Intervista a cura di Fernando Ciarrocchi
SAN BENEDETTO – L’ex assessore regionale DC, durante la cordiale chiacchierata in cui riaffiorano ricordi ma anche importanti e lungimiranti spunti di riflessione, è un fiume in piena. In primis punta il dito sulla tristissima crisi industriale dell’azienda Beko produttrice di elettrodomestici, già Merloni elettrodomestici. Una vicenda prosegue, l’ex autorevole esponente DC, che lascia tanto sconcerto ma soprattutto preoccupa perché centinaia e centinaia di famiglie con l’annesso indotto vedono compromesso il posto di lavoro. Idem dicasi per la nota cartiera fabrianese Fedrigoni. Molti padri e madri di famiglia purtroppo non potranno vivere un sereno Natale. Tutto questo è inaccettabile e intollerabile.
Franco Paoletti dinanzi ad uno scenario come questo con piglio più che determinato, forte dei suoi valori ispirati al solidarismo cristiano, senza peli sulla lingua, individua la causa dell’attuale débâcle industriale marchigiana nella macroscopica mancanza di una lungimirante strategia di crescita industriale di lungo periodo da attuarsi quando sarebbe giunto il termine delle provvidenze dell’ex Cassa per il Mezzogiorno.
“Ebbene – prosegue Paoletti da sempre vicino alla corrente della sinistra democristiana – tutto ciò ha prodotto il nulla lasciando il territorio montano a nord delle Marche al suo triste destino che oggi abbiamo davanti agli occhi Un destino questo, che io e l’amico di una vita Giuliano Silvestri, già parlamentare DC della costa, avevamo previsto in tempi non sospetti ma purtroppo non fummo ascoltati dall’allora leadership democristiana marchigiana che si identificava totalmente nella famiglia Merloni presente nelle istituzioni regionali e nazionali”
Insieme ad alcuni amici ha aderito al Partito Democratico
“Perché credo che tale partito sia effettivamente democratico che non ha nulla a che fare con l’ex Pci come alcuni ancora oggi erroneamente ritengono. Alcide De Gasperi disse “La Democrazia Cristiana è un partito centrista che guarda a sinistra”. Questo è lo spirito che ha spinto me insieme ad alcuni miei amici a scegliere l’attuale partito democratico in cui portare la nostra esperienza di cattolici democratici i cui riferimenti restano Enrico Berlinguer e Aldo Moro che aprirono la politica italiana all’integrazione delle idee per la crescita del paes”
Come aiutare le centinaia di lavoratori e lavoratrici del comparto industriale delle zone interne e montane che vedono svanire ogni speranza per il loro futuro lavorativo?
“Urge che la politica marchigiana abbandoni il suo torpore che da alcuni a questa parte la sta caratterizzando in negativo. Bisogna tornare a pensare, a progettare come hanno sempre sostenuto politici del valore di Giuseppe Lazzati, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Ciriaco De Mita. La politica prima di tutto è pensiero, progetto e azione. Un esempio su tutti: dopo il piano casa di Amintore Fanfani il nulla assoluto. Per tornare nello specifico è necessario riprogettare un efficace piano di riconversione industriale per le nostre zone montane per ridare speranza concreta alle centinaia e centinaia di maestranze che stanno subendo il tristissimo fenomeno della disoccupazione ma hanno il sacrosanto diritto di riavere il loro lavoro. Urge una politica avveduta, concreta, lungimirante che sappia mettere a sistema nuove risorse e creatività per la giusta causa”
Ma per fare tutto questo?
In primis non può assolutamente prescindersi da una classe radicata nel territorio e soprattutto disposta a battersi nelle sedi preposte per la rinascita e la giusta valorizzazione del territorio stesso. Penso alla costa e alla sua alta densità abitativa che forse più di ogni altra realtà sta soffrendo a causa di questo torpore politico meglio identificato con il popolare motto “del tirare a campare”. Un atteggiamento come questo sta solo procurando seri danni a quella che potremmo definire “Città territorio “ in cui potrebbero confluire centri urbani come San Benedetto del Tronto, Grottammare, Cupramarittima, l’intera Vallata del Tronto e i numerosi paesi del suo hinterland. Un’area che necessita di attenzione, di potenziamento dei servizi per la collettività non di spoliazioni o depotenziamenti, penso alla sanità. Come hanno ridotto il nosocomio sambenedettese? Idem dicasi per gli assetti viari. I servizi devono essere appostati e potenziati laddove i numeri della popolazione parlano più di ogni altra considerazione” (Per Riviera Oggi, Franco Paoletti sfonda una porta aperto, essendo stato il nostro giornale promotore di una ‘Città Grande’ che unisse più comuni come prevede la Legge sulle fusioni. La politica attuale l’ha rigettata. NDR)
Il turismo?
“È la voce primaria dell’economia della costa. Le nuove generazioni devono essere altamente preparate e professionalizzate. Non è pensabile che in un territorio come il nostro a vocazione turistica si faccia ancora difficolta a parlare inglese o tedesco per accogliere i numerosi turisti che scelgono le nostre spiagge. Quando riuscimmo io e l’ex. On.le Giuliano Silvestri, grazie all’interessamento dei ministri dell’epoca On.le Remo Gasperi e On.le Riccardo Misasi, ad ottenere la realizzazione del Palacongressi iniziammo a dar vita al fenomeno della destagionalizzazione turistica con il turismo congressuale da settembre a maggio che doveva rappresentare la continuità economica per gli operatori turistici locali. Bisogna uscire dal “Maso chiuso” e aprirsi alle sfide del futuro con coraggio per vincerle. Tra queste sfide la più atavica è l’anacronistico campanilismo tra San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno, che potrebbe starci in ambito sportivo, ma in un’ottica di promozione del territorio non è più rinviabile un’azione congiunta volta all’integrazione dei due territori con le rispettive peculiarità: San Benedetto del Tronto vuol dire vacanza, spiagge, Ascoli Piceno e paesi dell’hinterland significano arte, cultura. Arte e cultura è il binomio vincente per la rinascita e il rilancio del territorio nella sua totalità”
Come attrarre nuovi abitanti, nuovi residenti, nei nostri territori che iniziano a subire il triste fenomeno dello spopolamento?
“Ribadisco mettendo a sistema in forma integrata le peculiarità dei nostri piccoli e grandi centri della costa e della Città Capoluogo di Provincia, Ascoli Piceno, in cui arte, cultura, patrimonio culturale religioso, enogastronomia, spiagge, ottima accoglienza sono le componenti imprescindibili di un competitivo pacchetto turistico da proporre ai turisti che scelgono il Piceno nel suo insieme per trascorrere giorni di sano relax. Poi: per attrarre nuovi abitanti, nuovi residenti e invertire in positivo il trend negativo dello spopolamento dei nostri paesi e centri oltre ad un’azione integrata e coesa di rilancio del territorio, turisticamente parlando, è necessario il fattore attrattività, competitività, sia supportato da una sinergia in cui il comparto economico faccia la sua parte. Tanto per dirne una: come possiamo attrarre nuovi residenti con i prezzi alle stelle delle nuove costruzioni? Non dimentichiamo che la componente economica in ambito turistico ha una valenza determinante. Ok alla qualità della vita riconosciuta al nostro territorio piceno dalle classifiche nazionale redatte dai quotidiani nazionali economici ma tutto questo deve essere parte integrante e sostanziale di un progetto di ampio respiro in cui tutti i settori coinvolti devono avere un minimo comun denominatore: il rilancio dell’intero territorio piceno in tutte le sue dimensioni senza alcun protagonismo da parte di ciascuno”
Sfide importanti e decisive che richiedono persone competenti, appassionate e ben radicate nel territorio. L’occasione è la prossima tornata elettorale regionale?
“E’ sicuramente un appuntamento politico che non va affatto sottovalutato e tanto meno preso sottogamba. La consultazione per il rinnovo del Consiglio Regionale ci sarà il prossimo anno. Il nostro territorio, la costa rivierasca ha tutti i numeri per pensare e progettare la Città territorio che deve avere un suo rappresentante nel consesso regionale. Un rappresentante innamorato del territorio che sappia concretamente farsi interprete delle istanze di sviluppo del territorio condizione imprescindibile per la rinascita dello stesso. Un territorio ricco di potenzialità che deve avere la forza di dire basta una volta per tutte: è stufo di subire umiliazioni e spoliazioni. Ha la stessa dignità e le medesime prospettive degli altri territori della Regione Marche. Non è più tollerabile parlare ancora di “Marca alta e Marca bassa”. E’ anacronistico ma soprattutto impensabile”
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