Pd boccia ‘Bilancio di cartone, è fallimento giunta Marche’ – Notizie

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Dalla sanità al trasporto pubblico locale, dall’aeroporto al sociale, dalla situazione economica regionale acuita da varie crisi aziendali alla crescita fino a “oltre 327 milioni di euro” del capitolo dei piccoli interventi sul territorio della cosiddetta “Tabella E”: è una “bocciatura senza appello” quella che il Gruppo Pd in Consiglio regionale, guidato da Anna Casini, esprime nei confronti del Bilancio regionale di previsione 2025-2027 che arriverà in discussione in aula lunedì 23 dicembre. E’ un “bilancio – hanno sottolineato i consiglieri dem e la segretaria regionale del Pd Chantal Bomprezzi in una conferenza stampa a Palazzo delle Marche – che fotografa il fallimento del Modello Marche”.
    Il giudizio negativo del Pd, a meno di un anno dalla fine della legislatura, si “estende all’intera azione di governo della giunta Acquaroli”. I dem contestano “l’immobilismo” dell’esecutivo regionale, sono convinti che il bilancio in discussione sarà “l’ultimo della gestione Acquaroli” e lavorano per riprendere il mano la gestione della Regione; a tal proposito auspicano che non vi sia alcun rinvio del voto dall’autunno 2025 a inizio 2026. “Siamo molto preoccupati – ha detto Bomprezzi – perché le Marche sono diventate la regione dei record negativi: aumenta la povertà, si spopolano le aree interne, chiudono le imprese, cresce la disoccupazione e sanità ridotta al collasso. Il tanto celebrato Modello Marche, è ignorato dal governo Meloni che sembra aver completamente dimenticato i nostri territori. La filiera istituzionale serve ormai solo ad assegnare poltrone. La vicenda del terremoto che ha colpito due anni fa le province di Ancona e Pesaro Urbino è emblematica: alle Marche assegnati appena 5 milioni di euro da dividere con l’Umbria, briciole. Nel fantastico mondo di Ameloni, insomma, le Marche fanno ‘Acqua-roli’ da tutte le parti. Siamo già al lavoro per costruire nel 2025 un’alternativa più inclusiva possibile a questa destra che calpesta i diritti, primi fra tutti quelli delle donne, taglia il sociale e lascia indietro i più deboli. Lo facciamo con un partito unito, tavoli di lavoro, la commissione per il programma, e una mobilitazione che lanceremo con le federazioni e i circoli”.
    “E’ un bilancio di cartone – ha attaccato Romano Carancini, relatore di minoranza del Documento di economia e finanza regionale Defr -, finto e artefatto, che prova maldestramente a nascondere l’interminabile sequela di fallimenti e insuccessi che hanno costellato il cosiddetto Modello Marche. Nessuno potrà negare che in questi anni le Marche non solo non sono avanzate di un millimetro, ma in molti campi sono addirittura arretrate”.
    “Le Marche – ha detto Casini – subiscono il totale disinteresse del governo Meloni: la legge di Bilancio nazionale non prevede alcuna risorsa: no Zes, no proroga 110 per le aree terremotate e alluvionate, no zona franca urbana, no infrastrutture. I 5 milioni che Acquaroli sbandiera sono da dividere con l’Umbria e non basteranno neppure a ricostruire un condominio. Acquaroli è l’anello debole della millantata filiera, inesistente nelle Marche e inesistente a Roma”.
    Quanto al Bilancio che approderà in aula, Carancini è partito dalle “principali voci”: “sanità e il trasporto pubblico locale”. “A un anno da fine mandato, non è operativa la pseudo riforma per riorganizzare il Sistema sanitario regionale”.
    “Dall’estate 2022, la giunta non è stata capace di varare l’atto aziendale, fondamento di programmazione delle politiche sanitarie sui territori; ritardo alla base di inefficienze quotidiane per erogare i servizi ai cittadini e dell’allungamento dei tempi delle liste di attesa”.
    Sul trasporto pubblico, “le Marche, ultime tra le Regioni a statuto ordinario nella ripartizione del fondo nazionale, potrebbero scendere sotto l’attuale misera quota del 2,17% assegnata dal governo” e con “risorse proprie di 9 euro ad abitante”; “una politica miope che colpisce le fasce sociali più deboli: studenti, meno abbienti, anziani, pendolari”.
    Il Pd contesta il “taglio di 100 mila euro, su 500 mila, al fondo per le politiche di sostegno della famiglia; soldi redistribuiti alla tabella E, che più che mai ha cannibalizzato il bilancio ed è divenuta il portafoglio elettorale dei consiglieri del centrodestra per elargire mancette e prebende in vista delle regionali del prossimo anno”. Una tabella E, hanno puntualizzato i dem, salita dai 170 milioni della giunta Ceriscioli nel 2019 agli attuali 327.
    Micaela Vitri, della Commissione Bilancio, ha appuntato l’attenzione su due temi: “il contributo di 40 mila euro a Norcia per la candidatura a Capitale europea della Cultura 2033, in contrapposizione con il progetto della Provincia di Pesaro-Urbino presentato nel gennaio 2020 a Matera da Matteo Ricci e Maurizio Gambini”; “dopo aver ostacolato Pesaro 2024, credo sia allucinante che la Giunta Acquaroli sostenga la candidatura di un Comune umbro, seppur meritevole sotto i profili storico e culturale. Ho presentato un emendamento che propone di destinare i 40mila euro di Norcia a Pesaro e Urbino, per un progetto capace di promuovere le Marche a livello internazionale e attirare tanti turisti”.
    Vitri ha parlato della “Fattoria della Legalità di Isola del Piano, a cui la giunta precedente aveva destinato 240 mila euro per mettere in sicurezza l’immobile, negli anni sede di tanti progetti sull’educazione alla legalità. Uno dei primi di Acquaroli fu eliminare il contributo. Dopo i miei solleciti, anche con un’interrogazione discussa a giugno, la giunta prevede nel Bilancio 2025-2027 un contributo di 100 mila euro per ristrutturare la Fattoria della Legalità”; ma, durante la discussione in prima Commissione, “sono stati approvati degli emendamenti di Rossi che hanno dimezzato il contributo all’immobile. Un atto molto grave. Proporrò in aula di ripristinare il finanziamento di 240 mila euro”.
    Il Pd si prepara a presentare alcuni emendamenti al Bilancio di previsione: tra i più significativi, citati da Carancini: risorse per 9 milioni, spalmabili in due anni, per le Rsa; 2 milioni per fondo affitti per le fasce più deboli; risorse per 4,3 milioni, in tre anni, per ovviare al definanziamento delle università.
    Sono intervenuti alla conferenza stampa anche i consiglieri Manuela Bora (in videocollegamento), Fabrizio Cesetti, Maurizio Mangialardi, Antonio Mastrovincenzo e Renato Claudio Minardi.
   
   “I dati delle Marche sono impietosi – ha detto Mangialardi a proposito della situazione economica regionale, il consigliere Mangialardi, vice presidente del Consiglio regionale – è la regione che cresce di meno in Italia e l’export regionale si è ridotto del 19%”. Altre questione aperte, ha aggiunto, sono quella delle Rsa, per le quali non è stata trovata una soluzione, e per la Salute Mentale: “nonostante l’impegno avviato con una nostra mozione confluita in una risoluzione, il risultato prodotto è stato zero. Mangialardi ha anche parlato della situazione post alluvione a Senigallia con “famiglie sfollate ospiti in struttura della Fondazione città di Senigallia, e ancora senza una risposta”.
   Critiche per il bilancio anche da Mastrovincenzo che ha definito il Defr “un imbarazzante taglia e incolla dei precedenti”, rilevando altre criticità nelle Marche come quella per le imprese – “chiudono 1.200 imprese al mese” – e sul fronte prevenzione per cui le Marche “sono penultime” nella classifica Agenas. La giunta “lascia indietro chi è più in difficoltà e taglia in modo sensibile anche sul fronte della disabilità gravissima”, ha detto Mastrovincenzo puntando il dito anche sulla carenza di fondi per sostenere le famiglie più disagiate con gli affitti. Altro fronte è quello delle vongolare per le quali, a fine anno ci sarà “l’ennesima proroga”.
   Cesetti ha parlato di una “pseudo manovra di bilancio”, lamentando la carenza di programmazione, di cui “la Tabella E è l’apoteosi”, e la sostanziale inesistenza del Defr: “avrebbe dovuto contenere la risposta sui vari temi: dalla riforma sanitaria che non è attuata, alle liste d’attesa, agli screening. Non c’è nulla e non c’è prospettiva, non ci sono risorse per programmare”; “vanno a inaugurare strutture ospedaliere nuove: fatte e progettate da noi, vanno a tagliare i nastri”. Anche per quanto riguarda l’economia Cesetti ha rivendicato l’istituzione di tre aree di crisi e lamentato invece l’inerzia dell’attuale giunta oltre alla disparità di trattamento delle Marche rispetto alle agevolazioni concessi fino all’Abruzzo. “Faremo il possibile per riconquistare il governo della Regione Marche, – ha detto Cesetti – e per far capire i danni e occasioni perse da parte del centrodestra: le Marche sono peggiorata nella sanità e in tutti gli indicatori economici”.
   Il consigliere Minardi ha focalizzato l’attenzione su alcune leggi con piano triennale che “dimostrano la totale incapacità di governare e pianificare dell’amministrazione regionale”; in particolare quelle per la Tutela del cavallo del Catria e per promuovere la birra artigianale, finanziate solo per il primo anno, mentre, ha aggiunto, è stato “azzerato il fondo per le leggi da 1,25 milioni”.. Il consigliere dem si è soffermato anche sul settore sanità, affermando che “a due anni e mezzo dalla legge, la sanità nel caos: il 9,7% cittadini, circa 150mila, rinunciano a curarsi nelle Marche.
   In videocollegamento, Bora ha detto che il bilancio dimostra l'”inadeguatezza di presidente e giunta” sotto tutti i fronti: dall’economia all’emergenza sulle violenze di genere”. Su quest’ultimo fronte, ha invocato più risorse per i Cav e per il reddito di libertà. A fronte di tante crisi aziendali e tagli agli atenei “sarebbe stato necessario intervenire ma ha prevalso la propaganda elettorale”. Poi un passaggio sulle prossime elezioni: non bastano le mancanze dell’attuale giunta per vincere le prossime elezioni, ha detto in sostanza la consigliera dem, “se riprendessimo la guida della Regione dovremo dimostrare di aver imparato dagli errori del passato, essere la migliore classe dirigente di sempre. Dovremo rendere orgogliosi i cittadini aver ridato la regione in mano al centrosinistra”.

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