Zipo è un’azienda agricola di eccellenza a pochi chilometri da Milano. Si trova nel comune di Zibido San Giacomo, nel Parco Agricolo Sud, una zona fortemente vocata all’agricoltura e all’allevamento. Da qui che parte la storia di questa cascina: un antico complesso rurale di cui si hanno notizia già nel XIV Secolo. “Alleviamo bovini per la produzione di latte, facciamo formaggi freschi nel nostro caseificio, coltiviamo riso e stiamo lavorando con l’obiettivo di implementare l’ospitalità” ci racconta Elisa Pozzi terza generazione dietro Zipo, all’interno di Cascina Ca’ Grande.
La storia di Cascina Ca’ Grande: dal 1400 a oggi
L’azienda agricola Zipo si sviluppa intorno a una cascina magnifica. “Questa struttura nasce nel 1400, in epoca sforzesca, e venne edificata dai Pusterla che erano i castellani di Binasco. Serviva come casa di caccia, e le tracce sono ancora visibili all’interno della struttura principale” ci racconta Elisa Pozzi. Nell’800 viene trasformata per uso agricolo: “Quindi si aggiungono costruzioni come i portici, i pollai, il porcilaio”. Fino ad arrivate al 1959 quando i nonni di Pozzi, due medici di Milano, s’innamorano di questo posto e lo acquistano. “Cercavano una casa in campagna e vennero a contatto con questa cascina. Essendo appassionati di arte e storia, presero le vecchie planimetrie e riportarono la casa ai vecchi splendori del ‘400”. Oggi, infatti, Cascina Ca’ Grande è un bene tutelato dallo Stato.
La nascita di Zipo
“I mie nonni con il tempo iniziarono a dedicarsi anche alla parte agricola, creando Zipo che è appunto l’acronimo di Zibido/Pozzi” continua. Così i due medici acquistarono i primi capi di vacche Frisona negli Anni ’70 allo scopo di produrre latte e quindi formaggi. “Avevano pochi animali, selezionatissimi, visto che all’epoca era comune avere un numero ristretto di bestie ma di grande qualità” ci spiega. Poi negli Anni ’80 arriva Franco Pozzi che subentra ai genitori nella gestione della cascina: “Erano gli anni del boom economico dei grandi allevamenti. Perciò mio padre incrementò il numero di bovini e introdusse anche dei maiali. Una parentesi breve perché non ci siamo mai appassionati ai suini”. Segue poi l’arrivo di Elisa, che dopo un periodo alla Facoltà di Agraria di Milano decide di affiancare il padre da Zipo. “Abbiamo diminuito il numero di vacche in azienda, come prima cosa. Oggi ne abbiamo in totale 30 ma presto raddoppieranno visto che sono tutte incinte” ci racconta.
La produzione di latte e il caseificio
“Le vacche in lattazione sono alimentate con pascolo rotativo: cereali e foraggio prodotti dalla semina dei nostri terreni. Sono libere di muoversi tutto il giorno e tornano in stalla solo la notte” racconta Pozzi. Il latte viene così raccolto e portato all’interno del loro mini-caseificio in uno degli edifici affacciato sulla corte della cascina: “Lavoriamo in maniera artigianale solo il latte crudo e utilizziamo caglio vegetale, dunque i nostri formaggi sono adatti a tutti”. Prima il latte veniva venduto anche all’esterno, attività da poco abbondonata per i troppi controlli e burocrazia del settore, spiega Pozzi.
I formaggi di Zipo sono freschissimi: “Primo sale, ricotta, caciottine, formaggi spalmabili e lo yogurt che facciamo fermentare direttamente in vasetto”. A Elisa Pozzi piace sperimentare, aggiungendo sempre prodotti nuovi: “Ora stiamo lavorando a un formaggio a pasta fiorita, tipo brie”. Tutto si acquista all’interno della cascina o nei mercati a cui Pozzi partecipa: “Siamo spesso al Mercato Slow Food all’interno della Fabbrica del Vapore di Milano”.
La coltivazione di riso e la Fattoria Didattica
“Oltre ai 40 ettari di terreno per il foraggio animale, abbiamo anche 20 ettari dove coltiviamo riso della varietà Carnaroli” ci spiega. Infatti il riso Zipo proviene da semi con DNA certificato e varietà Baldo, e viene coltivato nei terreni affianco la cascina. “Mio padre è appassionato di strumenti del passato e ha recuperato un macchinario degli Anni ’40 che sbuccia senza sbiancare” continua Pozzi. Il risone, infatti, raccolto direttamente dalle campagne, viene pilato in cascina attraverso l’utilizzo di questa pilatrice d’epoca. Un processo che non prevede l’utilizzo di alcuno sbiancante e il chicco ottenuto è un chicco semilavorato privo dell’involucro esterno, ecco perché il riso di Zipo risulta naturalmente grigio.
Elisa Pozzi fin dal suo ingresso in azienda ha avuto idee ben chiare: “Voglio concentrami anche sull’ospitalità, ampliando questo segmento. Al momento abbiamo solo una camera ma il nostro obiettivo è di diventare agriturismo certificato dalla regione dove si potrà anche dormire”. Sono già attive le visite alla Fattoria Didattica, con scuole e associazioni: “Con le nostre visite guidate è possibile seguire in un unico luogo tutto il ciclo produttivo dei vari alimenti, visto che Zipo è un’azienda a filiera corta”.
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