Sindacati, su riconversione Versalis Ragusa serve chiarezza

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Il 31 dicembre è vicino, la data è stata indicata come quella della chiusura dell’impianto di Ragusa. Non si hanno notizie certe sul suo futuro; i sindacati intervengono ancora una volta e pretendono un piano di riconversione chiaro e concreto, che possa dare speranza e certezza alle famiglie e alla comunità locale. E chiedono un nuovo intervento del Presidente della Regione

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Cgil e Uil, insieme alle categorie provinciali di Ragusa Filctem e Uiltec, stanno affrontando giorni di grande incertezza e preoccupazione per il futuro dello stabilimento Eni-Versalis. Le imminenti operazioni di decomissioning hanno allarmato i lavoratori e l’intera comunità locale. Recentemente, la Regione Siciliana ha convocato un incontro con Eni per esaminare il progetto di riconversione del sito ragusano proposto da Versalis. In una lettera inviata alla presidenza della Regione e all’azienda, le segreterie sindacali hanno ribadito la richiesta del governatore di ottenere una relazione dettagliata e un cronoprogramma preciso sugli investimenti e le tempistiche, per valutare le ricadute occupazionali ed economiche sul territorio.

   “Le informazioni ricevute nell’incontro del 13 dicembre al ministero del Made in Italy – scrivono i sindacati al presidente della Regione – non sono state rassicuranti. Il progetto di Eni per Ragusa è ancora in fase di studio e comprenderebbe quattro principali aree:. centro di competenza per attività centralizzate in ambito safety e maintenance; iniziative agro-industriali, quali agri hub e spremitura di olio per bioraffineria; acceleratore di infrastrutture fisiche e digitali, con partecipazione a incubatori per lo sviluppo di startup; unità di ricerca sul riciclo chimico e meccanico, con laboratori e impianti pilota. Nonostante la presentazione di questi progetti di riconversione, essi risultano privi di un cronoprogramma chiaro e di dettagli operativi ed economici, alimentando il timore che possano rappresentare solo un annuncio privo di sostanza industriale, mentre la realtà lavorativa e sociale del territorio andrebbe già in decomissioning”.

   Poiché lo stabilimento è attualmente fermo fino al 31 dicembre per mancanza di mercato per i suoi prodotti, e considerato che Eni ha comunicato l’intenzione di avviare le operazioni di decomissioning dopo tale data, le segreterie sindacali chiedono con urgenza la sospensione di queste operazioni in attesa di una definizione chiara del piano di riconversione. A supporto delle preoccupazioni espresse dalle segreterie sindacali, erano intervenuti anche nei giorni scorsi il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, il sindaco di Ragusa e la Deputazione iblea.






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