Le piaghe dell’Egitto, Manitù, Egam, Molise Acque, Grim e la danza della pioggia elettrica

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Siamo vivendo, da popolo molisano, una delle sette piaghe dell’Egitto, piaghe che Mosè predisse al faraone interpretando un sogno del faraone stesso. Il faraone comandava su tutti e quindi non era lecito che usasse sogni altrui.

La piaga che riguarda noi molisani tutti è quella delle sette vacche magre che nel sonno del faraone simboleggiavano i sette anni di siccità e carestia che avrebbe affrontato l’Egitto. La siccità che la manda il cielo, la carestia, alle volte, la scegliamo noi nella cabina elettorale. Ma questo è un altro discorso.

Andiamo avanti e, per oggi, basta così per informazioni di carattere storico/religioso e passiamo dai tempi dei faraoni ai tempi molto più vicini della conquista da parte degli invasori statunitensi degli territori ad ovest negli USA, il West, con le sue epiche storie tanto care a noi bambini di “qualche” anno fa con l’eterna lotta tra cowboy ed indiani. Solo dopo molti anni abbiamo capito i cattivi chi fossero, ma fermiamoci qui perché altrimenti Trump mi denuncia per lesa della storia a tutti nota sinora.

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Nell’epopea del West una delle manifestazioni che più affascinavano noi bambini era quella della danza della pioggia per invocare l’arrivo di acqua sul territorio arso dei Comanches, Apache, Dakota, Sioux, Piedi Neri ed… Arapaho, che poi, nel secolo seguente furono ampiamente presi ad esempio dagli Squallor, gruppo preposto al dileggio di tutto e di tutti, con il nome di Arrapaho. Avevano solo aggiunto una consonante, ma si capiva il motivo. Almeno lo capivamo noi diciottenni di allora con gli ormoni a mille.

Dunque nella tradizione a noi tramandata dei nativi americani c’era il rito della danza della pioggia per invocare Manitù e ricevere la benedizione del cielo sotto forma di acqua, magari a catinelle. Gli Arrapaho no, pensavano ad altre cose.

Di tutte queste belle storie del passato a noi molisani cosa è arrivato?
A sentire Molise Acque, Grim ed Egam solo la forte necessità di fare una danza della pioggia, magari spingendo sui flash mob, per avere salvi i serbatoi e quindi avere acqua a disposizione nelle nostre case.

Purtroppo, per i tre enti preposti alla gestione delle risorse idriche molisane, oltre alla danza della pioggia nel secolo scorso tale Benjamin Franklin, ed altri, inventarono, ma scoprirono, la corrente elettrica. Sappiamo tutti della storia del parafulmine di Benjamin Franklin e quindi andiamo avanti. Ai giorni nostri la corrente elettrica serve in tutte le case, in tutto il mondo, per la giornaliera sopravvivenza. La faccia “scura” dell’energia elettrica è la BOLLETTA. La bolletta dell’energia elettrica è il compenso a chi produce, ci porta in casa e ci fa utilizzare la corrente elettrica. Se, per puro caso, o per mancanza di soldi, non paghiamo la bolletta l’ente che ci fornisce la corrente elettrica prima ci fa una riduzione della potenza e poi, stante la morosità ci stacca di netto la corrente e saremo costretti a cenare a lume di candela e con fuoco del camino. E non di certo per scelta romantica.

Alle condotte idriche del Molise è successo questo: sembra abbiano ridotto la corrente elettrica (mancato pagamento?) e quindi le pompe di sollevamento che fanno riempire i serbatoi funzionano a regime più basso. Di conseguenza hanno avuto l’idea di chiudere l’acqua la notte per far funzionare le pompe a basso regime stante (si dice) la riduzione di potenza della fornitura elettrica. La mattina dopo ci fanno trovare i serbatoi pieni e quindi l’acqua può arrivare sino all’ultimo piano perché nelle nostre case l’acqua ci arriva per caduta. Fermo restando che tutta l’aria che esce dal rubinetto in attesa che le condotte si riempiano di acqua tutta l’aria, dicevo, contribuisce a far girare le rotelline magiche, perché quasi nessuno ha mai capito come si legge un vecchio contatore dell’acqua, del contatore e quindi noi ci ritroviamo a pagare l’aria dei tubi per acqua visto che il contatore gira lo stesso

Voglio sperare che, stante il (probabile) non pagamento delle fatture, l’ente fornitore dell’energia non stacchi completamente la fornitura per le pompe di sollevamento.

Ora, in considerazione del fatto che stiamo parlando di tre enti pubblici che gestiscono a vario titolo la distribuzione dell’acqua, è mai possibile che non si possa capire che, quale ente, nel corso del tempo, degli anni trascorsi non abbia provveduto a pagare le bollette? Sempre se di bollette insolute si tratta. Ma anche: chi era al comando di queste “navi”, perché non si è arrivati prima a capire come mai le bollette non fossero state pagate? Perché non si è fatto niente per recuperare eventuali incassi non pervenuti da enti pubblici ma anche da privati? Perché si continuano a fare tavoli tecnici per decidere se chiudere l’acqua alle 23 oppure alle 23,01 quando il problema, oramai acclarato, è il mancato o insufficiente pagamento delle bollette? Tranquilli, nel frattempo le indennità continuano ad essere riscosse da chi amministra.

Siamo un popolo di ferventi cattolici ma credo che i dogmi debbano essere lasciati all’interno delle chiese e del credo di ognuno di noi. Nella vita di tutti i giorni, senza voler fare i giustizialisti, se effettivamente le chiusure idriche dipendono da bollette non pagate, beh, bisogna azzerare tutto e ripartire con management serio, affidabile che non miri solo a scrivere il proprio codice iban sulla richiesta di accredito degli emolumenti.

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Assetato ed arrabbiato vi saluto ma sempre con affetto e stima. Statevi arrivederci.
Franco di Biase





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