Perché Banca Sistema è nella bufera (e perché sbuffa contro Bankitalia)

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Tonfo in Borsa per Banca Sistema dopo una decisione della Banca d’Italia. Fatti, numeri, commenti e tensioni latenti tra istituto e Vigilanza (dove ha lavorato il presidente di Banca Sistema)

 

Bufera non solo borsistica su Banca Sistema, l’istituto di credito guidato dall’amministratore delegato Gianluca Garbi (nella foto), che è anche il primo azionista della banca: gli altri soci sono fondazione bancarie come Cassa di risparmio di Alessandria, Cassa di risparmio di Cuneo e Fondazione Sicilia (che esprime nel cda anche il vicepresidente Giovanni Puglisi), mentre presidente dell’istituto nella bufera è Luitgard Spogler (partner di Legalitax Studio Legale e Tributario, per 16 anni nella Vigilanza di Banca d’Italia).

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Ecco fatti, numeri, commenti e analisi sull’istituto fondato nel 2011, e quotata dal 2015 sul segmento Euronext Star Milano di Borsa Italiana, che nasce come banca specializzata nell’acquisto di crediti commerciali verso la Pubblica Amministrazione per garantire liquidità alle imprese.

COSA E’ SUCCESSO IN BORSA A BANCA SISTEMA

Le azioni son state colpite dalle vendite dopo che Banca d’Italia ha imposto un divieto temporaneo di distribuzione di dividendi, dopo alcune conclusioni sulla classificazione delle sue esposizioni creditizie verso la pubblica amministrazione, derivanti da una diversa interpretazione della nuova definizione di default. Così ieri il il titolo Banca Sistema a Piazza Affari ha accusato un tonfo del 14,02% a 1,214 euro. Il mercato ha quindi accolto con preoccupazione l’esito dell’ispezione di Palazzo Koch, comunicato venerdì sera, che ha rilevato criticità su alcune prassi per mitigare gli effetti degli orientamenti Eba sull’applicazione della definizione di default.

CHE COSA HA DECISO BANKITALIA SU BANCA SISTEMA

Bankitalia ha chiesto anche l’adozione di una serie di iniziative «necessarie alla rimozione di carenze» su governance, assetto dei controlli interni e recepimento delle disposizioni sui crediti deteriorati, anche con «la redazione di un capital plan triennale aggiornato». La banca guidata da Garbi ha calcolato che, in base ai criteri di riclassificazione stabiliti dal team ispettivo, al 30 settembre 2024 i crediti scaduti salgono da 90 a 307 milioni, con un coefficiente Total capital ratio ridotto al 13,4% dal 15,9 per cento.

CHE COSA FARA’ ORA BANCA SISTEMA

L’istituto, il cui cda ha dato mandato a due consiglieri indipendenti, ancora su richiesta di Bankitalia, di supervisionare la realizzazione delle iniziative correttive – ha scritto il Sole 24 ore – ha già svelato alcuni caposaldi della sua linea difensiva, sottolineando che «il 95% circa del portafoglio crediti scaduti riguarda esposizioni nei confronti della pubblica amministrazione con una limitata esposizione al rischio di credito» e dicendosi quindi convinto che «il contenuto richiamato dal rapporto ispettivo non modifichi il profilo di rischio».

LA DIFESA DI BANCA SISTEMA CHE CRITICA DI FATTO BANKITALIA

“Secondo il ragionamento della banca, riportano fonti di mercato, l’interpretazione di Bankitalia porterebbe a classificare in stato di default anche soggetti come gli Usa, la Nato, società a partecipazione pubblica e Comuni italiani”, ha scritto il Sole 24 ore.

CHE COSA DICONO GLI ANALISTI

Dopo l’annuncio, gli analisti che seguono il titolo hanno abbassato le raccomandazioni (Banca Akros ha tagliato il target price a 1,6 euro dai 2,1 euro precedenti, Intesa Sanpaolo è passata a Hold da Buy con TP abbassato a 1,65 euro da 2 euro, Intermonte si astiene dal giudizio in attesa di avere più visibilità sulle azioni che saranno poste in essere), scrive Teleborsa.

«Stimiamo che la riclassificazione dei crediti porterebbe il Cet 1 al 10,4% dal 12,9%», a fronte di un target Srep del 9,4%, hanno calcolato gli analisti di Banca Akros, precisando che «in termini di capitale» l’impatto è di quasi 40 milioni, vale a dire 0,5 euro per azione. «La decisione e le risultanze dell’ispezione sono inattese e sembrano indicare un approccio molto più restrittivo sull’ammissibilità» dei fattori di mitigazione «adottati dalle società che operano nel settore del factoring», ha notato da parte sua Intermonte, prevedendo che la banca in futuro ricorrerà sistematicamente a «procedere giudizialmente» contro i clienti morosi invece di scegliere procedure extragiudiziali. «Va tuttavia rilevato – hanno concluso gli analisti – come, a differenza di Bff, Banca Sistema non sia una dividend stock e quindi la sospensione della distribuzione sia meno impattante».

IL COMMENTO DI REPUBBLICA

Il quotidiano Repubblica ha così sintetizzato il caso Banca Sistema: “In Borsa grandina su Banca Sistema, che ha perso il 14% dopo che venerdì sera ha reso noti i rilievi ispettivi di Bankitalia sulla classificazione dei crediti e il divieto a erogare bonus ai manager e cedole agli azionisti almeno per il 2024. Un po’ come accadde a Bff sette mesi fa (e il tonfo fu del 36% in due sedute). Le due banche sono molto attive nel factoring pro soluto, cioè scontano crediti della PA prendendo il rischio d’insolvenza. La materia si rifà alla “Definizione di default”, disciplinata dall’Eba nel 2021 e applicata dagli istituti, a volte con troppa libertà. Bankitalia, che allora non eccepì, ha ora adottato una lente più restrittiva. Sistema dovrà spostare alcuni crediti in “scaduti” e aggiungere riserve di capitale fino al al 150% del totale. Nella simulazione sui dati di bilancio al 30 settembre, i crediti scaduti «passerebbero da 90 a 307 milioni», senza impatto sul conto economico», ma con impatto sul capitale, stimato in 40 milioni da Akros. La banca guidata da Gianluca Garbi ha chiarito che «il 95% del portafoglio crediti scaduti riguarda esposizioni verso la PA, con limitata esposizione al rischio di credito». Molte sono amministrazioni italiane, alcune di Paesi a rating più alto”.

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