Al lavoro per Natale: «Per gli assistiti sei uno di famiglia»

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GROSSETO. Medici, infermieri, vigili del fuoco, poliziotti, agenti della polizia municipale, carabinieri, autisti di pullman e di treni, commessi e cassieri dei supermercati, baristi, camerieri, cuochi, hostess negli alberghi e addetti alle pulizie, cassieri dei cinema e teatri, tassisti, giornalisti, venditori call center, paramedici.

C’è un mondo intero che non sta a casa quando sul calendario comincia a spuntare il colore rosso. Lavoratori che non conoscono la vigilia, il Natale o la Pasqua e nemmeno la festa del 1° Maggio. Ma spesso, c’è un minimo comun denominatore che li lega: la passione per la professione intrapresa. Anche se, qualche volta, ad essere sacrificato è il tempo passato in famiglia

Tra la schiera di lavoratori che anche durante le feste sono in servizio ci sono non solo gli infermieri ospedalieri ma anche quelli che si occupano dell’assistenza domiciliare di pazienti che hanno malattie croniche. 

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Giuseppe Mastrogiacomo, 34 anni, una moglie e una bambina di appena due mesi, è uno di loro. Per le feste di Natale sarà al lavoro, come in ogni altro periodo dell’anno. «Per me però non è un sacrificio – dice subito – perché molte delle persone che assistiamo, diventano di famiglia. E sapere di poter dare loro sollievo anche durante le feste è gratificante, sembra quasi di non andare a lavorare ma di coltivare una passione». 

Mastrogiacomo parla e dalla sua voce traspare tutta la positività che deve esserci quando prendersi cura degli altri non è soltanto un lavoro, ma è quasi una missione. «Con il servizio territoriale – spiega Mastrogiacomo – garantiamo la nostra presenza 12 ore al giorno anche durante i festivi. Soprattutto in quei giorni, quando le famiglie si riuniscono per le feste. Ecco, in tantissimi casi, è quasi come farne parte». 

Il regalo più bello? «L’affetto e la riconoscenza degli assistiti e dei loro familiari»

Non succede soltanto durante le feste di Natale che gli assistiti e le loro famiglie dimostrino affetto e riconoscenza agli infermieri del servizio domiciliare. «Lo fanno ad ogni ricorrenza, lo fanno anche quando non ci sono feste in mezzo – dice Giuseppe – Qualche volta mi fanno trovare le uova fresche, altre una torta fatta in casa. Quando i miei assistiti hanno saputo che ero diventato padre, hanno voluto festeggiare con me e mi hanno portato dei regali per la mia bambina. Un peluche, un giocattolino. Io in cambio ho fatto alcuni video da far vedere loro di mia figlia mentre giocava con i loro regali. È emozionante condividere parti delle nostre vite in questo modo». 

Di origini pugliesi, Giuseppe Mastrogiacomo ha trascorso quattro anni in Inghilterra. «Là la meritocrazia è riconosciuta – dice – puoi fare carriera anche se non conosci bene le lingue, anche solo mostrando la tua competenza e dedizione. Quando sono tornato in Italia ho fatto diversi concorsi e ho lavorato per un periodo in Liguria, nel reparto di Chirurgia. Poi sono arrivato a Grosseto e qui ho messo le radici». Giuseppe ha conosciuto Giorgia, che poi è diventata sua moglie. E qui è nata Arianna, la loro bambina. 

Il desiderio di Giuseppe: «Meno competizione, più armonia»

All’interno dell’Asl Toscana Sud Est, Mastrogiacomo ha scelto di occuparsi dell’assistenza domiciliare. Ha cominciato quando le regole del suo lavoro erano state sovvertite dalla pandemia di Covid. Quando tutto era più difficile e quando c’è stato da inventarsi nuovi modi di lavorare. 

Ora che ci si avvicina a Natale, è facile esprimere un desiderio. Quello dell’infermiere trentaquatrenne però, è un regalo che non si può comprare per metterlo sotto all’albero

«Mi piacerebbe che non ci fosse più competizione tra colleghi – dice – e che ci fosse solo armonia a legarci. Soprattutto quando svolgiamo il servizio di assistenza domiciliare. Se così fosse, andare a lavorare sarebbe come fare una passeggiata. C’è da rimboccarsi le maniche per fare bene questo lavoro, ma se lasciamo fuori dalla porta lo stress e la tensione, certamente tutto scorrerebbe senza intoppi». Un regalo, che ci auguriamo che Giuseppe, e tutti i suoi colleghi, possano trovare. 

 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
    Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana – #UniciComeLaMaremma



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