Se detieni una pensione e al tempo stesso sei sommerso dai debiti, dovrai fare attenzione a partire dal 1 gennaio 2025.
Dal prossimo anno scattano i nuovi importi oltre i quali i creditori possono richiedere il pignoramento della tua pensione.
Per fortuna, anche nel 2025 è possibile evitare tutto questo.
Ma vediamo prima quali sono gli importi previsti per il pignoramento della pensione, e cosa fare per evitare il prelievo forzoso.
Per saperne di più in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di PENSIONI IN FOCUS.
Pensioni, nuovi importi per il pignoramento a partire dal 2025
Ad oggi il pignoramento della pensione è possibile soltanto se l’assegno previdenziale supera gli importi minimi previsti dalla legge.
Parliamo di importi che, proprio nel caso della pensione, vengono aggiornati ogni anno, prendendo come parametro di riferimento l’assegno sociale, che viene ricalcolato ogni anno.
Nel caso del prelievo forzoso richiesto da parte di un creditore privato, fino al 2022 l’importo minimo oltre il quale scatta il pignoramento era pari a 1,5 volte l’assegno. Con il Decreto Aiuti (D.L. 9 agosto 2022, n. 115), tale limite è salito a 2 volte.
Quindi, se nel 2025 l’Assegno sociale ammonterà a circa 538 euro, la pensione non sarà pignorabile fino a 1.076 euro.
Se la tua pensione supera questo importo, il creditore potrà richiedere il pignoramento del tuo assegno, ma solo entro un massimo del 20%.
Ad esempio, se hai una pensione di 1.500 euro, la parte pignorabile è pari a 424 euro. E dato che il prelievo effettivo riguarda un quinto dell’assegno, ti verranno pignorati soltanto 84 euro.
Se però la tua pensione si è accumulata nel tempo sul tuo conto corrente, scatterà il pignoramento anche dei risparmi, fino al 20% sulla parte eccedente (stavolta) 3 volte l’Assegno sociale (in questo caso 1.614 euro).
Ad esempio, se hai nel conto corrente 5mila euro, il primo pignoramento riguarderà un quinto dell?importo di 3.386 euro, cioè 667 euro circa.
Nel caso in cui il creditore sia l’Agenzia delle Entrate, l’importo pignorabile andrà da un decimo se la tua pensione arriva fino a 2.500 euro, fino a un quinto se supera i 5mila euro.
Pensioni, come evitare il pignoramento dell’assegno mensile
Oltre ad avere una pensione pari o inferiore agli importi sopra riportati, per evitare il pignoramento bisogna avere non una pensione ordinaria, bensì una di tipo “assistenziale”.
Ovvero quelle pensioni che per legge sono esentate e protette in caso di pignoramento. Come ad esempio:
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la pensione di invalidità civile,
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Di contro, sono pignorabili trattamenti integrativi come la pensione di reversibilità per coniugi, figli, nipoti, fratelli e sorelle che siano.
Altra soluzione per evitare il pignoramento è quella di presentare ricorso presso il tribunale competente. In sede giudiziaria, dovrai dimostrare che la tua pensione è l’unica fonte di reddito del nucleo familiare, e che il suo pignoramento porterebbe tutta la tua famiglia in una situazione di grave difficoltà economica.
Pensioni, quanto tempo ci vuole prima che scatti il pignoramento
Di norma, il pignoramento scatta quando ti viene riconosciuta la responsabilità diretta su un debito non pagato.
Se il debito non viene saldato subito o tramite altre procedure (ad esempio rateizzazione concordata), il creditore può richiedere l’esecuzione forzata del prelevamento della somma richiesta. In tal caso, il creditore si rivolge al giudice, e quest’ultimo emette un decreto ingiuntivo nei tuoi confronti.
In maniera molto semplificata, se non sei in grado di pagare il debito, hai tempo 40 giorni dalla notifica dell’atto per opporti.
Se però non riesci a presentare delle motivazioni valide, dopo 40 giorni il creditore potrà procedere facendo notificare il precetto. Da lì in poi o paghi il debito in 10 giorni, o entro 90 giorni il creditore potrà iniziare a pignorarti la pensione.
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