Perché in Italia stanno boicottando Carrefour e cosa c’entra la Palestina

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L’atto del boicottaggio è sempre un atto politico, così come scegliere da che parte stare. Questa è la storia di Carrefour e di quello che le viene recriminato

Sabato 21 dicembre scorso è successa una cosa di cui non tutti sono al corrente: il movimento BDS (Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) Italia ha lanciato una giornata di mobilitazione nazionale per denunciare le complicità di Carrefour con il “sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid”.

Una netta presa di posizione che vorrebbe spingere noi consumatori a boicottare l’azienda (Carrefour è un rivenditore francese con oltre 3.400 negozi in tutto il mondo). Ma cosa c’entra davvero con il conflitto a Gaza?

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Secondo quanto di legge dal comunicato Carrefour avrebbe ha stipulato accordi di franchising con Electra Consumer Products e Yenot Bitan, due aziende israeliane che operano nelle colonie illegali, e stretto partnership con almeno sei startup israeliane attive nei settori dell’intelligenza artificiale e della cyber security.

Gaza, il massacro

Secondo i dati del Gaza’s Ministry of Health, a inizio anno erano più di 25mila i palestinesi uccisi a Gaza, di cui circa 16mila donne e bambini. Il numero di persone uccise era allora triplicato rispetto al totale dei 15 anni precedenti messi insieme e, ad oggi, è sicuramente aumentato (si aggira intorno ai 45mila)

In più nessun conflitto che abbia segnato il 21° secolo ha un tasso di mortalità giornaliero più alto di quello della guerra a Gaza dove in media ogni giorno sono stati uccise 250 persone.

Tra richieste di cessate il fuoco, trattative andate in fumo e negoziati in bilico, i e raid aerei e terrestri israeliani proseguono senza soluzione di continuità, aggravando una crisi umanitaria già drammatica. Le vittime a Gaza hanno raggiunto un numero tragico e le infrastrutture sono al collasso.

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Perché Carrefour

Dal 2022, Carrefour ha avviato una partnership in franchising con Electra Consumer Products (ECP) e la filiale di vendita al dettaglio di ECP Yenot Bitan, entrambe attive nell’impresa di “colonizzazione illegale” israeliana. Nel luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che l’intera occupazione militare e la presenza di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, compresa la sua impresa di insediamento nei territori palestinesi occupati, è illegale e che è vietato qualsiasi sostegno o riconoscimento ad essa.

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Il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC) ha invitato i sostenitori dei diritti del popolo indigeno palestinese di tutto il mondo a boicottare il Gruppo Carrefour fino a quando: 1) non porrà fine al suo accordo di franchising con l’israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenot Bitant; e 2) fermare tutte le vendite di prodotti provenienti dagli insediamenti illegali israeliani nelle migliaia di supermercati e minimarket che gestisce in tutto il mondo.

Durante la guerra di Israele a Gaza, iniziata nell’ottobre 2023, la filiale del Gruppo Carrefour, Carrefour-Israel, ha sostenuto i soldati israeliani.

Carrefour ha cercato di prendere le distanze dalle responsabilità. Tuttavia, l’azienda è complice dei crimini di Israele fintanto che la sua attività aiuta e favorisce direttamente o indirettamente l’apartheid, il genocidio e le violazioni dei diritti umani. Continuare a fare affari come al solito con uno Stato nonostante il noto rischio di genocidio a seguito delle conclusioni della Corte Internazionale di Giustizia nel gennaio 2024 e l’occupazione illegale e l’apartheid come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia nel luglio 2024 rendono il Gruppo Carrefour complice di tali crimini.

E questo è quanto riportato da BDS.

Anche organizzazioni internazionali non smettono un attimo di denunciare le violazioni dei diritti umani perpetrate nei territori palestinesi. Secondo BDS Italia il boicottaggio rappresenta uno strumento concreto e legale per contrastare queste complicità e sostenere il popolo palestinese.

BDS Italia chiede a Carrefour di:

  • terminare le partnership con Electra Consumer Products e Yenot Bitan
  • bloccare collaborazioni con start-up israeliane coinvolte
  • smettere di vendere prodotti provenienti da insediamenti illegali

Qualunque sia la vostra opinione e ovunque voi vi poniate, quest’atto di boicottaggio potrebbe essere l’occasione buona per fermarci un attimo. Giusto per capire dove il conflitto stia arrivando: i bambini a Gaza stanno perdendo la vita e i loro arti e gli occhi e i loro cari e stanno anche fuggendo dalle bombe verso campi con condizioni sempre meno adatte alla vita umana.

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Cosa rimarrà, a loro, dopo tutto questo?

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