Manovra 2025 approvata dalla Camera, il testo passa al Senato

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Le misure della Legge di Bilancio: dal taglio del cuneo fiscale al bonus nascite

Con 204 voti a favore e 117 contrari, la manovra 2025 ha ottenuto il via libera dall’Aula della Camera. Il provvedimento da 28miliardi passerà ora in Senato per l’approvazione definitiva, attesa a Palazzo Madama tra il 27 e il 28 dicembre. Le novità interessano imprese, lavoratori autonomi e dipendenti ma anche famiglie e pensionati.

La maggioranza si è divisa sull’ordine del giorno presentato dalla deputata Pd Simona Bonafè che mirava a “garantire la piena e rapida attuazione dei procedimenti sanzionatori” nei confronti dei ‘no vax’ “escludendo quindi ogni ulteriore proroga o modifica alla legge vigente finalizzata ad evitare che le multe ai cittadini inadempienti vengano sospese o condonate”. Diversi i deputati di Forza Italia che hanno appoggiato l’odg, nonostante il parere negativo del governo e il voto contrario del resto del centrodestra.

La manovra rende ora strutturali due misure già in vigore: il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote. Interventi questi che pesano ben 17,6 miliardi, nonché i 2/3 dell’intero provvedimento. 1,3 milioni in più rispetto all’anno scorso i lavoratori che potranno beneficiare del taglio del cuneo grazie alla soglia di reddito che passa da 35mila euro a 40mila euro. Per quanto riguarda l’Irpef, c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni: del 23% per i redditi fino a 28mila, del 35% per i redditi superiori a 28mila e fino a 50mila euro e del 43% per i redditi che superano 50mila euro.

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Per incentivare la natalità viene introdotto il “bonus nuove nascite“, che riconosce 1.000 euro per ogni neonato ai genitori con Isee entro i 40mila euro. Confermati e potenziati i congedi parentali: si allargano all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Rafforzato anche il bonus asili nido: viene reso strutturale ed esteso a tutti, sempre con Isee sotto i 40mila euro. In nuclei con Isee fino a 15mila euro, il fondo “Dote famiglia” permetterà di svolgere attività extra-scolastiche ai giovani dai 6 ai 14 anni. Verrà rifinanziata, inoltre, la carta “Dedicata a te” a sostegno degli acquisti familiari.

Si confermano gli incentivi per l’occupazione dei giovani e delle donne, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. L’Ires passa dal 24% al 20% per le imprese che accantonino almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinvestano in azienda almeno il 30%. Tra le condizioni da rispettare, che l’investimento minimo sia di 20mila euro e sia effettuato in Italia entro la fine del 2025.

Confermati i fringe benefit per tutti gli aventi diritto. Viene introdotto un nuovo metodo per il calcolo delle tasse relative alle auto aziendali assegnate in fringe benefit ai lavoratori: non più in base alle emissioni di Co2 ma all’alimentazione.

Sul tema delle pensioni, un’importante modifica riguarda i lavoratori che abbiano avviato la loro attività dal 1996 e che siano dunque interamente nel sistema contributivo. Potranno, infatti, anticipare la pensione a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria e quella complementare. Vengono prorogate le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna e le pensioni minime passano da 614,77 euro  a 617,9 euro.

La soglia di sbarramento di ingresso alla Flat Tax per dipendenti e pensionati passa da 30mila a 35mila euro. Dietrofront sulla criptotassa, che resta al 26%, e sulla web tax, che varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni.

La misura rinnova fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Ecobonus e bonus per ristrutturazione restano al 50% per le prime case, ma scendono al 36% per le altre. Verrà introdotto un bonus elettrodomestici con un contributo massimo del 30% del costo.

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Finanziamenti e contributi

 

Cancellata la norma che prevedeva l’aumento degli stipendi dei parlamentari e dei sottosegretari non eletti: previsto solo un rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni.

Estesa anche ai membri del governo la cosiddetta “norma anti-Renzi”: non potranno accettare durante il mandato incarichi che comportino un compenso da Paesi extra-Ue. Mentre i parlamentari possono ottenere un’autorizzazione che li esenti dal divieto (fino a 100mila euro di compenso all’anno), agli esponenti del governo ciò è interdetto.



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