CGIA – MESTRE * BUSTE PAGA: «AL NORD IL 50% PIÙ ALTE CHE AL SUD / AL TOP MILANO, POI MONZA-BRIANZA E PARMA / BOLZANO 11MA / TRENTO 40MA / MAGLIA NERA VIBO VALENTIA»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


09.28 – sabato 21 dicembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///

Conto e carta

difficile da pignorare

 

BUSTE PAGA  E TREDICESIME: AL NORD SONO IL 50% PIU’ ALTE CHE AL SUD

Le differenze retributive tra i lavoratori dipendenti privati del Nord e i colleghi del Sud sono evidentissime: se i primi percepiscono una busta paga di circa 2mila euro lordi al mese, quella dei secondi, invece, sfiora i 1.350. In buona sostanza nel settentrione si guadagna mediamente quasi il 50 per cento in più; pari, in termini monetari, a +8.450 euro lordi all’anno. Per questo mese di dicembre, ovviamente, lo spread riguarda anche la tredicesima mensilità che viene pagata proprio in questi giorni. E sebbene le gabbie salariali siano state abolite nel 1972, oltre 50 anni di applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (Ccnl) non ha mitigato le marcate differenze retributive tra le regioni italiane, anche se l’obbiettivo, in linea di massima, è stato raggiunto solo a livello intra-settoriale.

È chiaro che queste disuguaglianze salariali molto marcate sono legate al caro-vita e alla produttività che sono nettamente superiori al Nord rispetto al Sud; al fatto che i valori retributivi medi sono condizionati negativamente dalla presenza dei contratti a termine (part time involontario, stagionali, intermittenti, etc.), che gravitano in particolare nel Mezzogiorno e alla concentrazione delle multinazionali, dei grandi gruppi industriali e degli istituti di credito/finanziari/assicurativi che, rispetto alle Pmi, erogano stipendi più pesanti, ma non sono distribuiti uniformemente lungo tutto lo stivale. La presenza di queste realtà, infatti, si raccoglie, in particolar modo, nelle grandi aree urbane del Nord. L’analisi è stata condotta dall’Ufficio studi della Cgia.

Nel 2023 monte salari da 411 miliardi: le buste paga sono aumentate del 3,5%, ma l’inflazione del +5,6%

Nel 2023 il monte salari lordo erogato ai 17,3 milioni di lavoratori dipendenti privati presenti in Italia ha toccato i 411,3 miliardi di euro: equivalenti ad una retribuzione media mensile lorda di 1.820 euro, il 3,5 per cento in più rispetto al 2022, anche se l’inflazione, sempre l’anno scorso, è cresciuta molto di più, per l’esattezza il 5,7 per cento.  Va segnalato, infine, che oltre il 60 per cento dell’ammontare complessivo delle retribuzioni erogate nel Paese sono state pagate ai lavoratori del Nord (vedi Tab. 1).

Stipendi top a Milano, Monza e lungo la via Emilia

L’area geografica con gli stipendi medi più alti è Milano: nel capoluogo regionale lombardo la retribuzione mensile media nel 2023 è stata di 2.642 euro. Seguono i dipendenti privati di Monza-Brianza con 2.218 euro e i lavoratori delle province ubicate lungo la via Emilia. Ovvero, Parma con una busta paga lorda di 2.144 euro, Modena con 2.129 euro, Bologna con 2.123 euro e Reggio Emilia con 2.072 euro. Nella graduatoria nazionale che include 107 province, la prima realtà geografica del Mezzogiorno è Chieti che occupa il 55° posto con una retribuzione mensile media di 1.598 euro. Infine, tra le province con le retribuzioni più “leggere” scorgiamo Trapani con 1.143 euro, Cosenza con 1.140 euro e Nuoro con 1.129 euro. Maglia nera a livello nazionale è Vibo Valentia, dove i dipendenti occupati in questo territorio percepiscono uno stipendio mensile medio di soli 1.030 euro (vedi Tab. 2 e Graf. 1).

A dicembre è previsto il doppio stipendio

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

A seguito del Decreto  emanato dal Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, a partire dal 1960 tutti i lavoratori dipendenti italiani ricevono nel mese di dicembre un doppio stipendio. Pertanto, alla consueta mensilità si aggiunge la tredicesima, la quale consente ai beneficiari di concludere l’anno con una maggiore stabilità economica. In relazione all’importo netto erogato mensilmente, la gratifica natalizia risulta leggermente inferiore, poiché il livello di tassazione applicabile su quest’ultima è superiore rispetto a quello in capo allo stipendio ordinario. Inoltre, quest’anno si registra una novità molto positiva: in questi giorni 4,6 milioni di lavoratori subordinati con un reddito lordo inferiore a 28.000 euro e almeno un figlio a carico, stanno percependo un bonus (una tantum) di 100 euro netti.

Quest’anno tredicesime pagate regolarmente

Nei periodi di crisi del 2008/2009  e del 2012/2013 , numerose piccole e micro imprese a causa della mancanza di liquidità erogarono la gratifica natalizia ai propri dipendenti con grave ritardo, talvolta ben oltre i primi mesi dell’anno successivo. Quest’anno, invece, non sembrano esserci problemi e fino ad ora, al netto di alcune situazioni di crisi conclamate, non sono state segnalate criticità particolari nella corresponsione della tredicesima, anche nei settori che hanno subito un significativo rallentamento produttivo; come la filiera automobilistica, il comparto della moda, il legno-arredo e la meccanica.

Per molte Pmi tra Natale ed Epifania scattano le ferie “forzate”

Se in questi giorni la tredicesima viene pagata regolarmente e comunque non oltre la vigilia di Natale, molte piccole e medie imprese manifatturiere dei settori più in affanno hanno deciso di sospendere l’attività da martedì prossimo fino all’Epifania. L’assenza di ordinativi ha infatti indotto molti imprenditori a chiudere i cancelli delle proprie fabbriche per circa quindici giorni, consentendo così ai propri collaboratori di usufruire delle ferie accumulate nei mesi precedenti, ma non ancora godute. Fiduciosi che con il nuovo anno i venti di crisi che hanno soffiato negli ultimi mesi lascino il posto al bel tempo.

Va incentivato il contratto di secondo livello

Come accennavamo più sopra, l’applicazione dei CCNL ha prodotto solo in parte gli effetti sperati. Le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche sono rimaste e in molti casi sono addirittura aumentate, perché nel settore privato le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie che – oltre a riconoscere stipendi molto più elevati della media  dispongono anche di una quota di personale con qualifiche professionali sul totale molto elevata (manager, dirigenti, quadri, tecnici, etc.), con livelli di istruzione alti a cui va corrisposto uno stipendio importante.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Pertanto, possiamo dire che in Italia le disuguaglianze salariali a livello geografico sono importanti, ma, grazie a un preponderante ricorso alla contrattazione centralizzata, abbiamo differenziali intra-settoriali più contenuti rispetto agli altri Paesi. Per contro, la scarsa diffusione in Italia della contrattazione decentrata  – istituto, ad esempio, molto diffuso in Germania  – non consente ai salari reali di rimanere agganciati all’andamento dell’inflazione, al costo delle abitazioni e ai livelli di produttività locale, facendoci scontare dei gap retributivi medi con gli altri paesi molto importanti. Una situazione che ha penalizzato in particolar modo i lavoratori settentrionali.

• Coinvolti solo 5,6 milioni di dipendenti

Sono ancora pochi i lavoratori che beneficiano della contrattazione di secondo livello. Nell’analisi statistica sulla contrattazione decentrata realizzata dall’ISTAT, infatti, solo il 23,1 per cento delle imprese con almeno 10 dipendenti del settore privato  applica un contratto decentrato. Si stima che i lavoratori coinvolti sarebbero il 55 per cento dei dipendenti totali delle imprese con almeno 10 addetti, pari, in termini assoluti, a 5,6 milioni di lavoratori. L’ISTAT, comunque, precisa che questi lavoratori non possono essere considerati come la platea esatta dei dipendenti coperti dalla contrattazione decentrata, in quanto, non tutti gli addetti potrebbero essere interessati dall’applicazione di questa misura .

Tab. 1 – Le retribuzioni medie lorde mensili per territorio di lavoro

(regioni, ripartizioni ed estero)

Rank Regioni e ripartizioni Retribuzioni annue

Microcredito

per le aziende

 

2023 (mln €) Nr. Lavoratori

2023 Retribuzione media mensile

2023 in euro (*) Var. % Retribuzione media lorda mensile (2023/2022)

1 Lombardia 108.945 3.717.570 2.254 +3,3

2 Emilia-Romagna 40.271 1.580.116 1.960 +3,6

3 Piemonte 32.880 1.292.362 1.957 +3,6

4 Veneto 41.908 1.711.007 1.884 +3,3

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

5 Trentino-Alto-Adige 9.742 400.111 1.873 +4,2

6 Friuli-Venezia Giulia 9.083 375.284 1.862 +3,8

7 Lazio 42.700 1.766.701 1.859 +4,1

8 Liguria 10.048 431.033 1.793 +3,3

9 Toscana 25.612 1.144.016 1.722 +3,5

10 Umbria 4.856 231.325 1.615 +3,8

11 Marche 9.712 463.455 1.612 +3,3

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

12 Valle d’Aosta 827 41.522 1.532 +2,1

13 Abruzzo 7.016 357.994 1.508 +4,3

14 Basilicata 2.226 119.486 1.433 +6,1

15 Molise 1.097 60.407 1.397 +4,6

16 Sardegna 6.608 374.525 1.357 +3,9

17 Puglia 15.423 874.784 1.356 +3,9

18 Campania 21.599 1.233.912 1.347 +3,6

Conto e carta

difficile da pignorare

 

19 Sicilia 15.247 889.789 1.318 +3,7

20 Calabria 4.706 306.540 1.181 +2,5

Estero80010.6625.769+4,0

  TOTALE 411.304 17.382.601 1.820 +3,5

Nord ovest152.7005.482.4872.142+3,3

Nord est101.0044.066.5181.911+3,6

Centro82.8803.605.4971.768+3,8

  Mezzogiorno 73.920 4.217.437 1.348 +3,8

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati INPS

(*) Retribuzione mensile lorda calcolata rapportando quella annua a 13 mensilità

Nota

Le informazioni fanno riferimento ai dati INPS ricavati dall’ “Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici)” che individua la stragrande maggioranza dei dipendenti del privato che, nel 2023, sono stati retribuiti con almeno una giornata di lavoro (quasi 17,4 milioni); i dati del totale dipendenti includono anche eventuali dipendenti pubblici soggetti al contributo per la disoccupazione (ad esempio i supplenti della scuola).

Il lavoratore che nel corso dell’anno ha avuto più di un rapporto di lavoro viene contato una sola volta e classificato per qualifica, tipologia contrattuale, luogo di lavoro e settore di attività sulla base del suo ultimo rapporto di lavoro, mentre retribuzione e giornate retribuite si riferiscono alla somma di tutti i suoi rapporti di lavoro nell’anno.

Per retribuzione è da intendersi l’imponibile previdenziale comprensivo dei contributi a carico del lavoratore.

Tab. 2 – Le retribuzioni medie lorde mensili per provincia di lavoro

Rank Province Retribuzioni annue

2023 (mln €) Nr. Lavoratori

2023 Retribuzione media mensile

2023 in euro Var. % Retribuzione media lorda mensile (2023/2022)

1 Milano 55.110 1.604.707 2.642 +3,3

2 Monza-Brianza 7.495 259.943 2.218 +3,1

3 Parma 4.810 172.591 2.144 +3,7

4 Modena 7.551 272.897 2.129 +3,4

5 Bologna 10.786 390.759 2.123 +3,7

6 Reggio Emilia 4.978 184.806 2.072 +3,2

7 Lecco 2.803 104.736 2.059 +2,8

8 Torino 18.412 696.745 2.033 +3,9

9 Bergamo 10.083 386.569 2.006 +3,2

10 Varese 6.799 260.896 2.005 +3,5

11 Bolzano 5.556 213.535 2.002 +4,3

12 Trieste 1.894 73.050 1.994 +3,0

13 Vicenza 8.034 313.203 1.973 +3,2

14 Genova 6.457 252.412 1.968 +3,3

15 Padova 8.245 323.491 1.960 +3,5

16 Lodi 1.494 58.663 1.958 +2,7

17 Treviso 7.667 302.334 1.951 +3,4

18 Roma 36.280 1.434.337 1.946 +4,2

19 Novara 2.886 114.303 1.942 +2,9

20 Biella 1.188 47.734 1.915 +4,0

21 Cremona 2.543 102.785 1.903 +2,8

22 Pordenone 2.418 97.961 1.899 +3,0

23 Alessandria 2.866 116.138 1.899 +3,1

24 Vercelli 1.143 46.317 1.898 +3,3

25 Brescia 10.801 439.282 1.891 +3,2

26 Firenze 9.011 367.562 1.886 +3,5

27 Piacenza 2.432 99.767 1.875 +4,0

28 Mantova 3.145 129.129 1.874 +3,5

29 Como 4.473 184.534 1.865 +2,7

30 Verona 8.242 340.037 1.865 +3,2

31 Cuneo 4.410 182.605 1.858 +3,5

32 Belluno 1.711 71.970 1.829 +3,6

33 Udine 3.784 159.877 1.821 +4,7

34 Asti 1.158 49.171 1.812 +2,7

35 Pisa 2.894 124.741 1.785 +3,2

36 Ravenna 2.921 126.618 1.775 +4,4

37 Siena 1.772 76.862 1.773 +3,4

38 Pavia 3.017 132.092 1.757 +2,6

39 Venezia 6.657 296.323 1.728 +3,4

40 Trento 4.186 186.576 1.726 +4,1

41 Gorizia 986 44.396 1.709 +3,9

42 Ancona 3.303 148.958 1.705 +3,1

43 Arezzo 2.207 99.632 1.704 +4,1

44 Lucca 2.639 119.424 1.700 +3,9

45 Forli’-Cesena 2.894 131.200 1.697 +3,1

46 La Spezia 1.374 62.748 1.684 +4,0

47 Sondrio 1.181 54.234 1.675 +3,5

48 Pesaro e Urbino 2.531 117.047 1.664 +3,6

49 Ferrara 1.767 81.825 1.662 +2,6

50 Rovigo 1.352 63.649 1.633 +3,1

51 Pistoia 1.398 66.464 1.618 +3,7

52 Perugia 3.738 177.872 1.616 +3,9

53 Terni 1.118 53.453 1.609 +3,4

54 Massa-Carrara 957 45.728 1.609 +2,9

55 Chieti 2.452 117.993 1.598 +4,6

56 Verbano-Cusio-Ossola 815 39.349 1.594 +2,4

57 Livorno 1.915 93.830 1.570 +3,1

58 Frosinone 2.266 111.441 1.564 +3,6

59 Cagliari 2.559 126.483 1.556 +4,1

60 Savona 1.398 69.531 1.547 +2,6

61 Aosta 827 41.522 1.532 +2,1

62 Macerata 1.830 91.879 1.532 +2,9

63 Ascoli Piceno 1.187 59.926 1.523 +3,0

64 Prato 1.930 98.214 1.511 +3,0

65 L’Aquila 1.352 69.078 1.506 +4,1

66 Potenza 1.533 78.742 1.498 +7,4

67 Pescara 1.576 80.978 1.497 +4,2

68 Bari 6.288 324.447 1.491 +4,3

69 Latina 2.577 133.272 1.488 +3,9

70 Fermo 862 45.645 1.453 +4,3

71 Campobasso 805 43.385 1.428 +5,1

72 Rieti 540 29.228 1.422 +4,3

73 Napoli 12.305 668.533 1.416 +3,3

74 Catania 3.989 217.946 1.408 +4,3

75 Siracusa 1.327 72.783 1.402 +3,5

76 Taranto 2.067 113.460 1.401 +3,7

77 Teramo 1.636 89.945 1.399 +4,1

78 Avellino 1.523 84.445 1.387 +4,6

79 Caltanissetta 766 42.548 1.386 +5,0

80 Palermo 4.136 230.924 1.378 +3,5

81 Rimini 2.131 119.653 1.370 +4,1

82 Viterbo 1.036 58.423 1.365 +2,8

83 Imperia 819 46.342 1.360 +3,0

84 Brindisi 1.385 78.653 1.354 +3,4

85 Grosseto 891 51.559 1.329 +3,3

86 Oristano 404 23.557 1.320 +4,3

87 Isernia 292 17.022 1.318 +3,3

88 Matera 693 40.744 1.308 +3,6

89 Sassari 2.092 125.842 1.279 +3,8

90 Caserta 3.065 184.367 1.279 +3,4

91 Sud Sardegna 905 54.532 1.276 +3,7

92 Reggio Calabria 1.249 76.102 1.262 +2,0

93 Enna 346 21.198 1.256 +3,4

94 Foggia 1.834 112.620 1.252 +3,1

95 Catanzaro 1.053 65.841 1.230 +1,8

96 Benevento 827 51.771 1.229 +3,5

97 Salerno 3.879 244.796 1.219 +4,4

98 Messina 1.819 116.001 1.206 +3,2

99 Lecce 2.741 174.875 1.206 +4,1

100 Barletta-Andria-Trani 1.108 70.729 1.205 +3,3

101 Ragusa 947 60.744 1.199 +4,7

102 Agrigento 855 56.226 1.170 +1,6

103 Crotone 407 27.376 1.144 +1,3

104 Trapani 1.061 71.419 1.143 +3,3

105 Cosenza 1.653 111.579 1.140 +3,4

106 Nuoro 647 44.111 1.129 +3,6

107 Vibo Valentia 343 25.642 1.030 +3,4

Estero80010.6625.769+4,0

TOTALE 411.304 17.382.601 1.820 +3,5

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati INPS

Graf. 1 – Mappa provinciale delle retribuzioni medie lorde mensili (anno 2023)

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati INPS con software Qgis



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link