Innovazione e sicurezza: il futuro dell’edilizia si costruisce a scuola

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Gli spazi interni della Scuola Edile Cremonese sono illuminati da un sorprendente sole di metà dicembre, mentre la direttrice Elisabetta Bondioni ci guida tra aule, uffici e cantiere didattico della sede di via delle Vigne.

Siamo tra la Paullese e via Sesto, zona industriale a nord-ovest di Cremona, ed è lunedì: il giorno del laboratorio dedicato al corso monografico sul cartongesso, diligentemente seguito dagli studenti sotto la supervisione dell’istruttore Matteo Pegoiani. Gli alunni – impegnatissimi e concentrati – sono immersi nel cuore dell’apprendimento pratico. Sono loro, gli stessi giovani che hanno realizzato un albero di Natale composto da soli mattoni, alto tre metri e mezzo, ora torreggiante sul grigio del piazzale.

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Sarà per il biglietto da visita dell’albero, eppure pochi minuti in via delle Vigne bastano per capire come in effetti questa sia la scuola del fare, del contatto autentico con le aziende, della conoscenza finalizzata al prodotto.

Per il ruolo che ricopre sul territorio, l’ente Scuola Edile è infatti più di un semplice istituto di formazione professionale. È serbatoio e allo stesso tempo presidio fondamentale per un settore che ha vissuto, nel passato recente, anni decisamente difficili. Un punto di snodo prezioso tra aziende, associazioni di categoria e sindacati.

Scuola dalla forte vocazione, dotata di una specifica missione al servizio dell’impresa, come testimonia la direttrice Bondioni, già docente e architetto specializzato in restauro, al timone dell’istituto dal 2016: «Oggi il nostro obiettivo è quello di garantire il ricambio generazionale ad un settore che dall’esterno viene ancora visto in termini obsoleti, come un lavoro fisico, sporco e pericoloso. In realtà, l’edilizia sta cambiando. Si lavora ormai con nuovi materiali e nuove tecniche, le aziende serie investono con energia nella sicurezza. La sfida è proprio quella di svecchiare questa immagine un po’ stereotipata. Perché, in realtà, parliamo di un settore ben remunerato, in fortissima ripresa dal 2020 dopo la crisi degli anni Dieci. Un settore che offre importanti opportunità e lascia liberi i lavoratori nel fine settimana. Ma per attrarre i giovani bisogna prima di tutto ricostruire un’immagine dell’edilizia al passo con i tempi, cambiare la percezione culturale del settore».

In questo senso, il contributo offerto dalla Scuola Edile è rilevante: «Siamo al centro di una rete composta da rappresentanti dei costruttori e dei sindacati», continua Bondioni. «Avviciniamo gli studenti alle imprese affinando le loro competenze. Inoltre, eroghiamo corsi di formazione per adulti e professionisti, servizi di consulenza sulla sicurezza. Insomma, siamo molte cose in una, sempre con l’idea di fornire un servizio di qualità al settore edilizio e favorire l’occupazione».

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Sorto negli anni Cinquanta come corso domenicale di perfezionamento presso il vecchio edificio di via Bergamo, nel 1980 l’Ente Scuola Edile Cremonese – CPT divenne a tutti gli effetti un percorso triennale di primo ingresso, con facoltà di rilasciare certificati di qualifica riconosciuti dalla Regione.

Oggi l’Ente possiede un’organizzazione duale, gestita dalle due “anime” della contrattazione: nel Cda, irappresentanti dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili affiancano i sindacati. Il presidente è l’imprenditore edile Eugenio Villa, il vice-presidente Salvatore Cutaia (segretario FeNEAL UIL). Anche la Cassa Edile ha sede in via delle Vigne, nella moderna sede inaugurata nel 2010 con l’obiettivo di fornire un unico polo formativo e amministrativo al settore. Già, il 2010: appena prima che la tempesta distruttiva della crisi si abbattesse sul mondo edile. Un momento drammatico, che ha messo a dura prova la scuola.

«Tra il 2012 e il 2016 abbiamo vissuto gli anni più bui della crisi dell’edilizia», ricorda la direttrice. «Una flessione che travolse anche il nostro istituto, con un forte impatto negativo sulle iscrizioni. Da allora, le classi si sono ridotte drasticamente.  Se prima una singola sezione poteva essere composta anche da 20 alunni, ora ne abbiamo 15 nell’intero triennio. Le scuole edili rimaste in Italia sono una ventina, tre delle quali in Lombardia: Cremona è una di queste, insieme a Brescia e Bergamo. Se siamo sopravvissuti, lo dobbiamo alla perseveranza degli amministratori che hanno sempre creduto nella Scuola Edile e sostenuto questo progetto».

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Ora, superata la tempesta, e con l’edilizia che ha ripreso a galoppare, l’Ente Scuola Edile guarda con ritrovata fiducia al futuro, seguendo un doppio binario. Il primo è quello sociale, legato all’inclusione.

«Dal 2015, abbiamo avviato percorsi formativi dedicati ai minori stranieri non accompagnati – sottolinea la direttrice dell’Ente – creando opportunità di alfabetizzazione e di inserimento nel settore attraverso percorsi più brevi, che si concentrano sulle competenze pratiche, con un’alta percentuale di stage in azienda. Vogliamo essere una scuola che accoglie e include, attraverso la grande professionalità e umanità dei nostri docenti».

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Il secondo filone è orientato all’innovazione, con il lancio di un ITS altamente professionalizzante. È infatti in fase di decollo il corso biennale post-diploma di Tecnico del Cantiere Digitale (Digital Construction Manager), che sposterà il focus sulla sostenibilità ambientale e sull’utilizzo di tecnologie d’avanguardia ad alta efficienza energetica.

«L’evoluzione del nostro settore è tecnologica e digitale», conclude Bondioni. «Il futuro dell’edilizia è integrato all’utilizzo di droni per il monitoraggio e la gestione dei cantieri, di ambienti virtuali e simulatori per migliorare la sicurezza sul lavoro e formare i lavoratori senza metterli in pericolo. L’utilizzo di esoscheletri, che aiutano a prevenire patologie muscolari, è un altro esempio di come la tecnologia possa rendere l’edilizia più sicura e al passo con i tempi. Da parte nostra, come ente formativo, continueremo a puntare su progetti innovativi, per garantire ai nostri ragazzi un ingresso qualificato nel mondo del lavoro. La collaborazione con le istituzioni e l’attivazione di progetti europei, come quello avviato con fondazione ISMU sull’alfabetizzazione per i lavoratori, sono chiari esempi di come la scuola si stia evolvendo per rispondere alle nuove esigenze del mercato».

Nuovi pezzi di un futuro da costruire, mattone dopo mattone. Ripartendo proprio dalle aule di via delle Vigne, sulle quali il sole, forse, sta di nuovo riponendo il suo abbraccio luminoso.

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