La voce di Rexhep Shahu: poesia e impegno sociale

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Foto cortesia del poeta ed editore Rexhep Shahu

Rexhep Shahu, poeta e giornalista originario dell’Albania, ci invita a esplorare la complessità della condizione umana attraverso le sue opere poetiche. I suoi versi trattano temi fondamentali come la guerra, la sofferenza, la memoria e l’amore, rivelando una profonda sensibilità e un forte impegno sociale. In questo testo, analizzeremo quattro delle sue poesie, “Quando in guerra andrete”, “Non ci sarà pace…”, “Come scrivere l’oblio”, “Senz’altro verrò” che manifestano in modo incisivo la sua critica alla società contemporanea, insieme a un’altra composizione che riflette sull’oblio e il desiderio di ritorno.

TESTO POESIE

QUANDO IN GUERRA ANDRETE

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Quando andrete in guerra,

So che un giorno senz’altro andrete

All’ultimo respiro, un po’, senza morire

Quando capirete che vi state spegnendo, 

Del tutto vi state abbandonando

Quando rimarrete senza midollo, 

Poiché ve lo stanno succhiando

Quando sentirete che senza occhi rimarrete 

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Quando il dolore non sopporterete

Quando per voi gli uccelli a piangere inizieranno 

Quando sopra la testa, il corvo non sopporterete 

Prendete pure me!

Prendetemi poiché una parola in mano come una bandiera possa tenere

Una parola come la fiamma del fuoco nella mia mano possa tenere

Che esce dalle mie ossa di cui fuoco hanno preso. 

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Tra le mani i sogni più belli prendiate

I vostri vivi cuori nelle vostre mani.

Come uccelli che non desiderano morire.

Che si sentissero nelle piazze solamente i battiti dei vostri cuori

Dei vostri cuori che non vogliono giacere

Come cinguetti che non vorrebbero spegnersi. 

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Quando andrete in guerra

Portate anche i morti con voi.

I morti senza le bare, 

Le bare e le tombe possono rimanere

Ma non prendiate gli arieti

Coloro che le labbra come le donne truccano 

Nemmeno i pipistrelli non li prenderete

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Poiché quando vogliono si proclamano uccelli 

e altre volte animali. 

(Tratto dal libro: La Città delle Preghiere – Rexhep Shahu)

NON CI SARÀ PACE…

Dai funerali arriviamo, 

in funerali andiamo

seppellendo la gente ci andò questa vita.

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Finché gli assassini la morte cordogliano 

non ci sarà pace. 

Dalle derise arriviamo, 

verso il disdegno andiamo.

Gente disdegna al potere sta.

Finché persone disdegne si ricompenseranno,

non ci sarà pace. 

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Dagli inganni arriviamo, 

verso gli inganni andiamo.

Il riscatto della morte, vita si chiama.

Finché ci saranno governanti che rubano, 

uccidendo le speranze,

mai ci sarà pace!

COME SCRIVERE L’OBLIO 

Come scrivere che ti ho dimenticato 

quando non vedo carta bianca,

ma solo il tuo volto effondersi dai miei occhi.

La penna non vale per scrivere, 

con le dita inizio

scrivendo le tue labbra, toccando il tuo naso

Baciando il tuo neo e tu lusinghi. 

Come scrivere che ti ho dimenticato

o vorrei dimenticarti

Quando mi dimentico in te e non ho per nient’altro tempo,

Quando il tuo volto 

i miei occhi tutto il tempo cattura

Come ora quando ti sto scrivendo questa lettera. 

Dimmi

come scrivere l’oblio di me stesso in te?

SENZ’ALTRO VERRÒ 

Tornerò sempre da te,

ritarderò, ma senz’altro verrò. 

Come nostalgia, come capello grigio, come ruga,

come lacrima nascosta, come oblio

come la mano che trema

O il percorso che non si calpesta. 

Anche quando ritardo e non arrivo

senz’altro verrò!

Come tormento…

Biografia autore

Rexhep Shahu è nato nel 1960 tra Kukës e Prizren. Si è laureato presso l’Università di Lingua e Letteratura a Scutari (Albania).

Ha lavorato come giornalista presso: Radio Kukësi, Radio Tirana, Top Albania Radio e in numerosi organi di stampa a Tirana e Pristina. 

È stato portavoce del Distretto di Kukës, portavoce della stampa presso il Ministero dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e della Tutela dei Consumatori a Tirana, poi Capo del Settore dell’Informazione Agricola presso lo stesso Ministero. Ha diretto come Caporedattore la rivista culturale “Dy Drina – Due Drini”, la rivista per bambini “Kallz”, entrambi organi del Centro Culturale “Dy Drina”, la temporanea “Gazeta e Kukësit” e per sette anni anche la rivista nazionale “Bujqësia Shqiptare – l’Agricoltura Albanese”, organo del Ministero dell’Agricoltura di Tirana. Attualmente Shahu è editore e Caporedattore della rivista letteraria Illz a Tirana. 

Rexhep Shahu ha pubblicato tantissimi libri, tra cui: silloge poetiche, pubblicistica, monografie, ecc… 

Rexhep Shahu è il Presidente del Club dei Poeti, un’organizzazione culturale che mira a riunire tutti i poeti albanesi nel loro territorio, nonché nella Diaspora.

Traduzione poesie e biografia: Angela Kosta Direttore Esecutivo della Rivista MIRIADE giornalista, poetessa, saggista, editore, critica letteraria, redattrice, traduttrice, promotrice culturale

Analisi delle Poesie

Quando in guerra andrete

In questa poesia, Shahu affronta il tema della guerra con un linguaggio potente e ricco di immagini evocative. La guerra è descritta come un destino ineluttabile che segna l’umanità. Frasi come “senza midollo” e “senza occhi” evocano un senso di impotenza e dolore. La ripetizione della frase “Quano andrete in guerra” conferisce un ritmo incalzante, enfatizzando l’urgenza del suo messaggio. Nonostante il contesto desolante, Shahu lancia un appello alla resistenza e alla speranza, esortando i lettori a mantenere vivi i propri sogni e sentimenti. La conclusione della poesia offre una critica ai falsi eroi, sottolineando l’importanza dell’autenticità in un mondo corrotto.

Non ci sarà pace… 

In “Non ci sarà pace…”, l’autore prosegue la sua riflessione critica sulla società, mettendo in evidenza il ciclo incessante di violenza e ingiustizia. Ogni verso diventa una denuncia della realtà in cui viviamo, dove i criminali sembrano prevalere e il dolore è una costante. La ripetizione di frasi come “Dai funerali arriviamo, in funerali andiamo” crea un effetto di loop, suggerendo che la vita è intrappolata in un ciclo infinito di sofferenza. Questa poesia si erge a grido di allerta, invitando a prendere coscienza delle ingiustizie e a lottare per una pace autentica, evidenziando che senza un cambiamento profondo, la speranza rimarrà un’illusione.

Come scrivere l’oblio 

Questo componimento si distacca dai temi di guerra e sofferenza per addentrarsi in una riflessione più intima. Shahu si interroga su come si possa dimenticare una persona che ha lasciato un segno indelebile nella propria vita. Il tono nostalgico e riflessivo è accompagnato da immagini delicate che evocano la presenza dell’amato. La ripetizione di “come scrivere” suggerisce un conflitto interno, un desiderio di liberarsi dal peso della memoria, ma anche la consapevolezza che l’oblio è un’impresa impossibile. La poesia si conclude con una domanda aperta, invitando il lettore a meditare sulla complessità delle relazioni umane e sull’incapacità di scomparire nel dimenticatoio.

Senz’altro verrò 

Infine, nella poesia “Senz’altro verrò”, Shahu torna a esplorare il tema dell’amore e della nostalgia. La promessa di un ritorno è carica di significato, simboleggiando il legame indissolubile tra due persone. Anche in assenza, il sentimento perdura come una forza che supera il tempo e la distanza. Questa poesia si erge a inno alla fedeltà e alla connessione emotiva, nonostante le difficoltà.

Conclusione 

Rexhep Shahu, attraverso il suo ciclo poetico, offre una visione sincera e penetrante della vita umana, oscillando tra guerra e amore, tra dolore e speranza. Le sue opere non sono solo espressioni artistiche, ma anche appelli alla coscienza collettiva e inviti a riflettere sulle nostre realtà. Con il suo stile incisivo e la sua intensa profondità emotiva, Shahu si afferma come una voce di grande importanza nella letteratura contemporanea albanese e oltre.

The Voice of Rexhep Shahu: poetry and social commitment

Rexhep Shahu, a poet and journalist from Albania, invites us to explore the complexity of the human condition through his poetic works. His verses address fundamental themes such as war, suffering, memory, and love, revealing a deep sensitivity and strong social commitment. In this text, we will analyze four of his poems, “When You Go to War,” “There Will Be No Peace…”, “How to Write Oblivion,” and “I Will Surely Come,” which incisively manifest his critique of contemporary society, along with another composition that reflects on oblivion and the desire for return.

TEXT OF POEMS

WHEN YOU GO TO WAR

When you go to war,

I know that one day you will surely go

With your last breath, a bit, without dying

When you understand that you are fading,

You are completely abandoning yourselves

When you remain without marrow,

As it is being sucked out of you

When you feel that you will remain without eyes

When you can no longer bear the pain

When the birds begin to cry for you

When above your head, you can no longer bear the raven

Take me too!

Take me for a word in hand like a flag can hold

A word like the flame of fire can hold in my hand

That comes from my bones, of which fire they have taken.

Take the most beautiful dreams in your hands

Your living hearts in your hands.

Like birds that do not wish to die.

Let only the beats of your hearts be heard in the squares

Of your hearts that do not want to lie down

Like chirps that do not wish to extinguish.

When you go to war

Take the dead with you as well.

The dead without coffins,

The coffins and the graves may remain

But do not take the rams

Those who paint their lips like women

You will not take even the bats

For when they want they proclaim themselves birds

And at other times animals.

(Excerpt from the book: The City of Prayers – Rexhep Shahu)

THERE WILL BE NO PEACE…

From funerals we arrive,

To funerals we go

Burying people this life went.

As long as the murderers grieve for death

There will be no peace.

From mockery we arrive,

Towards disdain we go.

A disdainful people is in power.

As long as disdainful people are rewarded,

There will be no peace.

From deceptions we arrive,

Towards deceptions we go.

The ransom of death is called life.

As long as there are rulers who steal,

Killing hopes,

There will never be peace!

HOW TO WRITE OBLIVION

How to write that I have forgotten you

When I see no white paper,

But only your face spreading from my eyes.

The pen is of no use for writing,

With my fingers I begin

Writing your lips, touching your nose

Kissing your mole and you flatter.

How to write that I have forgotten you

Or I would like to forget you

When I forget in you and have no time for anything else,

When your face

Captures my eyes all the time

As now when I am writing this letter to you.

Tell me

How to write my oblivion in you?

I WILL SURELY COME

I will always return to you,

I may be late, but I will surely come.

Like nostalgia, like gray hair, like a wrinkle,

Like a hidden tear, like oblivion

Like a trembling hand

Or the path that is not trodden.

Even when I am late and do not arrive

I will surely come!

Like torment…

Author Biography 

Rexhep Shahu was born in 1960 between Kukës and Prizren. He graduated from the University of Language and Literature in Shkodra (Albania). He has worked as a journalist at: Radio Kukësi, Radio Tirana, Top Albania Radio, and in numerous media outlets in Tirana and Pristina. He has served as spokesman for the Kukës District, press spokesman at the Ministry of Agriculture, Food, and Consumer Protection in Tirana, and then as Head of the Agricultural Information Sector at the same Ministry. He has directed as editor-in-chief the cultural magazine “Dy Drina – Two Drini,” the children’s magazine “Kallz,” both organs of the Cultural Center “Dy Drina,” the temporary “Gazeta e Kukësit,” and for seven years also the national magazine “Bujqësia Shqiptare – Albanian Agriculture,” organ of the Ministry of Agriculture in Tirana. Currently, Shahu is the editor and editor-in-chief of the literary magazine Illz in Tirana.

Rexhep Shahu has published numerous books, including poetry collections, journalism, monographs, etc.

Rexhep Shahu is the President of the Poets’ Club, a cultural organization aimed at uniting all Albanian poets in their homeland, as well as in the Diaspora.

Translation of poems and biography: Angela Kosta, Executive Director of the MIRIADE Magazine, journalist, poet, essayist, editor, literary critic, editor, translator, culture promoter.

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Analysis of the Poems

When You Go to War 

In this poem, Shahu tackles the theme of war with powerful language and rich evocative imagery. War is described as an inescapable fate that marks humanity. Phrases like “without marrow” and “without eyes” evoke a sense of helplessness and pain. The repetition of the phrase “When you go to war” gives a relentless rhythm, emphasizing the urgency of his message. Despite the desolate context, Shahu makes an appeal for resilience and hope, urging readers to keep their dreams and feelings alive. The poem’s conclusion offers a critique of false heroes, underscoring the importance of authenticity in a corrupt world.

There Will Be No Peace… 

In “There Will Be No Peace…”, the author continues his critical reflection on society, highlighting the endless cycle of violence and injustice. Each line becomes a denunciation of the reality we live in, where criminals seem to prevail and pain is a constant. The repetition of phrases like “From funerals we arrive, to funerals we go” creates a looping effect, suggesting that life is trapped in an infinite cycle of suffering. This poem stands as a cry of alarm, inviting awareness of injustices and the struggle for authentic peace, emphasizing that without profound change, hope will remain an illusion.

How to Write Oblivion 

This composition diverges from the themes of war and suffering to delve into a more intimate reflection. Shahu questions how one can forget a person who has left an indelible mark on their life. The nostalgic and reflective tone is accompanied by delicate images that evoke the presence of the beloved. The repetition of “how to write” suggests an internal conflict, a desire to free oneself from the weight of memory, but also the awareness that oblivion is an impossible task. The poem concludes with an open question, inviting the reader to meditate on the complexity of human relationships and the inability to fade into oblivion.

I Will Surely Come 

Finally, in the poem “I Will Surely Come,” Shahu returns to explore the theme of love and nostalgia. The promise of a return is laden with meaning, symbolizing the unbreakable bond between two people. Even in absence, the feeling endures as a force that transcends time and distance. This poem stands as a hymn to fidelity and emotional connection, despite difficulties.

Conclusion 

Through his poetic cycle, Rexhep Shahu offers a sincere and penetrating vision of human life, oscillating between war and love, between pain and hope. His works are not merely artistic expressions but also appeals to collective consciousness and invitations to reflect on our realities. With his incisive style and intense emotional depth, Shahu asserts himself as a voice of great importance in contemporary Albanian literature and beyond.

Ada Rizzo, 23 Dicembre 2024, Malindi (Kenya)




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