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di ANDREA GARIBALDI

Professione Reporter quest’anno conferisce sei premi, in altrettante categorie: premio Battaglia Sindacale, premio Anti-Padroni del mondo, premio Frustrazione, premio Istituzioni, premio Deontologia, premio alla Memoria.

C’era bisogno di altri premi? Forse no, ma vorremmo segnalare, per il 2024, chi lascia qualcosa di buono per il giornalismo, per l’informazione, per il loro legame con la democrazia. Ecco qua (chiedendo perdono per le dimenticanze). 

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Premio Battaglia Sindacale al Comitato di redazione de la Repubblica (Professione Reporter, 25 settembre 2024).

A fine settembre hanno scoperto che per l’inserto Italian Tech, legato all’evento Italian Tech Week, una serie di aziende versavano denaro in cambio di articoli. Plastico esempio delle interferenze della pubblicità nell’informazione. Hanno proclamato due giorni di sciopero in coincidenza con l’evento, facendo molto arrabbiare la proprietà Gedi di John Elkann. Una settimana dopo il Direttore Molinari, con il quale la redazione aveva avuto vari scontri in 4 anni, è stato rimosso e sostituito da Mario Orfeo.

Premio Anti-Padroni del mondo a Le Figaro e Le Monde (Professione Reporter, 1° novembre 2024).

I due quotidiani francesi hanno firmato un accordo in base al quale il 25% dei compensi che Meta (Facebook) e Google versano alle proprietà per l’utilizzo dei contenuti giornalistici andrà ai giornalisti. E’ in corso ovunque una battaglia degli editori per farsi pagare dai padroni del mondo -le grandi piattaforme digitali- la ripubblicazione degli articoli, ma gli editori non sono propensi a spartire i nuovi introiti con gli autori di quegli articoli.

Premo Frustrazione a Bbc, Guardian, New York Times, Washington Post e altre testate internazionali (con fatica si sono accodate anche alcune italiane) che chiedono al governo israeliano di far entrare i giornalisti a Gaza (Professione Reporter, 17 luglio 2024). 

Il governo di Israele permette soltanto l’ingresso di giornalisti al seguito del suo esercito e consente la pubblicazione degli articoli solo dopo rilettura del suo ufficio di comunicazione. E’ uno dei pochi esempi al mondo di blocco totale all’accesso dell’informazione e dove non c’è informazione non c’è trasparenza e ricerca della verità. E c’è anche qualcosa da nascondere. Le notizie che filtrano da Gaza sono quelle dei giornalisti palestinesi, che Israele bolla come affiliati di Hamas.

Premio Istituzioni a Sergio Mattarella e a Papa Francesco (Professione Reporter, 24 luglio 2024, 5 gennaio 2024).

Il Presidente della Repubblica alla tradizionale cerimonia del Ventaglio con i cronisti parlamentari dice che le grandi piattaforme (“Over the top”) sono ormai responsabili della gran parte della diffusione dell’informazione, che non rispondono a obblighi deontologici e sono interessate essenzialmente alle opportunità economiche. Aggiunge che “ogni atto contro la libera informazione, come contestazioni, intimidazioni, aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti è un atto eversivo contro la Repubblica”.  

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Davanti ai pubblicisti cattolici tedeschi, Papa Francesco invita a “disarmare il linguaggio” e a “pensare sempre ai volti delle persone, specialmente dei poveri e dei semplici e a partire dalla loro realtà, dai loro drammi e dalle loro speranze, anche se farlo vuol dire andare controcorrente”. Inoltre, ribadisce: “Consumate le suole delle scarpe!”. 

Premio deontologia all’Ordine nazionale dei giornalisti (Professione Reporter, 11 dicembre 2024). 

L’Ordine mette mano al Testo unico dei doveri dei giornalisti e lo adegua ai cambiamenti -velocissimi- della professione. I giornalisti devono sempre segnalare quando usano l’Intelligenza artificiale. Devono sempre tenere separata l’informazione dalla pubblicità. Devono fare attenzione quando ipotizzano le ragioni di un suicidio. Non devono colpevolizzare le vittime di femminicidi e violenze. Non si forzano le persone a rispondere alle domande. Non si lavora (a meno che non esistano motivi di sicurezza o non si riesca altrimenti a ottenere notizie) senza dichiarare di essere giornalisti. L’obbligo della verità vale anche nei confronti dei propri editori.

Premio alla memoria. A Ernesto Assante, a Mauro Bene, a Marco Cianca, a Paolo Griseri (Professione Reporter, 27 febbraio 2024, 20 marzo 2024, 30 settembre 2024, 27 ottobre 2024)

Hanno lasciato un vuoto, sul serio.

Assante per la vitalità, l’ottimismo, la voglia di spiegare la musica e la capacità di capire in anticipo dove andava la tecnologia. 

Mauro Bene per la distanza dal potere, la lealtà, la gentilezza, da vero “costruttore di giornali”.

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Cianca per la passione civile, lo schieramento dalla parte di chi fatica, la sofferenza verso le logiche dei grandi giornali e per le storie che ha raccontato dopo essere andato in pensione (alcune ripubblicate su Professione Reporter).

Griseri per la competenza, la ricerca del cuore delle storie e non della fama personale. 

(nella foto, Mark Zuckerberg, presidente di Meta Facebook)



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