Open Arms, Salvini assolto dal tribunale ma a sinistra non ci stanno: “Condannato dalla storia”

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Matteo Salvini in tribunale a Palermo

Nel processo per il caso Open Arms, Matteo Salvini è stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste“. È così che il giudice del tribunale di Palermo, dopo anni di indagini e di spese, ha deciso per la piena assoluzione del ministro, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. Per lui, i pm avevano chiesto una condanna a 6 anni di reclusione ma secondo il giudice la condotta di Salvini, che ai tempi era ministro dell’Interno, è stata regolare. Ancora non si conoscono le motivazioni della sentenza, quindi non è possibile ragionare sul perché il giudice ha deciso così. La certezza è che ha sconfessato l’intera linea di accusa contro il ministro, facendo decadere qualunque accusa nei suoi confronti. La nave della Ong tedesca non era stata sequestrata dal ministro Salvini, avrebbe potuto andare ovunque avrebbe voluto, e l’Italia ha assolto il suo dovere nel momento in cui ha offerto assistenza per le emergenze sanitarie.

Ma Salvini è comunque colpevole. Questo è il senso delle dichiarazioni che sono state fatte dalla sinistra, sia quella politica che quella civile, a fronte della sentenza del giudice di Palermo. Su tutti, a non arrendersi alle evidenze, è proprio Oscar Camps, fondatore di Open Arms, convinto che si sarebbe arrivati alla condanna del ministro. “Assolto dalla giustizia ma non dalla storia. Continueremo a salvare vite in mare“, ha scritto Camps in un messaggio affidato ai social ieri sera. “Matteo Salvini è stato assolto nel caso Open Arms La tristezza è per le persone che sono state private della libertà“, si legge invece in un tweet della stessa Ong. Dei 174 migranti irregolari che viaggiavano a bordo della nave di Open Arms, nessuno ha avuto conseguenze dalla prolungata permanenza in mare, per altro creata dalla stessa Ong, che scelse di non raggiungere altri porti che erano stati resi disponibili. Se c’è qualcuno che ha privato i migranti della libertà, come emerge dalla sentenza, non è il ministro.

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L’ex parroco di Lampedusa, Carmelo La Magra, non è d’accordo con il giudice nemmeno per la formula assolvente: “Fa sorridere l’espressione ‘il fatto non sussiste’, perché il fatto sussiste, eccome. È accaduto, è passato sulla pelle delle persone che sono rimaste sequestrate e sofferenti in mezzo al mare per diversi giorni. Il fatto sussiste e io e altri insieme a me ne siamo stati testimoni“. Ma la domanda da porre all’ex parroco è sempre la stessa: se la nave aveva la possibilità di andare in altri porti, dove anzi era stata invitata a sbarcare, perché è rimasta 19 giorni ferma in mare? Chi ha costretto i migranti a stare su una nave che non è voluta andare in un porto aperto, preferendo insistere sull’Italia? “Il fatto sussiste perché li abbiamo visti sbarcare con i nostri occhi e abbiamo festeggiato con loro dopo giorni in balia del mare. Quello che è accaduto in quei giorni è storia, è reale, se le responsabilità non vengono riconosciute i motivi saranno altri ma il fatto è accaduto“, insiste l’ex parroco. E fa riflettere, oggi, Laura Boldrini del Partito democratico che sottolinea che “la politica non si fa nelle aule di tribunale“.

Chi è stato a mandare Salvini in tribunale per una decisione assunta nel pieno delle sue funzioni politiche? Chi è stato a usare il processo come clava politica contro il programma elettorale della Lega? “Persone trattate come cose e ridotte allo stremo e Ong dipinte come criminali. Salvini non è stato processato per aver difeso i confini della Patria, come dice lui, perché i confini non erano minacciati da nessuno“, ha aggiunto l’ex presidente della Camera. Tecnicamente, chiunque entri nello spazio territoriale di un Paese senza i documenti e in modo irregolare rappresenta una ipotetica minaccia. Pertanto, bloccare l’accesso ai confini rappresenta uno strumento di tutela. Se la Ong avesse voluto, avrebbe potuto raggiungere la Spagna, Malta o qualunque altro Paese.

In tal senso, chi obbligato i migranti a restare a bordo per una ottenere una forzatura politica sul governo italiano? Domande alle quali difficilmente le Ong, le opposizioni e chiunque altro oggi comunque “condanni” il ministro risponderà.



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