18 milioni in viaggio, ecco le cifre del giro d’affari – Libero Quotidiano

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Luca Puccini

La montagna. Seppure il “mare d’inverno” (intramontabile Bertè) ha quel fascino irresistibile un po’ fuori stagione ma non per questo fuori contesto. E anche la città, per non farsi mancare niente. Ché, tra l’altro, nelle prossime settimane, basta un alberello decorato, un presepe in piazza e il ristorante col cenone a prenotazione obbligatoria: sono addirittura diciotto milioni e 300mila gli italiani che, a fine 2024 inizio 2025, si metteranno in viaggio per le vacanze natalizie. Ma quali gufi dell’economia in recessione, quali spauracchi della (nuova) crociata contro l’overtourism: Natale con i tuoi, d’accordo, però non necessariamente a casa.

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La stima del mini (solo nel senso che i dì di ferie sono limitati rispetto a quelli estivi) esodo dei prossimi giorni è di Federalberghi: la stragrande maggioranza di noi (ben 16,9 milioni) sceglierà l’Italia come meta e “solamente” un milione e 400mila persone voleranno all’estero per il brindisino di capodanno. Numeri e cifre che ci dicono: a) che l’era della pandemia l’abbiamo ultra-archiviata ma la voglia di riprenderci i momenti di svago no; b) che il turismo è quel traino del Paese che non si ferma mai (e andrebbe ricordato a chi non ci crede abbastanza) e c) che gli italiani di preoccupazioni, crucci, allarmi, spaventi, crisi ne sentono pochini. Prevale in loro, semmai, la voglia di staccare, di prendersi una pausa, di stare coi propri cari, sì, ovvio, ma magari a bordo pista, in uno chalet col caminetto acceso mentre fuori nevica, oppure in un’altra regione, per il concertone di San Silvestro con la propria star preferita pronta a salire sul palco.

 

I più fortunati, quelli che possono permettersi undici giorni di “vacanza lunga”, sono 5,3 milioni; la fetta più consistente ha invece deciso di spostarsi per il periodo più propriamente natalizio (7,6 milioni), un residuo di 4,4 milioni di italiani si metterà in viaggio per salutare l’anno nuovo lontano dal proprio appartamento, mentre un milione di viaggiatori ha in programma un fuori porta per l’Epifania. Il tutto vale, letteralmente in soldoni, un giro d’affari di qualcosa come 14,7 miliardi di euro complessivi. Che fanno più di un miliardo al giorno. Svariati milioni all’ora. Evviva il turismo che fa girare l’economia.

E se poi per l’Immaccolata siamo rimasti all’asciutto (perché era una domenica e non c’è stato il ponte), amen: vorrà dire che adesso ci rifacciamo: «Le festività principali del 25 e del 26 dicembre cadranno nel mezzo della settimana», fa notare Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi, e questo consente di offrire «una ghiotta opportunità per programmare una partenza».

Ma attenzione: «Non è tutto, anche l’attesissimo giorno di capodanno cadrà di mercoledì, consentendo così di inglobare la vacanza quasi in coda al fine settimane. E non da ultimo anche il 6 gennaio (la Befana vien di notte, ndr) del 2025 ha una buona collocazione per regalare una pausa dal lavoro più ampia, dato che capiterà di lunedì». Calendario fortunato, vacanziere anche di più.

 

È vero, ci sono le dolenti note, nessuno le nega: «Siamo consapevoli che al momento vi sia una flessione del turismo italiano, mentre aumentano le presenze straniere. Viviamo con oppressione il fatto, per esempio, che il 35% di coloro che hanno rinunciato a viaggiare in occasione del Natale abbia motivato la propria scelta con la mancanza di risorse economiche. Il freno al movimento turistico interno sembra essere la diretta conseguenza dell’aumento del costo della vita».

Però va considerato anche che nei dodici mesi e mezzo appena trascorsi di questo 2024 che, siamo onesti, c’è stato di peggio, almeno 15,3 milioni di italiani hanno soggiornato almeno una volta in un albergo del Belpaese e il 96,6% (che è una percentuale da standing ovation) ha espresso un parere positivo sulla sua esperienza: «Tutto questo», continua Bocca, «sottolinea l’elevata qualità dei nostri servizi. Che i nostri concittadini continuino a prediligere l’Italia non stupisce più». Citofonare ai soliti pessimisti o urlatori dei talk secondo cui sta andando tutto a catafascio: ma per favore. Al 2025 manca (oramai) davvero un soffio. Chi ben comincia…

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