pubblici ad alta produttività sociale e finanziati dal cosiddetto debito buono, cioè quel debito che crea ricchezza e soprattutto ricchezza reale! L’ incremento reddituale di ricchezza, attraverso la maggiore occupazione, lo sviluppo produttivo ed economico delle imprese e il conseguente incremento dei consumi, e le maggiori imposte pagate dai contribuenti (in una situazione attesa di maggiori entrate fiscali dovute ad incremento della produttività e ad una valida lotta all’evasione), viene a creare quel “RETURN” in termini di maggiori entrate tributarie tale da rendere neutra la maggiore spesa pubblica!

E’ questa neutralità della spesa pubblica, dovuta al “return” causato dall’incremento delle entrate fiscali, che giustifica l’esistenza del cosiddetto “debito buono” che, attraverso quella produttività sociale quale conseguenza di maggiori investimenti dello Stato e, a livello indotto, dei privati, giustifica la possibile crescita economica a debito zero.

 

Leggi qui l’articolo originale del professor Mascolo suPoliticainsieme.com

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