Maye Musk, a 76 anni, viene celebrata come una diva. saltando da un tappeto rosso all’altro
Ammirata. Soprattutto amata: «In Cina è in corso un idillio con questa donna che ha saputo invecchiare con grazia», si legge sui social mandarini. E accolta come una «vecchia amica»: il Paese del Dragone «è la sua casa».
È il momento d’oro di Maye Musk, 76enne mamma di Elon, il figlio certo non meno celebre nel Celeste Impero (anche se verso l’uomo più ricco del mondo i cinesi nutrono più un timore reverenziale che altro). Celebrata come una diva, Maye salta da un tappeto rosso all’altro: Shanghai, Hangzhou, Pechino. Mano nella mano con le celebrità locali — a partire dall’attrice Fan Bingbing (X-Men; Ironman 3) — si muove sinuosa per presentare collezioni per donne senza tempo, lusso e cosmetici. E poi c’è la sua opera personale, il libro appena tradotto in cinese (in italiano è «Una donna deve avere un piano», Giunti, 2023) che è già diventato un best seller.
E non poteva che essere così, visto che celebra la resilienza dell’universo femminile, la capacità di mogli, madri e anche single, certo, di conquistarsi con il sudore una fetta di cielo, quella «metà» che secondo Mao le donne hanno sorretto per secoli (millenni?) senza avere alcun riconoscimento. Ma in Cina le donne oggi contano — almeno nella società, meno nella politica. E comprano, soprattutto: auto (anche le Tesla), prodotti di lusso, case, moda. Viaggiano: e Maye, che non è più una ragazzina, si fa ammirare per la sua eleganza instancabile, mai un capello (grigio) fuori posto, mai un’espressione meno che sorridente sul volto.
Nata in Canada, nelle pianure infinite del Saskatchewan, Maye Musk ha avuto una vita avventurosa sin dai primi anni. Emigrata con i suoi in Sudafrica, a Pretoria, ha seguito i genitori in un continuo peregrinare cui ha saputo dare un stop soltanto sposando l’ingegner Errol Musk: da lui avrà tre figli (Elon, Kimbal e Tosca) e, soprattutto, una quotidianità di violenze domestiche tanto da spingerla a separarsi dopo soltanto nove anni.
Termina il matrimonio e comincia la vita. Perché, «basta avere un piano»: crescere i figli (ma Elon curiosamente si trasferirà con il padre che non gli diceva mai «bravo»); inventarsi una professione: studia dietologia e, sebbene non più nel fiore degli anni, torna a fare la modella. Pochi lavori fino a che il suo fascino di «silver influencer» non fa breccia e Time le dedica una copertina. È il 2007 ed essere belle «nonostante» è una scoperta piacevole. Soprattutto per lei: il successo che comincerà ad inseguire Maye non è un riflesso di quello del figlio. Tutt’altro.
La Cina l’accoglie per mille motivi. Intanto perché l’invecchiamento della popolazione è già una realtà. E poi perché il culto della maturità (permetteteci questa licenza) è un tratto culturale antico, celebrato sin dai tempi di Confucio. In cinese «silver influencer» si dice yinse yingxiangzhe. È una categoria codificata, che piace anche ai giovanissimi perché «sono personalità compiute, di grande esperienza e serenità». E poi c’è il ruolo più «cinese» di tutti: quello non detto, segreto, di «ponte» diplomatico verso Trump: perché parlare all’orecchio di Elon, è come parlare a un’amministrazione intera. Niente male, no? Per quantificare il successo «senza età» di Maye Musk: su Xiaohongshu (l’Instagram cinese) — dedicato alle giovanissime — ha poco meno di 600 mila follower; su Douyin (TikTok) quasi 400 mila; su Weibo (il «rivale» di X) quasi 50 mila. Un buon inizio per una donna senza tempo.
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