Pietra Ligure. Continua il viaggio di IVG alla ricerca di quei reparti, negli ospedali di Savona e Pietra Ligure, che hanno un sostanziale numero di giovani medici: tra specializzandi e neo specializzati.
Un viaggio per dar loro voce e per far capire a tutti i lettori quanto il loro contributo, seppur quasi sempre “tutorato”, sia fondamentale. Dopo il racconto dei giovani medici dei reparti di Medicina Interna 1 e 2 del San Paolo di Savona, e di quello degli specializzandi del reparto di Anestesia e Rianimazione del Santa Corona, questa volta è il turno della Struttura Complessa Ortopedia e Traumatologia Ponente afferente al Dipartimento ortopedico traumatologico, diretta dal dottor Marcello Federici.
“Questi giovani specializzandi sono insostituibili, senza di loro i miei collaboratori non potrebbero andare in ferie, fare corsi di aggiornamento. Insomma sono una risorsa fondamentale”, ad affermarlo è il dottor Federici.
Il responsabile della struttura vuole sottolineare che tutto ciò è stato reso possibile grazie al lavoro del professor Matteo Formica. Il Direttore della scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Genova ha permesso che gli specializzandi (dopo il terzo anno) potessero fare anche esperienze in altri ospedali, oltre la clinica universitaria dal San Martino, facenti anch’essi parte della rete formativa.
“Voglio esprimere riconoscenza verso il professor Matteo Formica perché soltanto da quando c’è lui ci si è ricordato delle province – afferma Federici – il professore è stato l’unico che ha creduto negli ospedali delle pendici della Regione, ci ha dato un aiuto incredibile. Qua gli specializzandi non si vedevano, ma soprattutto ha permesso che conoscessero le altre realtà. Chi ha toccato con mano la nostra realtà di Pietra Ligure, nella maggior parte dei casi, si è voluto fermare”.
“I genovesi sono molto radicati alla loro città, ma il fatto che il professore Formica abbia fatto provare la vita di queste zone ha fatto si che alcuni ragazzi si siano fermati – sottolinea – e quindi non abbiamo più avuto i concorsi vuoti: un traguardo incredibile”.
“Pietra Ligure, per anni, è stata una landa desolata dove la gente veniva, faceva un periodo ma poi andava via”, spiega il dirigente. Secondo il dottor Federici il privato-convenzionato è una realtà che mina gli ospedali pubblici in maniera devastante: “Purtroppo il richiamo è forte ma il professor Formica, facendoli introdurre in una realtà ospedaliera che tutto sommato funziona ha fatto innamorare i ragazzi giovani del pubblico. Altrimenti allo specchietto delle allodole di soldi facili, di no turni festivi, di no turni serali non reggiamo confronto; però di fatto si sono fermati”.
“Il livello degli specializzandi è migliorato tantissimo, girando si vedono e si imparano cose. Il fatto che questi giovani conoscano realtà diverse della rete formativa permette loro di costruirsi un bagaglio importante e che li rende autonomi e competitivi su più fronti”, spiega.
Gli specializzandi
Andrea Cuomo specializzando assunto da settembre 2024 con il Decreto Calabria (il quale ha normato la possibilità per i medici specializzandi di essere assunti a tempo determinato, con automatica conversione del contratto a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specialità, a partire dal secondo anno di corso di specializzazione). E’ genovese ma ha scelto Pietra Ligure: “Ho fatto prima la specialità a Genova poi Pietra Ligure poi di nuovo Genova e poi ho deciso di rimanere al Santa Corona. Sono un genovese che ha scelto Pietra Ligure, mi trovo benissimo. Faccio la turnistica quasi completa di quella che fanno gli strutturati (reparto, ambulatorio e sala operatoria)”, ci spiega.
“Mi è servito tanto anche fare un periodo di 4 mesi al Gaslini per imparare a trattare i bambini, grazie a questa rete formativa allargata aumentiamo il nostro bagaglio delle esperienze – aggiunge il dottor Cuomo – in ambulatorio si vedono tanti bambini che possiamo trattare qua, per questo il periodo al Gaslini è stato importante”.
Francesco Santi Laurini (di Savona) è attualmente in chirurgia vertebrale e a novembre2024 è entrato al quarto anno di specialità: “Ho fatto 4 mesi in traumatologia a Pietra e 4 mesi di chirurgia vertebrale sempre qua. Il percorso formativo della rete formativa prevede un periodo in traumatologia in chirurgia protesica, vertebrale e del piede “Girare realtà diverse fa bene, è una cosa positiva, anche negli ospedali di provincia. Sono stato contento di essere stato riassegnato qua perché è una realtà che mi piace e in più sono nato in questo ospedale. Il rapporto umano è stato importante, mi sono trovato bene sia dal punto di vista lavorativo che umano. Ho visto tante cose nuove e diverse, ho imparato molto sia in traumatologia che chirurgia vertebrale. Sono realtà stimolanti”.
“Al Santa Corona c’è una più bassa concentrazione di specializzandi rispetto al San Martino e quindi siamo seguiti un po’ meglio, siamo inseriti di più nel contesto. In questo reparto, tutto sommato, non c’è nemmeno questo distacco generazionale o quel timore reverenziale o rapporto di timore del capo, c’è una facilità nel discutere le cose, non avere paura di chiedere le cose. C’è un rapporto più intimo a livello umano che però si ripercuote immediatamente in quello lavorativo”, afferma il dottor Francesco.
Tutti gli specializzandi sono seguiti dai medici strutturati e compiono una turnistica quasi completa: ambulatorio, reparto, e sala operatoria. Il dottor Federici per sua scelta di politica personale ha evitato le guardie attive del pronto soccorso dello specializzando assunto: “Per due motivi uno perché non li voglio esporre a potenziali rivalse. In secondo luogo perché pronto soccorso è abbastanza in viso agli ortopedici per cui, per invogliarli, a restare preferiscono che vedano la vita di reparto o la sala operatoria o altre cose”.
Abbiamo chiesto ai due giovani medici se c’è stato un caso che è impresso nelle loro menti: “Quello di Doukhani Manar“, dicono in coro.
“L’abbiamo seguita tanto in reparto, e per caso ero andato giù a farle la medicazione quando ha iniziato a svegliarsi – afferma il dottor Cuomo – quando ero lì e muoveva le gambe e questa cosa è stata un miracolo. Nessuno si sarebbe aspettato che le gambe le muovesse da subito, un’emozione“.
In ultimo c’è la dottoressa Valentina Provvidenti, anche lei assunta, e che è in forze alla chirurgia protesica (quarto anno di specializzazione).
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