Giorgia Meloni salta la conferenza stampa di fine anno (di nuovo). L’attacco di Renzi e l’allusione di Italia Viva: «Ritocchino?»

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L’appuntamento coi cronisti programmato per il 9 gennaio. Già lo scorso anno fu rinviato due volte per problemi di salute. L’ex premier: «Cos’ha di più importante da fare?»

C’era una volta la conferenza stampa di fine anno. Appuntamento attesissimo, per lo meno da tv e giornali, per poter porre le domande in sospeso da mesi a questo o quell’altro presidente del Consiglio. Consuetudine radicata nei rapporti tra stampa e potere. Rito di passaggio politico tra l’anno che sta per chiudersi e quello che arriva. C’era una volta perché nel 2024, per il secondo anno di fila, la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio non si farà. O meglio, si farà nell’anno nuovo, e dunque pare un po’ difficile chiamarla ancora così. L’anno scorso – anzi, questo – l’appuntamento si svolse il 4 gennaio del 2024. Lo slittamento si dovette però a cause di forza maggiore: Giorgia Meloni non stava bene nell’ultimo scorcio di dicembre 2023 e dovette così rinviare per ben due volte l’incontro con la stampa, previsto prima per il 21 e poi per il 28 dicembre. «Sindrome otolitica», spiegarono dal suo staff dopo giorni di speculazioni, che per alcuni giorni l’aveva costretta addirittura «a letto e al buio». Anno nuovo, vita nuova, alla fine il 4 gennaio Meloni si presentò davanti ai cronisti e si scusò per il disguido: «Non potevo fare altrimenti. Mi dispiace francamente che anche questo abbia generato delle polemiche ma come dimostra la mattinata di oggi non c’era alcun intendimento da parte mia di scappare dalle domande dai giornalisti, di rado sono scappata in vita mia da qualcosa», disse in premessa per liquidare la questione. Peccato che un anno dopo la conferenza stampa di fine anno sia evaporata di nuovo. E questa volta senza spiegazioni, né ufficiali né ufficiose.

L’appuntamento per il 9 gennaio e l’affondo di Renzi

«La conferenza stampa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare, si svolgerà a Roma giovedì 9 gennaio 2025 alle ore 11 nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati, in via di Campo Marzio 78», recita una secca nota comparsa prima delle feste sul sito dell’Ordine dei giornalisti. Si slitta ancora più in là rispetto allo scorso anno, dunque, e coerentemente l’indicazione di “fine anno” per la conferenza stampa è scomparsa. Tocco d’innovazione della premier? Questioni di agenda? Non è dato sapere: da Palazzo Chigi non arrivano annotazioni in proposito, e sul sito della presidenza del Consiglio l’appuntamento neppure viene indicato. Nel silenzio generale, oggi ad aprire la polemica pensa uno dei predecessori di Meloni che ancora siede in Parlamento: Matteo Renzi. «Nell’anno solare 2024 Giorgia Meloni ha fatto meno conferenze stampa di Vladimir Putin. È un fatto molto triste per la qualità dell’informazione italiana ma nessuno dice nulla», scrive il leader di Italia Viva sui social. «Nelle vacanze di Natale è consuetudine che il Presidente del Consiglio tenga la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Non sono chiari i motivi per cui Giorgia Meloni abbia deciso di rinviare anche questo appuntamento: cosa ha da fare di così fondamentale in questi giorni per NON incontrare la stampa come hanno fatto tutti i premier che l’hanno preceduta?», si chiede l’ex premier.

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L’influenza sotto le Feste e l’allusione al «ritocchino»

Vero è che anche quest’anno sotto Natale Meloni ha avuto un’indisposizione, un’influenza che le ha dato più di una noia nell’ultima settimana cruciale dell’anno sul fronte politico e geopolitico: voce incrinata dai banchi di Camera e Senato per le comunicazioni e il dibattito pre-Consiglio europeo, impegni parzialmente cancellati prima nella due giorni Ue di Bruxelles, poi nella visita al gelo di Saariselkä (Finlandia) per il cosiddetto Vertice Nord-Sud. Ma nulla lascia intendere che sia questo il motivo dello slittamento, anche perché la data post-Befana è stata fissata come detto ben prima delle Feste, sin dal 16 dicembre. A evocare una ragione “sanitaria”, ma di ben altro tipo, è dopo l’uscita pubblica di Renzi uno dei suoi fedelissimi. «Tocchi e ritocchi?», si chiede su X Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva e già tesoriere del Pd sotto la guida dell’ex sindaco di Firenze, rilanciando il suo post. Un’apparente allusione a presunti ritocchi estetici cui Meloni si sottoporrebbe in questo periodo d’interregno tra il 2024 e il 2025, prima di riaprire i battenti dell’anno nuovo (anche) con la conferenza stampa del 9 gennaio. Solo una provocazione?





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