Ecomafia, l’Emilia-Romagna a metà classifica

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Un reato ogni 18 minuti per un totale di 902.356 illeciti ambientali. È quello che in Italia in tre decenni hanno compiuto le ecomafie con un attacco costante e incessante all’ambiente. Parliamo di una media – dal 1992 al 2023 di 79,7 reati al giorno, 3,3 ogni ora, uno ogni 18 minuti. Un ritmo impressionante contrassegnato anche da 727.771 persone denunciate e 224.485 i sequestri.

A consegnarci questa fotografia è l’analisi realizzata da Legambiente in occasione dei 30 anni compiuti dal Rapporto Ecomafia, che quest’anno fa il punto della situazione con i dati relativi alla serie storica 1997-2023 e un pacchetto di sei proposte in occasione della conferenza nazionale “Ambiente e legalità: insieme per il futuro” tenutasi questa mattina in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri presso la Scuola Ufficiali di Roma.

In questi tre decenni di ricerca e analisi, dal 1995 ad aprile 2024, sono stati censiti 378 clan, appartenenti a tutte le organizzazioni mafiose e con interessi diretti nelle diverse “filiere” dell’ecomafia, ed è stato stimato un valore del fatturato illegale accumulato pari a 259,8 miliardi di euro.

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Con il 45,7% del totale nazionale dei reati accertato dalle forze dell’ordine in questi tre decenni concentrato nelle regioni in cui è radicata la presenza di criminalità organizzate, è la Campania a dominare con un primo posto assoluto sia la classifica nazionale, sia quella delle regioni con più reati nel ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, mentre tra le regioni del Nord è la Lombardia a detenere il primo posto con 37.794 ecoreati seguita da Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna.

La regione Emilia-Romagna – in continuità con i dati registrati nel corso degli ultimi anni – è attestata stabilmente a metà della classifica (11° posto) sia per numero assoluto di illeciti (25.637 reati, dopo Toscana, Sardegna, Lombardia, Liguria e Veneto) sia per numero di reati nella filiera del cemento illegale (6.377 reati, dopo Toscana, Lombardia, Liguria e Sardegna), mentre si posiziona al 13° posto nella classifica degli illeciti nel ciclo dei rifiuti con 4.762 reati dietro anche a Piemonte e Abruzzo.


Ai traffici illegali di rifiuti viene dedicato un focus di analisi, che evidenzia i numeri ancora preoccupanti di questo fenomeno censito fin dall’inizio del Report Ecomafia come uno dei settori primari del business delle ecomafie: 608 il numero complessivo delle inchieste sull’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, registrate dal febbraio 2002 (prima applicazione dell’art. 53 bis del decreto Ronchi, attuale delitto previsto dall’art. 452 quaterdecies del Codice penale), con 3.424 arresti, 10.772 denunce, 1.691 aziende coinvolte e 51 stati esteri interessati, soprattutto europei e africani. In 309 inchieste (pari al 50,8% del totale) è stato possibile ricostruire il totale dei rifiuti sequestrati, pari a 60,576 milioni di tonnellate: per il 40,49% si tratta di fanghi di depurazione e per il 39,64% di rifiuti industriali misti. Trasportate su un tir da 25 tonnellate, lungo 13,6 metri, le 60.576.000 tonnellate sequestrate sarebbero equivalenti a 2.432.040 tir, per una coda di 32.953 chilometri.

“Senza legalità non c’è tutela ambientale – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente –. Quella che celebriamo oggi insieme all’Arma dei Carabinieri non è solo una ricorrenza: in questi 30 anni, anche grazie a questa straordinaria collaborazione e a quella sviluppata con tutte le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto sono stati raggiunti risultati importanti, nell’interesse generale del Paese, come l’introduzione nel Codice penale dei delitti contro l’ambiente e di quelli a tutela del patrimonio culturale. I dati presentati oggi ci ricordano che non bisogna abbassare la guardia e che al centro delle scelte politiche va messa la salvaguardia dell’ambiente come ci ricorda l’articolo 9 della Costituzione italiana. Per questo chiediamo che vengano approvate quelle norme che ancora mancano all’appello in fatto di prevenzione e controllo, come i reati contro gli animali, le agromafie e agropirateria, chiedendo al tempo stesso allo Stato un impegno più forte nella lotta all’abusivismo edilizio”.

Hanno partecipato all’iniziativa il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il direttore generale dell’Ispra, Maria Siclari, il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, il Gen. di Corpo d’Armata, Andrea Rispoli, Comandante del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri ed il Gen. di Divisione Fernando Nazzaro, Comandante Carabinieri per la Tutela e la Sicurezza Energetica.

Al termine della conferenza, a cui è stata assegnata dal Presidente Sergio Mattarella la medaglia della Presidenza della Repubblica, sono state premiate le scuole secondarie di primo e secondo grado vincitrici del concorso nazionale dedicato all’educazione alla legalità e alla tutela dell’ambiente.

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