Dove andranno le borse nel 2025 secondo Banor

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Il 2024 che sta per concludersi è stato “un anno straordinario per il mercato azionario americano, positivo ma single digit per l’Europa, mentre ad Oriente la Cina è rimasta in una fase definibile di falsa partenza e il resto dei Paesi Emergenti fermi al palo”.

Così si legge nel Market outlook di Banor che si sofferma a fare le stime per il primo semestre 2025 con quattro focus specifici su mercato azionario Usa, mercato azionario Europa e cinese, mercato azionario Cina, il mercato obbligazionario e come megatrend, si focalizza sulla pet economy.

Dagli USA all’Ue: che direzione prenderanno le borse nel 2025

Partendo dal mercato americano, gli analisti sottolineano come l’indice S&P 500 ha registrato il 25%, ma più per un tema di espansione dei multipli – attribuibile ai forti flussi globali diretti verso il mercato azionario – che per la crescita degli utili. Le valutazioni e i sentiment ai massimi sulla principale Borsa del mondo non possono non portare ad un atteggiamento cauto per il 2025, “Magnifiche 7” a parte.

In merito al mercato europeo, invece secondo Banor “da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, si è assistito ad un continuo deflusso di denaro dal mercato azionario europeo per essere investito in quello obbligazionario, con le valutazioni che sono arrivate a trattare a sconto del 50% rispetto al mercato Usa.
L’Europa è in un momento particolarmente critico ma ottimisticamente temporaneo: deve tornare competitiva spingendo la creazione di campioni nella tecnologia digitale e nella transizione energetica e rafforzando i settori più tradizionali, mobilitando grandi somme di denaro che solo un mercato unico dei capitali può garantire” continuano gli analisti.

Soffermandosi sulla Cina, è emerso che gli investitori globali sono molto cauti ad investire sul mercato azionario del gigante asiatico ma, nonostante questo, le aziende cinesi sono sempre più competitive sia sul mercato interno, sia sui mercati esteri, con segnali forti di sostegno da parte del governo. Una posizione, seppur moderata, sul mercato azionario cinese è da costruire in un’ottica di medio termine.

Infine uno sguardo al mercato obbligazionario. “La politica monetaria, dopo due anni, ha finalmente raggiunto il suo obiettivo: stabilizzare il tasso di inflazione e aprire la strada a un graduale ribasso dei tassi, seppur con un crescente scollamento tra Europa e Stati Uniti, dato che la BCE potrebbe tagliare i tassi più frequentemente rispetto alla Fed. Il mercato del credito continua a sovraperformare i governativi. Tra i fattori alla base della riduzione degli spread tra corporate bond e titoli governativi si aggiunge la sottoperformance dei titoli di Stato. Inoltre, i corporate beneficeranno del sostegno di una politica monetaria espansiva e di un contesto macroeconomico che, per quanto deludente in Europa, non dovrebbe sfociare in recessione. Maggiore cautela è suggerita sul comparto high yield” concludono.

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Il settore pet tra i megatrend del 2025

Tra i settori che presentano le opportunità d’investimento più interessanti per il prossimo semestre spicca quello legato ai bisogni degli animali, ovvero food, diagnostica veterinaria e comparto farmaceutico.

Negli ultimi anni, il mercato globale della cura degli animali domestici ha registrato una marcata accelerazione, superando i 200 miliardi di dollari a livello globale nel 2023, con una previsione di crescita ad un ritmo del 6-7% annuo tra il 2024 e il 2032.

Tale crescita riflette molteplici trend a supporto, quali l’aumento dei tassi di adozione – evidente soprattutto durante il periodo del lockdown legato al Covid – l’“umanizzazione” degli animali domestici e l’aumento della loro aspettativa di vita, che oggi arriva a 10-15 anni per i cani e 15-20 anni per i gatti.

Il numero di famiglie con animali domestici è cresciuto globalmente, passando dal 50% delle famiglie nel 2010 a quasi il 70% in molti Paesi sviluppati nel 2023. Basti pensare che negli USA 91 milioni di nuclei familiari hanno un cane o un gatto, più del doppio dei 42 milioni con figli di età inferiore ai 25 anni. In Italia, invece, i cittadini spendono circa 950 milioni di euro all’anno per il mantenimento dei propri cuccioli, contro i 630 milioni destinati ai bambini.

Numeri alla mano, il settore Pet ha registrato una crescita straordinaria, superando i 200 miliardi di dollari a livello globale nel 2023, con una previsione di un’ulteriore espansione in futuro.

 

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