Fuga di infermieri: sanità lombarda a rischio

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La fuga di infermieri sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario italiano, e la Lombardia, cuore della sanità nazionale, è tra le regioni più colpite. Con i suoi ospedali d’eccellenza e una rete territoriale vasta e complessa, la regione si trova oggi a fronteggiare una carenza di personale senza precedenti, con conseguenze che rischiano di compromettere la qualità delle cure e l’efficienza dei servizi.

Foto di repertorio

Fuga di infermieri: i numeri della crisi in Lombardia

Come riporta ‘Il Giorno’ secondo i dati forniti dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI), la Lombardia registra un fabbisogno di almeno 12.000 infermieri, un dato che rappresenta quasi il 20% del totale nazionale. Negli ultimi cinque anni, la fuga di infermieri ha riguardato oltre 3.000 lombardi, che hanno lasciato il Paese, attratti da opportunità più vantaggiose all’estero, in particolare in Germania, Regno Unito e Svizzera.

La carenza di infermieri si riflette in modo drammatico nelle strutture sanitarie lombarde: alcuni ospedali hanno dovuto ridurre l’attività di interi reparti, mentre i tempi di attesa per interventi chirurgici e visite specialistiche continuano ad aumentare. La situazione è particolarmente critica nelle province, dove la copertura sanitaria è già più fragile rispetto alle grandi città.

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Perché gli infermieri lasciano la Lombardia?

Le motivazioni che spingono gli infermieri lombardi a emigrare rispecchiano una crisi sistemica che riguarda tutto il Paese. In Lombardia, la pressione è ulteriormente amplificata da turni di lavoro insostenibili e dalla gestione delle emergenze, come dimostrato durante la pandemia di COVID-19, quando il personale sanitario ha dovuto affrontare condizioni estreme.

Gli stipendi, in media 1.400-1.600 euro al mese, sono considerati inadeguati rispetto al costo della vita in una regione come la Lombardia, che include città tra le più care d’Italia, come Milano. All’estero, un infermiere può guadagnare anche il doppio, con benefit e condizioni lavorative più favorevoli.

Fuga di infermieri: le conseguenze per la sanità lombarda

La fuga di infermieri che si traduce in carenza personale sanitario sta avendo un impatto diretto sui pazienti lombardi. Nei grandi ospedali di riferimento, come il Niguarda o il Policlinico di Milano, i reparti si trovano spesso in difficoltà a causa della mancanza di personale qualificato. Anche le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e i servizi di assistenza domiciliare stanno affrontando gravi problemi di copertura.

Nelle province più periferiche, come quelle di Sondrio o Pavia, il problema è ancora più evidente: i pazienti devono spostarsi verso i centri urbani per ricevere cure adeguate, con un ulteriore sovraccarico per le strutture già sotto pressione.

Fuga di infermieri: strategie per affrontare la crisi

Affrontare la fuga di infermieri in Lombardia richiede interventi mirati. Tra le proposte più urgenti vi è un piano regionale per aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni lavorative. L’introduzione di incentivi per il personale, come bonus per il lavoro in aree periferiche e turni agevolati, potrebbe rappresentare un primo passo.

Fuga di infermieri: incentivare il rientro

Un altro aspetto cruciale è l’investimento nella formazione: aumentare i posti disponibili nei corsi di laurea in infermieristica e offrire percorsi di specializzazione con riconoscimenti economici adeguati potrebbe rendere la professione più attrattiva per i giovani lombardi. Infine, occorre incentivare il rientro degli infermieri emigrati, magari attraverso programmi regionali che valorizzino le competenze acquisite all’estero e offrano benefit dedicati.

La Lombardia al bivio

La Lombardia, considerata per anni un modello di eccellenza sanitaria, rischia di vedere compromessa la sua reputazione se non affronta con decisione l’emergenza infermieristica. I numeri parlano chiaro: senza un cambio di passo, il sistema potrebbe non reggere a lungo. La fuga di infermieri non è solo un problema di risorse umane, ma una questione cruciale per il diritto alla salute dei cittadini lombardi. Intervenire oggi significa garantire un futuro stabile a uno dei pilastri della regione e del Paese.

 

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