“MANCA UNA POLITICA PER LA CASA” – L’Informazione

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Oltre ad essere un grido di dolore, è un’accusa a trecentosessanta gradi alla politica siciliana, soprattutto alla Regione e al Comune di Palermo, per la mancanza di un progetto concreto per risolvere l’emergenza di  migliaia di “senza casa” che da molti anni aspettano un alloggio e una sistemazione dignitosa.

A puntare il dito contro il “Palazzo” è l’Ania (Associazione nazionale inquilini ed assegnatari) che, con una lettera indirizzata al presidente Regione Siciliana Renato Schifani, all’assessore regionale alle Infrastrutture ed alla mobilità Alessandro Aricò, ai sindaci di Palermo, Catania e Messina, rispettivamente Roberto Lagalla, Enrico Trantino e Federico Basile, al ministero delle Infrastrutture dei Trasporti e delle Politiche della Casa, che “denuncia la mancanza di vere politiche abitative e il mancato contrasto all’emergenza abitativa in Sicilia”.

In questi ultimi tempi – si legge nel documento – si parla sempre più di emergenza abitativa nelle grandi città siciliane. Certamente siamo in presenza di un fenomeno grave, tragico e purtroppo in crescita, con migliaia di persone e famiglie in attesa di soluzioni dignitose ed adeguate”.

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“L’emergenza abitativa nelle grandi città siciliane – prosegue la nota – è una questione complessa che affonda le sue radici nei passati decenni e nelle varie Giunte di Governo Regionali e Comunali che si sono susseguite nel tempo senza mai aver avuto la volontà di affrontare realmente la questione”.

“Questa condizione tragica – spiega l’Ania – coinvolge diverse fasce della popolazione siciliana, tra cui famiglie a basso reddito, giovani, disoccupati e migranti”.

“Le città siciliane – afferma il comunicato – , come molte altre in Italia, negli ultimi anni affrontano varie problematiche legate principalmente alla mancanza di alloggi a prezzi accessibili, alla precarietà abitativa, al degrado degli edifici residenziali e alla mancanza di un vero e proprio piano casa in grado di affrontare questa grave emergenza”.

Queste le cifre, secondo l’Ania: “Nel 2023, il 5,8% della popolazione siciliana già viveva in condizioni di grave deprivazione abitativa, un dato purtroppo superiore alla media nazionale che è del 5,2%”, mentre l’incidenza del costo ‘Casa’, per l’8,2% dei Siciliani, ha superato il 42%  rispetto alla loro capacità economica, superando abbondantemente la media italiana del 6,6%.

“Questi dati drammatici – seguita la nota – nel 2023 in Sicilia si sono tramutati in oltre 2.000 provvedimenti di sfratto, registrando un incremento dell’13% rispetto all’anno precedente, mentre le richieste di esecuzione di sfratto sono aumentate del 236%, raggiungendo quota 7.104, mentre gli sfratti eseguiti con l’intervento della forza pubblica sono cresciuti del 268%, totalizzando 1.682 casi”.

“Rendiamoci conto – insiste l’Associazione – che il capoluogo della Sicilia, Palermo, pur con tutti i suoi atavici problemi, è e rimane una grande città, la quinta in Italia per popolazione, e chi l’amministra ha il dovere e l’obbligo ad attuare una vera programmazione del comparto casa”.

“Ad oggi a Palermo – si scrive -, secondo gli ultimi dati ISTAT abbiamo ben 2.700 famiglie in piena emergenza abitativa ed inserite in graduatoria per la concessione di un alloggio ERP che però non esiste”.

“A fronte di questa graduatoria, – spiega l’Ania – esistono in città anche circa 500 persone senza tetto e senza fissa dimora che vivono oltre i margini della nostra società e senza alcuna prospettiva di poter rientrare nel sistema sociale di Palermo”.

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“L’unica concreta azione che in questi ultimi decenni è stata attivata a Palermo, nel vano tentativo di risolvere questa emergenza, è stata la gestione, con relativa assegnazione, dei beni confiscati, ma ricordiamo a tutti noi che in una città con oltre 800 mila abitanti si parla di circa 13 alloggi, numeri vergognosamente insufficienti”.

“Da tempo come sindacato inquilini ANIA Sicilia denunciamo la mancanza di un piano casa con una visione urbanistica in grado di ridisegnare lo sviluppo della Città prevedendo nuovi progetti di costruzioni di edilizia residenziale pubblica”.

“In una nostra passata conferenza, per aver sollevato questo problema, siamo stati accusati di essere dei ‘cementificatori’ del territorio”.

“Chi dice sempre NO ad ogni soluzione, purtroppo non si rende conto che i numeri delle famiglie in piena emergenza abitativa continuano ad aumentare in maniera esponenziale, grazie anche al recente fenomeno degli “Affitti Brevi” che si va a sommare ai già atavici problemi esistenti”.

“Oltre al recente fenomeno degli affitti brevi che ha dato il via ad un vergognoso aumento dei prezzi degli affitti, tra le principali cause di questa emergenza vi è certamente l’elevato tasso di disoccupazione presente in città che rende sempre più difficile per molte persone accedere a un’abitazione dignitosa, e la mancanza di case popolari rispetto alla crescente domanda abitativa”.

“A fronte di quanto evidenziato invitiamo i Sindaci delle grandi città Siciliane ad attivarsi concretamente, di concerto alla Regione Siciliana, a varare nuovi programmi per aumentare la disponibilità di alloggi sociali, progettare la rinascita urbanistica di interi quartieri del centro storico ad oggi completamente abbandonati”.

“Invitiamo il Governo della Regione Siciliana ad approvare nuove linee di interventi strutturali in grado di realizzare un vero e proprio piano casa siciliano con grandi progetti di riqualificazione urbana, recuperando edifici in stato di abbandono e ricostruendone altri in grado di soddisfare la crescente domanda di alloggi”.

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Redazione



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