VARESE, 23 dicembre 2024- di GIANNI BERALDO
Oggi la Commissione europea ha erogato la sesta rata del Pnrr per un totale. All’Italia ne sono stati erogati 8, 7 miliardi di euro di cui 6,9 in prestiti e e 1,8 miliardi in sovvenzioni.
Aldilà dei proclami e dichiarazioni del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, utili più che altro a creare dibattititi nei talk show politici, il quadro relativo ai reali investimenti dei fondi Pnrr non corrispondono alle esigenze del Paese. E non solo nell’immediato.
Infatti, secondo le segnalazioni ricevute dal sito openpolis.it e dalle analisi degli esperti, ci sono numerose incongruenze nei dati rilasciati dal governo attraverso il portale Italia Domani, che dovrebbero rappresentare lo stato di attuazione del Piano. Alcune delle problematiche più rilevanti riguardano:
Localizzazioni Territoriali Inaccurate
Un caso emblematico riguarda la localizzazione dei fondi per i progetti. Ben 800 milioni di euro per interventi su scala nazionale risultano localizzati nel comune di Roma, non tanto per una specifica esigenza territoriale, quanto per il fatto che proprio nella capitale hanno sede i soggetti attuatori di molti progetti. Questo solleva interrogativi circa la realizzazione effettiva dei progetti in altre regioni d’Italia, in particolare al Sud, che rischiano di essere esclusi dai benefici previsti dal PNRR.
Progetti con Importi Maggiori del Finanziamento
Un altro dato preoccupante è l’irregolarità riscontrata nei finanziamenti di alcuni progetti. In diversi casi, la somma di alcuni progetti all’interno di una stessa misura supera l’importo totale disponibile per quella misura, una discrepanza che crea confusione e mina la fiducia sulla gestione dei fondi.
Confusione su Soggetti Attuatori e Codici Progetto
Il monitoraggio dei progetti attraverso il portale ha rivelato una confusione generale sui soggetti attuatori e i codici di riferimento associati ai vari progetti. Ciò implica che gli utenti e gli amministratori locali hanno difficoltà a capire chi sia veramente responsabile dell’attuazione di ciascun intervento, alimentando opacità e possibili ritardi nell’esecuzione dei progetti.
Openpolis, che ha partecipato attivamente alla campagna di pressione per ottenere la pubblicazione dei dati relativi al PNRR, sottolinea la necessità di maggiore chiarezza. Non solo per garantire l’efficacia del Piano, ma anche per tutelare i principi di trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi pubblici. La piattaforma, infatti, ha ottenuto l’accesso a questi dati grazie a una serie di richieste di accesso agli atti e grazie alla collaborazione con altre organizzazioni della società civile. Nonostante ciò, OpenPNRR denuncia come la pubblicazione delle informazioni non sia stata affatto priva di ostacoli e come il governo, sotto la guida di Giorgia Meloni, stia facendo un uso confuso della comunicazione politica, anziché favorire un processo di trasparenza e accountability.
Secondo OpenPNRR, questa situazione non solo ostacola una corretta gestione e supervisione dei progetti finanziati dal PNRR, ma mina anche la credibilità e l’efficacia complessiva del Piano. La mancanza di chiarezza sui dati, infatti, rende difficile monitorare l’avanzamento dei progetti e verificarne il reale impatto sul territorio. Inoltre, la confusione sui soggetti attuatori e sugli importi potrebbe favorire situazioni di inefficienza o addirittura di malagestione dei fondi.
Alla luce delle problematiche sollevate, è essenziale che il governo e le amministrazioni locali lavorino insieme per risolvere le criticità emerse. La trasparenza sui finanziamenti e sui progetti deve essere garantita in modo chiaro e facilmente accessibile per tutti i cittadini, per le amministrazioni e per le organizzazioni della società civile che stanno cercando di monitorare l’attuazione del Piano.
Il portale Italia Domani, sebbene rappresenti uno strumento utile per il monitoraggio, dovrebbe essere migliorato e aggiornato con maggiore precisione, per riflettere in tempo reale lo stato di avanzamento e per evitare incongruenze nei dati.
Tutto questo nel nome della correttezza e trasparenza che spesso in Italia diventano espressioni quasi fastidiose da mettere in pratica.
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