Buoni propositi per ridurre il cambiamento climatico: 4 azioni concrete che possiamo fare tutti, oggi

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I buoni propositi per ridurre il cambiamento climatico sono adatti a tutti: se tutti applicassimo alal vita quotidiana queste 4 semplici azioni il mondo sarebbe migliore

Tempo di fine anno, tempo di buoni propositi per creare, mattoncino dopo mattoncino, un mondo migliore: ma da che parte iniziare? Mancano ormai solo 5 anni al 2030, termine fissato per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 ed è ormai urgente applicare alla nostra vita le regole che possono aiutare il mondo a essere più sostenibile.

Ecco 4 azioni pratiche – e in fondo davvero semplici- che sono davvero alla portata di tutti. Pronti a iniziare?

1. Scegliere vestiti e accessori pre-loved

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Un’azione concreta per ridurre l’inquinamento climatico proprio alla portata di tutti è quella di scegliere capi e accessori usati e pre-loved. Le piattaforme come Vinted, Vestiaire Collective e Subito offrono davvero innumerevoli occasioni di trovare quello che stavamo cercando, mentre su siti specializzati come Her Age si trovano pezzi unici di lusso. Anche i mercatini del vintage sono una fonte inesauribile di tesori da amare e indossare. Nelle prossime settimane, visto che succederà sicuramente che qualcuno riceverà sotto l’albero regali non graditi – alzi la mano chi non ha mai provato la sensazione… siamo sicuri che nessuno potrà alzarla, o saranno davvero pochissimi fortunati – tenere d’occhio le piattaforme di rivendita (e alimentarle con i regali che non ci sono piaciuti) permetterà di trovare qualcosa di speciale, appagare il nostro desiderio di shopping e allo stesso tempo di evitare che peggiori la situazione dell’inquinamento prodotto dai vestiti buttati raccontata per esempio di recente dal documentario Junk.

Leggete anche: Riciclo abiti usati, vi siete mai chiesti come funziona? La risposta nella Giornata Mondiale del Riciclo

2. Lavare meno i nostri vestiti

Un buon proposito per un armadio più sostenibile può essere sicuramente quello di lavare meno i nostri capi nel 2025: ridurre il numero di lavatrici, innanzi tutto, minimizza l’uso di acqua, risorsa sempre più scarsa. Inoltre riduce le emissioni di CO2, che inquinano l’atmosfera. Dovremmo prendere esempio da Chip Bergh, ex CEO di Levi’s, che ha dichiarato in un’intervista rilasciata a CNBC di non mettere mai in lavatrice i suoi jeans ma di grattare via lo sporco solo dove ci sono le macchie. Un po’ estremo per le nostre abitudini, anche se di sicuro efficace per proteggere la natura? Per fortuna la scienza sta lavorando per aiutarci in questo compito e sono numerose le innovazioni che permettono di utilizzare per un numero maggiore di volte i capi: per esempio, c’è il denim con effetto antimicrobico e antibatterico che si “attiva” utilizzandolo.

Leggi anche: La Giornata Mondiale dell’Acqua si celebra anche (non) facendo il bucato

3. Leggere l’etichetta e acquistare capi e accessori prodotti in tessuti naturali e sostenibili

Non è un’azione difficile, eppure è fondamentale: imparare a leggere l’etichetta dei vestiti e degli accessori che stiamo comprando permette di conoscerne la tracciabilità – e lo farà sempre più in futuro, con la diffusione del Passaporto Digitale – ma anche, semplicemente, ci permetterà di compiere scelte più consapevoli che impatteranno sul nostro modo di lavare i vestiti ma anche sul modo in cui questi, a fine vita, saranno trattati. Sul primo punto è bene ricordare che le microplastiche – sono 51 tonnellate i frammenti di plastica che inquinano i nostri oceani – provengono principalmente dal lavaggio dei nostri indumenti sintetici. Le ricerche dimostrano che un solo carico in lavatrice può rilasciare fra le 700.000 e i 12 milioni di microfibre nell’acqua. La soluzione? Radicale: scegliere capi in materiali naturali, che offrono anche un migliore comfort sulla pelle. Leggere l’etichetta e scegliere con cura il tessuto serve anche a immaginare il futuro dei nostri capi quando non li ameremo più: se il tessuto è una “mescola” di fibre diverse sarà più difficile riciclarlo. E poi, per fortuna, sempre di più leggere l’etichetta permette di scoprire materiali nuovi e innovativi provenienti da micelio, dall’eucalipto o dai fondi di caffè… tra gli altri.

4. Informarsi sulla moda sostenibile, tra podcast, documentari e libri

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Un buon punto di partenza per un 2025 più sostenibile è sicuramente la consapevolezza di quanto le nostre azioni abbiano un impatto sul clima e sull’ambiente: ora che, con il freddo, le giornate invitano ad accomodarsi sul divano e a dirigere lo sguardo verso lo schermo, una buona idea per trovare buoni propositi per ridurre il cambiamento climatico a cui ispirarsi potrebbe essere dedicare un po’ di tempo a guardare documentari capaci di aprirci gli occhi sulla realtà e leggere libri sull’argomento, oppure ascoltarsi di fronte all’albero illuminato di Natale qualche podcast dedicato alla moda sostenibile. Da dove iniziare? Per quanto riguarda il mondo dei documentari, un must è il documentario The True Cost, così come Junk che abbiamo citato prima ma sono numerose le proposte per conoscere il tema, di cui trovare una selezione qui. Agli amanti dell’audio consigliamo i podcast sulla sostenibilità da ascoltare magari con copertina e gatto da coccolare a portata di mano. E i buoni propositi per l’anno nuovo hanno subito un altro fascino…

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