Imprese e ITS: intervista a Giuseppe Biazzo, neopresidente di Unindustria Lazio

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Quali prospettive per la formazione tecnologica e l’innovazione nel Lazio? Come favorire la sinergia tra imprese, istituzioni pubbliche e ITS? Ne abbiamo parlato con Giuseppe Biazzo, il nuovo presidente di Unindustria, l’associazione territoriale di Confindustria sul Lazio, con sedi a Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Biazzo, eletto all’unanimità il 24 settembre, guiderà Unindustria per il quadriennio 2024-2028.

Ci parla del suo background professionale e del suo percorso in Unindustria fino a oggi?

Io sono un imprenditore, ho co-fondato un’agenzia per il lavoro che si chiama Orienta, con più di 30 anni di attività e presente in Italia con 70 filiali. In Unindustria, sono stato per due volte delegato al capitale umano, quindi ho avuto modo di seguire anche gli ITS. Nel tempo, con l’evoluzione del mercato del lavoro, si è capito che offrono una formazione fondamentale sulla quale bisogna investire, perché è esattamente quello che richiedono le aziende.

Lei ha avuto un punto di vista privilegiato sull’evoluzione degli ITS in questi anni: com’era la situazione quando è arrivato e com’è cambiata?

Sicuramente, prima c’erano molti meno finanziamenti: erano solo in ambito regionale, quindi c’erano meno fondazioni con un minor numero di classi. Alla situazione attuale, in Lazio ci sono ben 16 fondazioni ITS, e si sta cercando di far conoscere questo tipo di formazione terziaria, sia alle famiglie, sia ai ragazzi e alle ragazze. Come dimostrano anche i dati del monitoraggio nazionale Indire, frequentare un ITS porta a un job placement veramente alto, confermando che questo tipo di formazione è assolutamente in linea con le richieste del mercato del lavoro.

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In che modo Unindustria vuole supportare la formazione dei giovani e lo sviluppo delle competenze? Qual è il ruolo strategico degli ITS in questo contesto?

L’impulso alla nascita dell’ITS Meccatronico di Frosinone – che oggi si sta espandendo e aprendo diverse altre sedi – è partito all’interno della nostra compagine di associati, con l’iniziativa di Maurizio Stirpe, un imprenditore molto importante, originario di Frosinone, che ha voluto credere in questo tipo di formazione. Insieme a Unindustria e altri dodici soci fondatori iniziali, ha dato il via a questo ITS, che oggi conta ben 100 aziende associate.

Unindustria può essere molto utile sia alle fondazioni ITS, sia alle aziende che vogliono prendere in considerazione l’ipotesi di entrare in una di queste fondazioni. Vogliamo portare a conoscenza dei nostri 2.800 associati le possibilità offerte da questo tipo di formazione. In Unindustria abbiamo anche formato dei tavoli regionali per favorire l’interlocuzione tra ITS e istituzioni. Inoltre, siamo anche impegnati in attività di orientamento nelle scuole.

Unindustria è coinvolta anche in Rome Technopole: ci sono opportunità per gli ITS in questo progetto?

Rome Technopole è uno dei dieci centri di innovazione in Italia finanziati dal PNRR con più di 100 milioni di euro l’uno. Una parte del progetto, lo Spoke 4, è dedicato alla formazione tecnologica, e vede coinvolte sia le università, sia le fondazioni ITS, con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra gli enti e integrare sempre maggiormente la formazione ITS con quella universitaria, come accade oggi, per esempio, con il riconoscimento dei crediti formativi all’università per chi viene da un ITS.

Quale consiglio darebbe a un giovane che si sta affacciando al mondo del lavoro?

Sicuramente di farlo in maniera pragmatica, utilizzando tutte le informazioni possibili nella fase di orientamento per fare una scelta consapevole. Sicuramente la formazione tecnica – già da diversi anni, ma soprattutto in questo momento che c’è un forte mismatch, una forte difficoltà a coprire determinate posizioni da parte delle aziende – garantisce una facilità di inserimento, ma poi ognuno deve fare un ragionamento legato alla propria attitudine.

Qual è la sua visione per Unindustria per il futuro?

Proporremo alla Regione un piano industriale per il Lazio per mettere in campo delle iniziative che possano attirare un maggior numero di investimenti nella nostra regione: per esempio, un punto tecnico di contatto per gli investitori che vogliono aprire uno stabilimento o una struttura sul nostro territorio, in maniera che si possa anche avere una semplificazione burocratica. Dobbiamo anche considerare che Roma e il Lazio hanno una qualità molto alta di capitale umano: se una realtà industriale o economica investe qui, ha anche la possibilità di attrarre presso di sé un capitale umano importante. Per evitare la fuga dei cervelli, è importante avere sul territorio iniziative di livello, che lo rendano attrattivo per i giovani altamente qualificati.



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