Alluvione Emilia-Romagna, arrivano 284 milioni di euro dall’Europa e per il commissario è in pole D’Ubaldi

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di
Luciana Cavina

Il fondo di solidarietà dell’Unione Europea assegna le risorse alle regioni colpite dai danni del maltempo: de Pascale attende la nuova nomina per la ricostruzione ma resta il disappunto per la linea scelta dal governo

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In attesa che il governo nomini il nuovo commissario per la ricostruzione post alluvione — per cui restano in lizza i generali Mauro D’Ubaldi e Maurizio Riccò — la Ue, attraverso il fondo di solidarietà, versa il saldo delle risorse destinate ai ristori per le zone colpite l’anno scorso dalla violenza del maltempo. 

È la stessa commissione europea ad annunciare di avere erogato all’Italia 351,9 milioni di euro per le alluvioni che hanno colpito Emilia-Romagna e Toscana appunto nel 2023. Dopo l’approvazione dell’Eurocamera e dei Paesi membri, l’Ue ha dunque mobilitato i preannunciati 284,1 milioni alla nostra regione, in aggiunta ai 94,7 milioni già versati come anticipo nel novembre 2023, portando il sostegno totale a 378,8 milioni.




















































La Toscana ha invece ricevuto 67,8 milioni in riferimento alle inondazioni che hanno investito in particolare le province di Prato, Firenze, Pisa. Tutti questi aiuti fanno parte di un pacchetto di 392 milioni in totale, destinato anche alla Francia (35 milioni) e all’Austria (5,2 milioni) per gli eventi subiti sempre nel 2023.

Intanto, sul fronte emiliano-romagnolo, cresce l’impazienza del governatore Michele de Pascale per l’attesa nomina del dopo Figliuolo (ora destinato a un nuovo ruolo in Aise). Diverse voci, ancora, danno D’Ubaldi come il più probabile candidato all’incarico, rispetto a Riccò: una scelta che, nel caso, confermerebbe quanto già fatto anche in passato quando come commissario Covid fu scelto il comandante logistico dell’Esercito, che allora era il generale Figliuolo e oggi è appunto D’Ubaldi. 

Ma l’importante, per viale Aldo Moro — che ha già incassato il no al conferimento al presidente di Regione — è che il nodo si sciolga in fretta. «Eravamo d’accordo di risentirci prima di Natale, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, quindi immagino che ci sentiremo nei prossimi giorni», si augura de Pascale. 

«Io ribadisco — ha poi rimarcato — che c’è una indisponibilità da parte dell’Emilia-Romagna a continuare con l’attuale assetto, che è di fatto una finta corresponsabilizzazione della Regione: se uno si assume una responsabilità, questa va portata fino in fondo. 

Non si può rimanere in una ambiguità. Se non si condivide lo schema di gioco, non si può rimanere in una situazione intermedia». «Se la presidente del Consiglio farà altre proposte che non sono né quella che ho fatto io né quella che è stata fino ad oggi, le valuterò nel merito, perché il mio unico obiettivo è che si migliori la capacità di azione», insiste. 

E rivendica: «Intanto stiamo lavorando, non ci fermiamo, ovviamente, in attesa delle valutazioni sul commissario». Solo ieri mattina, infatti — fa sapere — «ho riunito tutte le strutture dell’agenzia di protezione civile della Regione. È stata una riunione di lavoro molto significativa e fra Natale e Capodanno faremo altri sopralluoghi, poi ne faremo anche alla ripresa».

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Il segretario della Cgil Emilia-Romagna, Massimo Bussandri, invece, non si arrende: un alto ufficiale dell’esercito a capo della struttura commissariale — affonda — «sarebbe un pugno in testa assestato alla nostra regione alla Bud Spencer».

Per il sindacalista, insomma, «è finita la campagna elettorale» e «a questo punto scegliere ancora una struttura commissariale centralizzata affidata ad un seppur autorevole militare e non invece affidare il ruolo di commissario all’emergenza e alla ricostruzione al presidente della Regione» sarebbe appunto un «pugno in testa».

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