Acqua del rubinetto, nel 2025 aumenti di Acque Veronesi e Ags

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Ritocchi deliberati dall’Ato in ottobre prevedono il 5,9% in più in 77 Comuni e il 3,9% in quelli che ricadono tra il Benaco e il Baldo

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Nel 2025 i rincari dell’acqua potabile oscilleranno tra il 5,9% (Acque Veronesi) e il 3,9% (Ags)




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Nel 2025 i rincari dell’acqua potabile oscilleranno tra il 5,9% (Acque Veronesi) e il 3,9% (Ags)

Il 2025 non è ancora iniziato, ma c’è già una certezza. Con il nuovo anno, l’acqua del rubinetto sarà più «salata». Effetto del ritocco all’insù delle bollette deliberato, ancora lo scorso ottobre, dal Consiglio di Bacino dell’Ato: l’ente pubblico che ha il compito di governare il servizio idrico integrato su 97 Comuni del Veronese (tutti eccetto Castagnaro, che ricade sotto l’Ato Polesine).

Acque Veronesi e Ags

Scendendo nel dettaglio delle due aziende pubbliche che operativamente gestiscono la fornitura tra città e provincia, il rincaro sarà del 5,9 per cento per le utenze legate ad Acque Veronesi (in 77 Comuni scaligeri) e del 3,9 per cento per quelle che ricadono sotto l’Azienda Gardesana Servizi (Ags), nei 20 Comuni dell’area fra Benaco e Monte Baldo.

«Ma l’aumento delle tariffe verrà in parte calmierato da una sperimentazione sul risparmio virtuoso di acqua in ambito domestico che, almeno inizialmente, sarà attiva solo nel 2025», fanno sapere dall’Ato. 

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Consumi alla mano

Facciamo i conti della serva, basati sul caso tipo di una famiglia di tre persone che consumi, secondo la media nazionale, 150 metri cubi d’acqua all’anno, ovvero 50 metri cubi a testa, pari a 50mila litri.

Tradotto in euro: nel 2025, l’aggravio sarà di 21 euro, se la bolletta è emessa da Acque Veronesi, e di 26 euro per Ags. Un esborso aggiuntivo, che mediamente farà lievitare il costo annuo della bolletta idrica (consumo di 150 metri cubi per tre familiari) fino a 326 euro.

La strategia

Per arginare i costi, i sindaci riuniti in Consiglio hanno deciso di adottare, per il 2025, una strategia nuova, volta a penalizzare chi spreca, aumentando la tariffa dell’acqua a chi consuma di più. È stato inserito, infatti, un terzo scaglione per l’uso domestico, che sarà applicato a chi consumerà più del doppio rispetto alla media. Ovvero, dal metro cubo pro capite numero 101, si ricadrà della tariffa più alta.

Utenti virtuosi

«Con questo meccanismo», comunicano ancora dall’Ato, «se il consumo è entro il doppio della media, il rincaro si fermerà al 1,5 per cento con Acque Veronesi e sarà nullo con Ags. L’utenza virtuosa pagherà quindi 5 euro di aumento rispetto al 2024, se risponde ad Acque Veronesi, e niente di più se ricade sotto Ags».

L’eventuale «sgravio dell’aggravio», però, riguarderà solo le utenze domestiche e avrà effetto sulla parte variabile della tariffa, ovvero l’erogazione di acqua potabile, mentre le altre due voci – la quota fissa e le tariffe di fognatura e depurazione – seguiranno l’incremento generale annuo previsto.

Più basse del Veneto

«Comunque a Verona abbiamo le tariffe più basse del Veneto e di buona parte d’Italia. I ritocchi seguono l’inflazione e sono sostenibili», sottolinea Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. «Da aggiungere, inoltre, che le bollette italiane ammontano alla metà della media europea, però in Italia abbiamo anche un grosso problema: le nostre tubature idriche sono perlopiù datate e perdono il doppio di quelle europee. I lavori si finanziano direttamente con gli introiti delle utenze; ultimamente ci sono anche i fondi del Pnrr che ci permettono di aprire un maggior numero di grossi cantieri. Perciò l’acqua resta un bene accessibile e, grazie alle risorse aggiuntive, lo sarà sempre di più».

«Per esempio, la Lessinia beneficia di una nuova adduttrice, nella centrale ai Michelazzi di Sant’Anna d’Alfaedo. Si lavora al nuovo acquedotto Nogara-Gazzo e alla posa di una grande condotta a Verona est. E per quanto riguarda la rete fognaria», conclude, «si sta realizzando l’impianto di essiccazione dei fanghi per il depuratore di Verona».

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