«L’agricoltura è il pilastro del Pil calabrese, dalla Regione grande attenzione per il settore»

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LAMEZIA TERME «L’agricoltura è il pilastro del Pil della nostra Regione. Abbiamo avuto modo di riscontrare che c’è grande attenzione da parte del governo regionale». Così Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria, intervistato dal Corriere della Calabria. Statti, tracciando un bilancio del 2024, si dice soddisfatto per un «anno importante nel quale ci sono stati appuntamenti attesi da tanto tempo e per il lavoro fatto insieme al dipartimento agricoltura, al presidente Occhiuto e all’assessore Gallo sulla stabilizzazione finanziaria delle imprese agricole». Il presidente di Confagricoltura cita il bando Finagri, «sul quale abbiamo lavorato per molto tempo e ora è arrivato alle fasi concluse. Darà alle imprese la possibilità di cogliere le opportunità che ci saranno da qui in avanti».

Su agrumi e olio d’oliva

«Abbiamo un’agricoltura che va bene» continua Statti. «Penso all’olio d’oliva che è un settore importantissimo della nostra regione. Ci sono prezzi all’ingrosso che sfiorano i dieci euro, cose assolutamente mai viste prima e che riteniamo necessarie per poter operare con tranquillità». Anche per quanto riguarda gli agrumi il leader calabrese di Confagricoltura sottolinea il buon andamento pur «nonostante le avversità climatiche che in alcune aree della regione stanno creando problemi». Come nella piana di Sibari o di Lamezia, in cui clima caldo e piogge eccessive hanno creato «danni che andranno a pesare sui bilanci delle imprese agricole». Anche se i risultati sono buoni, per Statti il sistema olivicolo calabrese «si deve organizzare ancora meglio. Oggi l’anello debole è la parte finale della filiera, la commercializzazione. Dobbiamo fare in modo che il valore aggiunto che sta proprio nell’ultima parte della filiera resti in campo alle imprese agricole calabresi». Ma occorre innanzitutto «organizzare le produzioni, con le cosiddette OP che devono svolgere sempre meglio le loro funzioni e fare in modo che i produttori inizino ad aggregarsi. Abbiamo in Calabria esperienze virtuose in termini di aggregazioni, la stessa cosa bisogna farlo per il settore oleario che è il settore maggiormente presente nella nostra regione».

Sul turismo: «Il mondo agricolo deve svolgere un ruolo importante»

Altra fonte importante per l’economia calabrese è il turismo, settore che si intreccia anche con la filiera agricola. «Stiamo registrando numeri interessanti sulle presenze in Calabria. L’investimento del presidente Occhiuto sul sistema aeroportuale sta producendo risultati importanti». Ma si tratta, aggiunge Statti, di «flussi che devono essere gestiti adeguatamente, migliorando in termini di ospitalità». Il mondo agricolo è chiamato anche a intercettare questi flussi per svolgere un ruolo importante nel settore «sia per l’ospitalità che per percorsi enoturistici. La Calabria ha bellissime aziende agricole che possono trasformare le strutture immobiliari presenti nelle aziende come strutture ricettive. Ma per fare tutto questo abbiamo bisogno di strumenti agevolativi che consentono agli imprenditori di investire».

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Il cambiamento climatico e le modifiche della Pac

Tra le sfide maggiori per l’agricoltura c’è anche il cambiamento climatico, dopo un 2024 segnato da eventi calamitosi importanti. «L’agricoltura deve modificare i propri strumenti agevolativi. Il mondo agricolo si aspetta una revisione importante della Pac, è necessario un nuovo piano strategico per l’agricoltura». Discorsi che saranno portati anche a Bruxelles, dove quest’anno Confagricoltura ha «avuto la possibilità di esprimere il presidente del Copa». L’obiettivo è appunto la modifica di una Pac «troppo burocratizzata e troppo rivolta all’ambiente. Ci aspettiamo che nel 2025 si lavori per aumentare il budget dopo una riduzione drastica dagli anni ’80 ad oggi». Statti indica alcune necessità: «Il reddito minimo agli agricoltori, che a volte sono costretti a lavorare sottocosto ed è intollerabile. Dobbiamo lavorare anche alla stabilizzazione dei mercati e dare attenzione alla filiera, valorizzando i prodotti tramite accordi e strategia dalla terra alla tavola. Abbiamo visto che le filiere funzionano se c’è un legame profondo tra produzione e consumatore, per cui bisogna insistere in questa direzione». (redazione@corrierecal.it)

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